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PATTO PER L'ITALIA: DA LUGLIO TAVOLO WELFARE SENZA CGIL

PATTO PER L'ITALIA: DA LUGLIO TAVOLO WELFARE SENZA CGIL ROMA (Ansa) - Il Governo aprira' a luglio un tavolo sul ''nuovo welfare'' con le parti sociali che hanno siglato il patto per l'Italia. Lo a...

07/07/2002
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PATTO PER L'ITALIA: DA LUGLIO TAVOLO WELFARE SENZA CGIL

ROMA (Ansa) - Il Governo aprira' a luglio un tavolo sul ''nuovo welfare'' con le parti sociali che hanno siglato il patto per l'Italia. Lo afferma il ministro del Welfare Roberto Maroni in un comunicato.

Dal tavolo quindi e' esclusa la Cgil.

Da ieri - afferma il ministro in una nota nella quale ha commentato l'accordo - ''si h aperta una pagina nuova nelle relazioni tra Governo e Parti sociali, la strada del dialogo che costruisce: dovra' essere seguita proprio per dare piena attuazione ai numerosi impegni contenuti nel Patto per l'Italia, a cominciare dalla costituzione entro il mese di luglio di un tavolo ''Governo-Parti sociali che hanno firmato il Patto'', per la definizione degli interventi da effettuare per costruire il ''nuovo Welfare'' (a partire dalle politiche sociali), in vista della Finanziaria 2003''.

Maroni si e' detto convinto che l'accordo di ieri possa far si' che si realizzi ''la piy grande riforma del mercato del lavoro mai tentata nel nostro Paese''. ''Con la firma di ieri - afferma Maroni - il Parlamento puo' ora procedere rapidamente all'approvazione della delega sul mercato del lavoro, per renderlo piu' flessibile, moderno ed europeo. Con le nuove regole cui ieri e' stato dato il via libera, possiamo adesso guardare con piu' ottimismo ai traguardi che L'Unione europea ci impone di raggiungere con il Piano dell'occupazione di Lisbona, primo fra tutti l'aumento del tasso di occupazione. Maroni ha ringraziato le parti sociali che hanno ''condiviso'' lo sforzo del Governo e ''mostrato grande senso di responsabilita''', raccogliendo cosi' ''la sfida per la modernizzazione del mercato del lavoro che il Patto contiene''.

Per il ministro la firma del Patto e' una ''sconfitta'' delle posizioni piu' oltranziste a partire da quella della Cgil. ''La firma del Patto e' un successo del Governo e delle parti sociali piu' responsabili - ha detto - e' una sconfitta delle posizioni oltranziste e intrise di pregiudiziali politiche. Ma il Patto e', in primo luogo, il successo delle idee e dell'azione di Marco Biagi e delle persone che con lui hanno definito la riforma, continuando, dopo il suo barbaro assassinio, la loro azione al Ministero del Welfare con ancora maggior determinazione. Primi fra tutti Maurizio Sacconi e Paolo Reboani, cui va il ringraziamento mio personale e di tutto il Governo.

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(da Repubblica.it)

... ministro convoca a breve un tavolo sul Welfare
con quanti hanno siglato il "Patto per l'Italia"
Maroni esclude la Cgil
Cofferati: è la loro democrazia
Referendum sull'art. 18, nell'Ulivo prevale il no

ROMA - Il governo ha intenzione di proseguire sulla strada della divisione dei sindacati. Il ministro Roberto Maroni ha infatti comunicato che in tempi strettissimi (entro la fine del mese) aprirà un tavolo sul "nuovo welfare" con le parti sociali che hanno siglato il patto per l'Italia. Esclusa quindi la Cgil. E a strettissimo giro arriva, durissima, la reazione di Sergio Cofferati: "E' la loro idea i democrazia"

La motivazione dell'esclusione del maggiore sindacato italiano l'ha fornita ieri pomeriggio lo stesso Maroni: "Da ieri si è aperta una pagina nuova nelle relazioni tra governo e parti sociali, la strada del dialogo che costruisce". Poiché a giudizio del ministro l'atteggiamento della Cgil è "oltranzista" e "intriso di pregiudiziali politiche" l'organizzazione guidata da Sergio Cofferati non sarà invitata.

Il tavolo sul Welfare dovrà nelle intenzioni di Maroni dare piena attuazione ai numerosi impegni contenuti nel Patto per l'Italia in vista della Finanziaria 2003. E' una conseguenza dell'accordo sul mercato del lavoro firmato ieri da Cisl e Uil, ma anche dell'accordo politico raggiunto da Pezzotta e Angeletti sul Documento di programmazione economica e finanziaria.

Resta però il fatto che il sindacato italiano più rappresentativo verrebbe per la prima volta escluso da una trattativa di queste dimensioni. Una clausola che le stesse Cisl e Uil avevano fatto tagliare dal "Patto" siglato a palazzo Chigi. "Ora - commenta Sergio Cofferati - questa formula ritorna per iniziativa del ministro Maroni, è una
bella dimostrazione di rispetto delle regole democratiche tenere fuori dalla discussione il più importante sindacato e di riflesso il mondo del lavoro che rappresenta".

Proprio il Patto per l'Italia continua a creare divisioni nel centrosinistra. Non tanto per il giudizio, che dalla Margherita alla sinistra Ds è unanimemente negativo ("un accordo misero", ha commentato Enrico Micheli, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Prodi) quanto per la risposta da dare.

La segreteria della Cgil conferma l'intenzione di promuovere un referendum abrogativo e di proclamare uno sciopero generale per il prossimo autunno. Per il momento però, sulla questione del referendum, appare sostenuta solo da Pdci, Verdi e dal "correntone" Ds. Il resto della Quercia frena. "I referendum devono essere vinti..." ha ricordato venerdì sera Massimo D'Alema. E Massimo Cacciari ha chiarito che "farli e perderli sarebbe un disastro". Tensioni e disaccordi che presumibilmente saranno al centro degli incontri della prossima settimana tra la Cgil, i Ds, Pdci e Rifondazione. Dal canto suo, il leader sindacale appare deciso: "Cgil isolata? Vedremo, quando raccoglieremo cinque milioni di firme e quando torneremo con lo sciopero generale d'autunno...", ha dichiarato in una intervista al Nuovo.

Anche dal resto dell'Ulivo la reazione alla proposta di Referendum è fredda, per non dire negativa. Secondo Boselli (Sdi) "sarebbe un colpo letale inferto all'unità dei sindacati e dei lavoratori, con ripercussioni imprevedibili sulla stessa compattezza dell'Ulivo", e la Margherita - che di suo ha già il problema della gestione dei rapporti con la Cisl - invita il centrosinistra a "non cadere nel trabocchetto" teso dal governo. Nel merito però anche la Margherita boccia il "Patto". Francesco Rutelli preannuncia il voto contrario sulle modifiche all'art. 18 e commenta: "Abbiamo visto ancora una volta molto fumo, tanti annunci, paroloni. Ma, mi chiedo, l'arrosto c'è? E se ad una famiglia si tolgono 100 mila lire di tasse, però crescono i ticket sui medicinali, la tariffe e si aumentano le tasse a livello locale, chi ci guadagna?".

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