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Repubblica-Bocciature ogni biennio torna il voto in condotta

LA LEGGE Viene introdotto l'uso del computer per tutti gli alunni, anche i più piccoli studieranno l'inglese Bocciature ogni biennio torna il voto in condotta La scelta professionale verrà fat...

13/03/2003
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la Repubblica

LA LEGGE
Viene introdotto l'uso del computer per tutti gli alunni, anche i più piccoli studieranno l'inglese
Bocciature ogni biennio torna il voto in condotta
La scelta professionale verrà fatta a 13 anni

I licei diventano otto divisi in due periodi didattici
Saranno inserite materie "legate alle realtà locali"
Il concetto di "obbligo scolastico" viene trasformato in diritto-dovere all'istruzione
Un ciclo unico comprenderà elementari e medie senza esame di Stato
GIANCARLO MOLA

ROMA - Si comincia a cinque anni e mezzo e si prosegue almeno per dodici anni. Ma senza l'obbligo scolastico di cui parla la Costituzione. L'inglese entra in aula già in prima elementare, e i computer diventano compagni di strada dei ragazzini. L'attuale scuola superiore si divide, quando gli studenti hanno appena 13 anni, in due tronconi decisamente separati: licei da una parte e formazione professionale (con possibilità di alternare scuola e lavoro) dall'altra. La valutazione per promozioni e bocciature avviene ogni due anni, ma il voto in condotta torna a far media. Sarà così la scuola di Letizia Moratti, quando il governo avrà approvato (ha due anni di tempo) i decreti di attuazione. C'è però una grande incognita: la copertura finanziaria, che dovrà arrivare prima del varo di ogni singolo pezzo di riforma. Ecco, nel dettaglio, cosa cambierà.
L'obbligo scolastico. La legge ha "ridefinito e ampliato" il concetto di obbligo, che viene soppiantato dal "diritto-dovere". Esiste, ha spiegato il ministro, "il diritto per le famiglie di richiedere l'istruzione per dodici anni e il dovere da parte dello Stato a fornirlo".
I cicli. Il percorso formativo è diviso in due cicli (preceduti da tre anni di scuola dell'infanzia, l'attuale scuola materna). Il primo ciclo comprende 5 anni di scuola primaria (che prende il posto delle elementari) e tre anni di scuola secondaria di primo grado (le medie). Il secondo ciclo prevede la scelta tra i licei e l'istruzione professionale.
L'età di ingresso. A regime, la scuola dell'infanzia comincerà (per chi lo desidera) a due anni e mezzo e la scuola primaria (sempre a scelta) a cinque anni e mezzo: il termine è il compimento del terzo o del sesto anno entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento. Il passaggio sarà però graduale: Letizia Moratti si è impegnata ad accettare le indicazioni dell'Udc, che aveva chiesto un lungo regime transitorio. Paradossalmente, però, questa è la parte di riforma che entrerà in vigore per prima. Già dal prossimo anno scolastico potranno iscriversi alle ex materne i bambini che compiono tre anni entro il 28 febbraio 2004 e alla primaria quelli che alla stessa data ne compiono sei. È la legge a dirlo, ma i problemi non mancano: le risorse finora stanziate non sono sufficienti a garantire l'applicazione generale della norma.
La scuola dell'infanzia. Dura tre anni, e ha lo scopo di "concorrere all'educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale" dei bambini.
La scuola primaria. Cinque anni: il primo, fa da raccordo con la scuola dell'infanzia. Seguono due bienni. Non c'è esame finale.
La scuola secondaria. Ha una durata di tre anni (un biennio iniziale e un anno conclusivo). Alla fine, per accedere al secondo ciclo, è previsto un esame di Stato.
I licei. Diventano otto: artistico, classico, delle scienze umane, economico, linguistico, musicale, scientifico e tecnologico. La durata è di cinque anni, divisi in due periodi didattici biennali e un anno finale. Confermato l'esame di Stato per l'accesso all'università.
L'istruzione professionale. Quattro anni, ma con la possibilità di frequentarne un quinto per iscriversi all'università. A partire dai 15 anni, gli studenti possono alternare la presenza in classe con stage nelle aziende. Il passaggio dalla formazione professionale ai licei (e viceversa) è possibile, ma subordinato alla valutazione dei crediti formativi e alla frequenza di "apposite iniziative didattiche".
I programmi. Il nucleo fondamentale è nazionale, ma le Regioni possono inserire insegnamenti "collegati con le realtà locali".
Le lingue. Inglese già al primo anno della scuola primaria. E nella secondaria arriva anche un'altra lingua europea.
Il computer. La delega prevede l'informatica come insegnamento della scuola secondaria. Ma il ministro Moratti garantisce che con i computer si familiarizzerà già in prima elementare.
Le bocciature. Potranno arrivare solo alla fine dei "periodi didattici", cioè ogni due anni.
Il voto in condotta. Torna, tra i criteri di valutazione, anche il "comportamento", che era stato abolito negli anni scorsi.
La copertura finanziaria. I decreti attuativi saranno efficaci solo dopo l'approvazione di provvedimenti che stanzino le risorse. La nuova scuola, cioè, entrerà a regime nei tempi e nei modi voluti dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti.