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Repubblica-La maturità come una passeggiata

maturità come una passeggiata CORRADO AUGIAS C arissimo Augias, è ormai un luogo comune che gli esami di maturità (più corretta¬mente esami di Stato) non ser¬vano a nulla, e la ragio...

18/06/2003
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la Repubblica

maturità come una passeggiata

CORRADO AUGIAS

C arissimo Augias, è ormai un luogo comune che gli esami di maturità (più corretta¬mente esami di Stato) non ser¬vano a nulla, e la ragione sta nel fatto che la commissione d'esa¬me è composta dagli insegnanti della classe. Sono d'accordo sul fatto che la formula attuale non funziona, non condivido però l'idea che gli esami siano poco seri perché a valutare le prove sono gli stessi insegnanti che hanno preparato gli studenti. Anzi, per me è la garanzia della loro serietà e del loro valore! Se così non fosse sarebbe come dire che tutte le valutazioni date dagli insegnanti sono poco serie. Comunque le polemiche di questi giorni, tese a svalutare l'esame, non tengono conto che nella realtà si tratta pur sempre di esami: lo si chieda agli studenti se il fatto che a valutarli vi siano insegnanti della classe porti a viverli come una passeggiata al mare! Che gli esami siano una prova da affrontare, questo rimane, con il valore educativo che vi è implicato.
Gianni Mereghetti - Abbiategrasso
gianni.mereghetti@libero.it
Gentile dottor Augias, che delusione, la scuola. Ieri ho incontrato un collega di Econo¬mia aziendale e alla mia domanda "Hai com¬pletato il programma in vista della prova scrit¬ta del 19?", ha risposto: "Dei due libri di Eco¬nomia aziendale del V anno (9 ore settimanali di insegnamento) ho completato solo il pri¬mo.... tanto i compiti d'esame li correggo io!". Questo in un Istituto pubblico, pensi un po' co¬sa succede in certi istituti privati.
Giuliano Paganin
pag.formazione@virgilio.it
È chiaro che entrambi i letto¬ri-insegnanti riflettono la si¬tuazione secondo la loro espe¬rienza e che entrambi quindi do¬cumentano una parte della realtà. Quale sarà la parte preva¬lente? Quella del prof Mereghetti o quella, così cinica, raccontata dal prof Paganin? Domanda sen¬za risposta. Aver di fatto abolito i commissari di esame ha avuto un doppio scopo: risparmiare un po' di soldi per le trasferte, nello stes¬so tempo (forse involontaria¬mente) dare una mano alle scuo¬le meno serie che in cambio di una sostanziosa retta garantiscono di poter fare due o tre anni in uno, promozione finale inclusa.
Ho molta fiducia negli insegnanti e credo che i più di loro faranno con serietà il loro dovere. Re¬sta che l'esame di maturità sostenuto davanti ai propri professori non è un esame, è la replica de¬gli scrutini finali, una perdita di tempo, tanto varrebbe abolirla, se la Costituzione lo consen¬tisse. Ai miei tempi la prova della maturità (che personalmente ricordo come un incubo: nove materie per tre anni di programma) stava anche nella componente emotiva che la caratterizza¬va, compresa la capacità di superare eventuali ostacoli imprevisti, tra i quali affrontare profes¬sori sconosciuti. Era una prova modulata su una qualunque altra prova d'ingresso nel mondo de¬gli adulti, un passaggio che sanciva la fine della prima giovinezza.
Del resto nei paesi dove la maturità non esiste, si affrontano severi esami di ammissione alla fa¬coltà universitaria: professori sconosciuti anche lì; spesso numero chiuso; il gioco prima o poi si ripete. Avremmo bisogno di ragazzi più prepa¬rati, stiamo invece favorendo i più ricchi e i più furbi come detta il modello dominante. Ciò det¬to, un sincero in bocca al lupo. A tutti quelli che lo meritano.