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Repubblica/Genova: Il Grande Fratello cacciato dalle classi

I presidi bocciano il controllo via internet di assenze e voti

29/11/2006
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la Repubblica

Il sistema che consente alle famiglie di seguire in tempo reale la carriera scolastica dei figli ottiene buoni risultati soltanto a La Spezia
A complicare la questione anche i costi che la Provincia non copre più
Tra gli antesignani due istituti del levante, dove continua la sperimentazione
GIUSEPPE FILETTO


NON ENTRA in classe il Grande Fratello. Quasi tutti i presidi ed i direttori delle 155 scuole di Genova e della provincia rifiutano il sistema di controllo informatico sugli studenti: delle assenze e delle presenze, dei ritardi e delle uscite anticipate, ma anche dei voti. «Capisco la disciplina e l´ordine - precisa Nicolò Scialfa - ma, onestamente, mi sembra un controllo imbarazzante, invadente».
Il capo di istituto del tecnico commerciale Vittorio Emanuele-Ruffini non gradisce che i suoi 1400 alunni siano "osservati" dal sistema telematico che consentirebbe alle famiglie di verificare da casa le presenze dei figli e il loro profitto scolastico. Sulla sua scia sono quasi tutti i 60 dirigenti scolastici del Genovesato (guidano appunto 155 scuole), e non è poco nell´era in cui tutti vogliono mettere sotto controllo tutto.
Il sistema è stato sperimentato lo scorso anno da quattro scuole del capoluogo, tra cui gli istituti superiori accorpati Einaudi-Casaregis-Galilei. Gli antesignani, in Liguria, sono stati però il Nautico "Nazario Sauro" e l´Ipsia "Domenico Chiodo" di La Spezia. Qui, il sistema è in uso dal ‘99, pare con ottimi risultati. «Da noi è fondamentale perché seguiamo percorsi didattici differenziati - spiega Andrea Cornetto, il capo di istituto - ci serve a gestire gli alunni, che per recuperare le materie, passano da una classe all´altra durante il giorno». Ogni aula è stata dotata di un computer, nel quale ciascun professore ogni ora inserisce i presenti e gli assenti, i voti e le comunicazioni da trasmettere alle famiglie. I genitori che aderiscono al metodo, vengono dotati di una password, attraverso la quale possono entrare nel sito Internet della scuola e quindi controllare il profitto, ma anche gli spostamenti dei loro ragazzi. Tutto in tempo reale.
Nel capoluogo ligure il metodo è stato abortito da gran parte delle scuole pubbliche. «L´avevamo provato lo scorso anno al Galilei, solo per le assenze e per le comunicazioni - spiega il preside Roberto Olmi - era a costo zero, la Provincia lo aveva proposto sperimentalmente». Il sistema non funzionava per via telematica, con il computer e il sito web, ma con la trasmissione degli Sms, i messaggini da inviare periodicamente con il cellulare.
Aveva aderito il 50% delle famiglie, il resto non aveva gradito. «Ma non lo vivevamo come il Grande Fratello - tiene a sottolineare il capo di istituto dell´Einaudi-Casaregis-Galilei - piuttosto, per noi era uno strumento di aiuto per i genitori». Olmi si dice pronto a reintrodurlo, soltanto se la Provincia lo offrirà gratis.
In periodo di vacche magre le scuole devono pagarselo e pure le centinaia di euro sembrano tanti. Da quest´anno i diversi capi di istituto sono contattati da agenzie che propongono il software a prezzi contenuti. Mille euro, più 300 di abbonamento annuo. «Non è una questione di costi - dice Benedetto Montanari - ma credo non possa essere automatizzato qualsiasi filtro tra scuola e famiglia. È lo studente che funge da schermo - aggiunge il preside del tecnico Majorana - : è uno strumento educativo, un´azione di collegamento, che aiuta il ragazzo a crescere ed a responsabilizzarsi».