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Rassegna it: Giovani e sindacato, nasce RESET

A Padova un centro per aiutare gli studenti e colmare le distanze. Gli studenti possono trovare risposte ai problemi legati alla precarietà, ai servizi universitari, alle borse di studio, agli alloggi e agli affitti. Sul piano politico l’approccio si va costruendo in relazione ai decreti Gelmini e ai tagli su scuola e Università

05/01/2009
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Rassegna.it

di Simonetta Pento

Si chiama “Reset” e, grazie a un impegno sinergico tra associazioni di studenti (“Studenti per- sindacato studentesco” e “Rete degli studenti medi”) e Nidil, Caaf e Spi di Padova, serve a “sgravare” i giovani da una serie di problemi non solo legati all’accesso a prestazioni e servizi, ma anche alla possibilità di disporre di spazi di studio e di incontro sempre scarsi in una città dove il numero degli iscritti all’Università è pari al 33% degli abitanti (67.000 contro 204.000).

Nato da un’intuizione della Cgil (veneta e provinciale) e dello Spi padovano, che da tempo pensavano ad un punto di avvicinamento con la popolazione universitaria, il Centro è stato inaugurato nel maggio di quest’anno alla presenza del sindaco di Padova, Flavio Zanonato, e della segretaria generale dello Spi, Carla Cantone, con tanto di taglio di nastro e brindisi di “lunga vita”.

La sede è al Portello, nel cuore di uno dei quartieri studenteschi e più “popolari” della città, ospitato nello stesso edificio dove c’è l’Anpi, cui i 30 ragazzi che tengono attivo il Centro sono tutti rigorosamente iscritti. “L’incontro con l’Anpi, ma anche con i pensionati che affollano le sale nei giorni di permanenza dello Spi – dice Massimo Bettin, di “Studenti per” – è sempre interessante. È come vedere i nostri nonni fuori dall’ambito familiare, scoprirli ‘cittadini’ a tutti gli effetti e questo ci porta a compiere un passo in avanti nella comprensione di un mondo più complesso del nostro micro-universo di riferimento”. Sono ormai più di 50 i ragazzi che abitualmente frequentano “Reset”; molti di più sono coloro che vi passano nel giro di un mese. Qui trovano un’aula per studiare, un’area attrezzata con computer e connessione gratuita a internet, uno spazio adibito a emeroteca e una sala di proiezione che viene prestata anche ad altre associazioni e che, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrà ospitare un cineforum.

Per chi ha bisogno di consulenze e informazioni, è attivo un punto di servizio dove, accanto agli studenti, si alternano operatori del Caaf e di Nidil. Le prestazioni coprono una vasta gamma di problemi: dai servizi universitari, alle borse di studio, agli alloggi e ai contratti di locazione, calmierati grazie a convenzioni stabilite dal Comune, fino ai temi della didattica e della riforma degli ordinamenti.

Gli studenti lavoratori possono trovare risposte ai problemi legati a una condizione (quella lavorativa) che nella vita di tanti giovani occupa uno spazio meno marginale di quel che si possa pensare. Camerieri, pizzaioli, aiuto cuochi sono le occupazioni prevalenti di centinaia di ragazzi, soprattutto nei fine settimana, ma non solo. Altri sono impiegati nei call center e nei centri commerciali. La costante sono i rapporti di lavoro precari (dalle collaborazioni a progetto alle associazioni in partecipazione) che in molti casi si prolungano oltre gli anni universitari.

Nidil ha qui un punto d’incontro che si alimenta di giorno in giorno. Incrocia persone che difficilmente arriverebbero fino alla sede della Cgil, a volte per scarsa conoscenza o sottovalutazione dei problemi. “Sarà proprio da qui – spiega Fulvio Dal Zio, segretario organizzativo della Cgil padovana – che partirà una campagna di sensibilizzazione sul lavoro sommerso, destinata a estendersi a tutta la provincia. Quando, assieme a un gruppo di ragazzi, pensammo a questa sede volevamo colmare una distanza tra tanti giovani e il sindacato. Soprattutto chi svolge un lavoro occasionale, e lo considera una parentesi estranea al proprio progetto di vita, non si pone domande sul senso di quello che fa e sui propri diritti. Noi vogliamo invece portare degli spunti di riflessione o, almeno, far sorgere delle domande. L’altro versante che ci interessava approfondire – aggiunge il sindacalista – è quello del rapporto con gli studenti in quanto tali, che in una città universitaria come Padova non è mai andato al di là di qualche sporadica iniziativa.

Sul piano politico l’approccio si va costruendo in relazione ai decreti Gelmini e ai tagli su scuola e Università, su quello culturale stiamo realizzando una serie di iniziative che accendano l’interesse attorno al mondo del lavoro e al sindacato”. La commemorazione, al Palazzo del Bo, della figura di Bruno Trentin, che si era laureato a Padova nel 1949, ha dato il via a un rapporto con l’Ateneo che si concretizzerà, intanto, con l’assegnazione di alcune borse di studio per laureati sui temi del lavoro e del territorio, ma che vuole andare anche oltre con progetti sempre nuovi. Verso gli studenti delle superiori, invece, proprio da “Reset” è stato lanciato un concorso, realizzato in collaborazione tra Spi e “Rete degli studenti”, che premia elaborati a carattere storico-culturale attorno alle figure di Bruno Trentin e Mario Rigoni Stern. “In questo modo pensiamo di incentivare anche nelle fasce di età più giovani – dice Dal Zio – la conoscenza di valori e grandi battaglie civili e culturali che hanno contrassegnato la nostra storia e non disperdere un patrimonio che vogliamo mantenere vivo nella sua essenza più profonda”.