Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-"Così lo studio viene negato"

Repubblica-"Così lo studio viene negato"

sindacati contro i tagli agli organici delle scuole In Piemonte nel prossimo anno ci saranno 560 cattedre in meno nei quattro ordini di istruzione "Così lo studio viene negato" SARA STRIPPOLI ...

18/05/2002
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

sindacati contro i tagli agli organici delle scuole In Piemonte nel prossimo anno ci saranno 560 cattedre in meno nei quattro ordini di istruzione
"Così lo studio viene negato"

SARA STRIPPOLI

Chiamiamo questi dati una "fotografia delle sofferenze" della scuola in epoca Moratti oppure, per utilizzare un linguaggio più tecnico, risultati dell'osservatorio regionale sugli organici. I sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Snals) avevano chiesto alla direzione scolastica regionale del Piemonte che i numeri sugli organici di diritto fossero messi neri su bianco. L'amministrazione ha accolto la proposta e - unica struttura regionale insieme con la Lombardia - ha risposto fornendo i numeri scorporati in tempi brevi. Ecco dunque il quadro che attende docenti e dirigenti scolastici il prossimo autunno alla riapertura delle scuole, un piano che è la diretta conseguenza dei tagli sugli organici. In Piemonte, ricordiamolo, la scure del Ministero si concretizza in 560 cattedre in meno sui quattro ordini di scuole.
Una premessa d'obbligo, le cifre non sono ancora definitive. La direzione scolastica promette di utilizzare tutte le risorse possibili per bilanciare alcune situazioni e conta di poter recuperare almeno 80 dei posti a rischio. Le tre sigle sindacali, che lunedì avranno un incontro in Ministero, si dichiarano soddisfatti per la disponibilità dell'amministrazione ma guardano ai numeri parlando di negazione del diritto allo studio: "Questi dati parlano chiaro - dice Alberto Artioli della segreteria regionale della Cgil - è la prima volta che si presenta una situazione del genere. Potremmo commentare questi dati uno ad uno e ovunque troviamo criticità che ci preoccupano. Citiamone due: le richieste della scuola materna in passato erano sempre state accontentate e il tempo pieno non ha mai avuto limiti di crescita. A questo si aggiunga la palese violazione della legge 148 che non consente il superamento di 25 alunni per aula quando in quella classe ci sono allievi disabili".
Per Enzo Pappalettera, segretario regionale della Cisl scuola, i tagli più preoccupanti riguardano il numero di alunni per classe anche quando tra gli alunni sono presenti ragazzi portatori di handicap: "Stando a questo piano, sono 95 le classi con 21 e 25 bimbi tra i quali uno o più piccoli con disabilità anche grave. Se passiamo alla media, le classi costrette a lavorare in queste condizioni salgono a 141. Impossibile non parlare di diritto allo studio negato. In questo modo la qualità della didattica peggiorerà in modo evidente".
Alla direzione scolastica regionale i sindacati chiedono ora che si mettano in campo tutte le risorse a disposizione per correggere il tiro. "Il ministero autorizza le amministrazioni locali a intervenire - dice ancora Artioli - Noi ci auguriamo che si faccia il massimo sforzo possibile in questo senso. Certo è che così come si presenta ora la situazione della scuola in Piemonte è grave".
In attesa dei risultati dell'incontro che i sindacati avranno lunedì in ministero dal quale tutti auspicano possano arrivare segnali di apertura, si continua dibattere del futuro della scuola pubblica. In un convegno che si è svolto ieri a Rivoli il segretario regionale della Cgil Alberto Badini ha usato ancora una volta toni duri: "In Piemonte mancano tra i 400 e i 500 insegnanti. Chi affronterà la spesa? La proposta della Moratti parla correttamente di livelli essenziali di istruzione, ma si lascia molta incertezza sulle competenze, statali e degli enti locali e mi chiedo come i comuni più piccoli possano pensare di inserire nei loro bilanci una spesa per colmare il divario".