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Repubblica it - Scontro governo-sindacati si va verso lo sciopero

Scontro governo-sindacati si va verso lo sciopero Cofferati: "Domani decideremo la risposta" ROMA - E alla fine l'autunno caldo è arrivato e poco importa se è ormai inverno. Tra il governo e i...

26/11/2001
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la Repubblica

Scontro governo-sindacati
si va verso lo sciopero
Cofferati: "Domani decideremo la risposta"

ROMA - E alla fine l'autunno caldo è arrivato e poco importa se è ormai inverno. Tra il governo e i sindacati è rottura, anzi è "rottura politica", come dice Luigi Angeletti segretario generale della Uil. A mettere sulla rotta di collisione l'esecutivo e le parti sociali è la delega sull'articolo 18. La riforma va avanti, licenziare, almeno i nuovi assunti, sarà più facile: "La richiesta non è ritirabile, è già stata depositata al Senato", dice Roberto Maroni, ministro del Welfare. Ma la spiegazione non convince Cofferati e gli altri leader sindacali, che oggi si riuniranno per decidere la risposta. Lo sciopero generale è la più probabile.

Il primo a uscire dall'incontro è Pezzotta, della Cisl: "Il governo non ritira la delega", dice e si capisce subito l'aria che tira. Per altro già intuita al galà per la presentazione dell'euro, poche ore prima al Quirinale. Nel salone delle feste Cofferati era stato lapidario: "Come andrà l'incontro? Dovete chiederlo a Berlusconi, noi abbiamo già le idee chiare".

Per sfortuna del sindacato ha le idee chiare anche il premier e dopo oltre due ore di faccia a faccia la rottura è inevitabile. Anche se è sempre Maroni, che prova ad addolcire i toni: "Il governo non può ritirare una proposta approvata da tutto il consiglio dei ministri ma il testo non è blindato e siamo pronti a recepire eventuali accordi raggiunti con le parti sociali".

Il ministro fa l'ottimista: "Penso che per raggiungere un accordo ci sia tutto il tempo. Le deleghe vanno presentate entro il 15 dicembre ma poi passeranno anche un paio di mesi per l'approvazione. Uno sciopero generale su questa questione sarebbe spropositato".

I sindacati però non recepiscono il messaggio: loro chiedevano il ritiro delle deleghe sull'articolo 18, visto che questo non avviene per loro l'incontro è andato male, "molto male".

Cofferati spiega: "Il governo ha risposto negativamente alle richieste che il sindacato aveva formulato in materia di licenziamenti, contratto dei dipendenti pubblici. Il permanere delle norma introdotta nella delega sull'articolo 18 consentirebbe alle aziende di licenziare le persone senza giustificato motivo e questo per noi è inaccettabile".

Il leader della Cgil è prudente, in questa fase gli interessa tenere unito il sindacato e per questo rinvia ogni ipotesi a domani, quando le segreterie si ritroveranno nel pomeriggio per decidere. Ancora più prudente Pezzotta: "Io non ho mai parlato di sciopero generale ma sempre di mobilitazione. Vedremo domani. Sicuramente con il governo c'è stata una rottura. Sul pubblico impiego, comunque, si andrà sicuramente allo sciopero".

Sulle pensione, l'altro tema in discussioni va un un po' meglio, ma solo perché non si è entrati nei vivo: "Aabbiamo fissato per mercoledì un incontro per parlare dei cinque punti. Non ci è stato consegnato alcun documento. Non sarà un tavolo tecnico, ma poichè esiste già un documento sarà un confronto politico".