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Repubblica: Atenei, per la fiducia al decreto Gelmini vota anche il premier: è la seconda volta

Berlusconi finora aveva dato il suo ok solo per l´insediamento del governo. Oggi il via libera definitivo

08/01/2009
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la Repubblica

MARIO REGGIO

ROMA - La Camera ha votato la fiducia al governo Berlusconi sul decreto legge Università con 302 sì. I voti contrari sono stati 228. Due deputati si sono astenuti. Il voto ha cancellato gli emendamenti presentati dall´opposizione. Stamattina sono previste le dichiarazioni di voto sul decreto Gelmini, poi la fiducia, per evitare che slitti oltre il 9 gennaio, termine ultimo per diventare legge dello Stato. Per la seconda volta, dall´inizio della legislatura, il presidente del Consiglio ha deposto la scheda nell´urna, mentre sotto Montecitorio gli studenti dell´Onda sono tornati a contestare.
Nel pomeriggio di ieri, alla Camera, momenti di panico nella maggioranza: a causa del maltempo gli scranni del centro-destra sono rimasti a lungo deserti. Poi, il tam-tam della maggioranza ha provocato i primi effetti. L´arrivo in aula di Silvio Berlusconi, reduce da un summit su Cai-Alitalia a Palazzo Grazioli, ha rincuorato i fedelissimi.
Cosa prevede il decreto? È un tentativo di dare una svolta al problema dei concorsi a cattedra. Per il reclutamento di professori e ricercatori universitari saranno formate commissioni tramite il sorteggio dei docenti, ma solo ordinari, riducendo a uno il numero dei prof nominati dalle facoltà.
E poi il blocco delle assunzioni per le sole università con una spesa per il personale che supera il 90 per cento del bilancio, senza affrontare però il problema che gli aumenti di stipendio per i docenti di ruolo sono per legge automatici, in base al tasso d´inflazione reale, gravando quindi sul bilancio dell´ateneo. La scelta è motivata dall´obiettivo di favorire l´assunzione dei giovani ricercatori, per i quali il turn over sarà innalzato al 50 per cento rispetto al 20 previsto dalla finanziaria. Una finanziaria che, per il 2010, prevede un taglio del 10 per cento del Fondo di finanziamento ordinario degli atenei: 700 milioni di euro.
I soldi risparmiati punendo gli atenei "spreconi" dovrebbero finanziare le università migliori sulla base dei criteri dell´offerta formativa, della qualità della ricerca scientifica, e di qualità, efficacia ed efficienza delle sedi didattiche. Infine, più borse di studio e 65 milioni di euro per la realizzazione di nuove residenze universitarie.
Il Partito Democratico lancia l´allarme: per l´ennesima volta il Parlamento è stato espropriato del diritto di discutere un provvedimento di vitale importanza per il Paese. La Cgil lancia la mobilitazione nazionale. Gli studenti dell´Onda tornano in piazza e gridano: «Non pagheremo la vostra crisi, criminale è chi distrugge l´università».