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Repubblic-Luci Villari:Un colpo all'esame di Stato e anche alla scuola pubblica

L'intervista/2 Lucio Villari, docente di Storia Contemporanea dell'ateneo Roma Tre "Un colpo all'esame di Stato e anche alla scuola pubblica" La nostra maturità ha il senso di un bilancio ...

09/02/2003
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la Repubblica

L'intervista/2
Lucio Villari, docente di Storia Contemporanea dell'ateneo Roma Tre
"Un colpo all'esame di Stato e anche alla scuola pubblica"

La nostra maturità ha il senso di un bilancio e così si perderà

ROMA - Professor Lucio Villari, che valore ha la decisione della Bocconi?
"Non c'è dubbio che appare come una svalutazione dell'esame di Stato, del suo significato, da tempo c'è una campagna contro la maturità, contro il valore legale del titolo di studio, anche della laurea. Mi sembra che la decisione dell'università Bocconi sia in linea con questa tendenza. L'ateneo milanese del resto ha una visione privatistica dell'istruzione e non gli interessa rispettare le norme e i regolamenti della scuola pubblica. Dovrebbe essere la scuola pubblica ad avere un sussulto di orgoglio, a sapersi difendere".
Lei parla di una campagna contro la scuola statale...
"Già con l'introduzione dell'esame di maturità con i soli professori interni si è voluto annacquare, alleggerire, rimpicciolire l'esame, fargli perdere d'importanza, in qualche modo renderlo più burocratico. Un favore fatto anche alle scuole private".
Sulla maturità sono state dette molte cose, fatti e disfatti progetti, perché ha ancora un senso?
"Ha il senso di bilancio, di una valutazione, di certificazione. Se perde senso a ritroso perderà significato tutto quello che si è fatto prima e sarà un ulteriore colpo al sistema dell'istruzione".
Ne ha avuti parecchi?
"Negli ultimi tempi sì, tra riforme mancate e tagli non riesce a risollevarsi".
Cosa dovrebbe fare?
"Chi ci lavora, tutti, docenti, presidi, studenti dovrebbero reagire, la scuola deve riflettere su se stessa, essere consapevole e sviluppare un dibattito, far sentire la sua voce, influenzare l'opinione pubblica, è necessario investire anche i mezzi di comunicazione e sensibilizzare tutti sul destino della scuola in Italia. Devono farlo in prima persona quelli che ci lavorano e non affidarsi sempre ai politici".
Lei insegna Storia contemporanea all'università di Roma, gli studenti che arrivano sono preparati?
"Non sempre".
Quali sono le cause?
"Se la scuola pubblica perde il senso di sé anche i professori alla fine si sentono demotivati".
Una definizione degli studenti?
"Sono appiattiti sul presente, la cultura invece è sedimentazione. Direi che oggi i giovani hanno più interessi sociologici che culturali ma sanno di politica qualcosa di più di qualche anno fa".
Qual è la cosa più necessaria oggi alla scuola?
"L'immagine nel suo complesso va rivalutata, l'esame di Stato in questo senso è un segmento".
(m.c.)