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Repubblica-Il Polo censura i libri di storia "Sono faziosi, ci pensi il governo"

SCELTE DEI PARTITI Il Polo censura i libri di storia "Sono faziosi, ci pensi il governo" Fassino: oscurantisti. E l'Ulivo grida al Minculpop Il centrodestra chiede "rigore scientifico" e la "v...

12/12/2002
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la Repubblica

SCELTE DEI PARTITI
Il Polo censura i libri di storia "Sono faziosi, ci pensi il governo"
Fassino: oscurantisti. E l'Ulivo grida al Minculpop

Il centrodestra chiede "rigore scientifico" e la "vigilanza" del ministero
Camera, una risoluzione in commissione Cultura: i testi scolastici siano equilibrati
Adornato mediatore: serve una indagine conoscitiva. Ma il tentativo fallisce
La protesta della Cgil-scuola : quel documento è davvero inaccettabile

ROMA - Gli studenti di "ogni ordine e grado" devono studiare la storia, in particolare quella contemporanea, "secondo criteri oggettivi rispettosi della verità". Fra i banchi delle scuole devono circolare libri "di assoluto rigore scientifico che tengano conto, in modo obiettivo, di tutte le correnti culturali e di pensiero". E a vigilare su "oggettività" e "verità" deve essere il governo. Per la precisione il ministero dell'Istruzione, il ministro Letizia Moratti. Ma nel rispetto dell'autonomia scolastica. Tutto vero. Tutto messo nero su bianco in una risoluzione, dal valore vincolante, che la Casa della libertà ha presentato, votato e approvato ieri in commissione Cultura alla Camera.
Il paladino del controllo sui libri di testo, che serve a "garantire la libertà di scelta degli studenti", è Fabio Garagnani, un deputato di Forza Italia. Il suo testo, sottoscritto da An, Lega e Udc, è però passato senza i voti dei centristi, che al momento di dire sì o no non si sono fatti vedere. Un'assenza che potrebbe aprire un nuovo fronte polemico nella maggioranza. Durante il dibattito, infatti, Guglielmo Rositani di An ha accusato la Dc di avere "avuto la responsabilità storica di aver consentito al Pci di svolgere un ruolo egemonico nella storiografia degli ultimi 50 anni". Parole che evocano in qualche modo l'attacco sulla questione morale portato in aula agli ex democristiani dal capogruppo Ignazio La Russa. Il suo collega di partito Alessio Butti ha preso invece di mira gli editori e gli autori, colpevoli "di aver alimentato le tensioni, latenti e mai sopite, che in Italia durano da cinquanta anni e che hanno offerto a intere generazioni il pretesto per tremendi scontri".
Insomma tutti colpevoli, tutti faziosi, padri di libri che censurano la realtà per fini politici: i comunisti egemoni, i dc succubi, editori e autori sobillatori di coscienze. Tanto colpevoli che la Cdl ha voluto votare a tutti i costi la risoluzione, nonostante il tentativo di mediazione del presidente della commissione, il forzista Nando Adornato, che ha proposto un'indagine conoscitiva sui contenuti dei libri di testo in cambio del ritiro del documento. Ma il centrosinistra ha obiettato che il ministero ha già una commissione che controlla la qualità scientifica dei libri e che l'indagine sarebbe stata una violazione dei principi costituzionali che garantiscono la libertà di insegnamento.
Un no che ha indotto Adornato ad adeguarsi e convinto Garagnani ad insistere per il voto, nonostante il palese imbarazzo dei pochi liberal del centrodestra. Alla fine il voto c'è stato e ha scatenato un putiferio. Il centrosinistra, Rifondazione, la Cgil con il segretario del settore scuola Enrico Panini che parla di "inaccettabile censura", la Gilda, sono insorti contro una decisione che considerano incostituzionale, tipica dei regimi, degna del Minculpop fascista. Anzi, dice Andrea Colasio, capogruppo della Margherita in commissione, "neanche il Minculpop aveva osato tanto". Piero Fassino parla di "arretratezza culturale e oscurantismo" e il verde Mauro Bulgarelli dice: "L'ineffabile Garagnani ottiene il voto liberticida della maggioranza" E per Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, "si sta consumando un'altra grave rottura costituzionale".
(si.bu.)