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Repubblica-Libri di testo, una cultura imposta per decreto

Libri di testo, una cultura imposta per decreto CORRADO AUGIAS EGREGIO signor Augias, nel mio istituto tecnico commerciale, i professori "politicizzati" che ho avuto avevano idee ...

17/12/2002
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la Repubblica

Libri di testo, una cultura imposta per decreto

CORRADO AUGIAS

EGREGIO signor Augias, nel mio
istituto tecnico commerciale, i
professori "politicizzati" che ho
avuto avevano idee di destra o cen¬
trodestra. Il professore di lettere ri¬
peteva che il fascismo non è stata
una pagina così nera e che qualche
cosa di positivo aveva fatto; che l'er¬
rore di Mussolini fu di accettare le
leggi razziali imposte da Hitler. Il li¬
bro scelto da lui era, con franchezza,
obiettivo e metteva in risalto sia le
oscenità del fascismo che quelle del
comunismo ma lui ci propose molti
articoli che dimostravano i delitti
del comunismo. I miei ex compagni
votano al 90 per cento a destra; influenzati da que¬
sta persona? Bisognerebbe discutere la faziosità di
certi insegnanti piuttosto che quella dei libri.
Paolo Giacomotti
giaco1980@supereva.it
GENTILE dottor Augias, ho assistito a parte di
"Excalibur". Il conduttore ha aperto con imma¬
gini di crimini sovietici e giovani che dicono di non
aver studiato a scuola argomenti quali i massacri dei
Khmer rossi, la repressione ungherese del '56, la¬
mentando programmi troppo concentrati sull'Eu¬
ropa? Mi chiedo se i faziosi ministri dell'istruzione
pubblica abbiano mai proposto le atrocità dei mili¬
tari sponsorizzati dalla Cia e benedetti dall'ala inte¬
gralista della Chiesa cattolica in molti paesi suda¬
mericani, le atrocità avvenute in Cile, i desapareci¬
dos argentini, i massacri del Nicaragua, oppure,
tanto per stare in tema di eurocentrismo, le vittime
della violenza fascista in Italia. Ho la percezione che
in un momento in cui il dominio dell'informazione
è tutto, la vittoria vada a chi urla più forte.
Teo Ferraris
teo.ferraris@tiscali.it
LA "baggianata" (definizione
del segretario Udc Follini) di
imporre per decreto i libri di te¬
sto è rientrata nel ludibrio. Per
ora. Ho scorso la scheda del de¬
putato Fabio Garagnani (Forza
Italia) autore del progetto: figu¬
ra laureato in legge. Mi sono det¬
to: supponiamo che Garagnani
abbia ragione, che tutti i libri di
testo siano intrisi di un'ideolo¬
gia di sinistra (ammesso che vo¬
glia dire qualcosa - quale sini¬
stra?); ammettiamolo per ipote¬
si. Come fa un signore che ha
passato mesi della sua vita sui li¬
bri, ricavandone suppongo alcune nozioni ol¬
tre al rifiuto di ogni "sinistra", come fa a pensa¬
re che una scelta culturale si possa imporre per
decreto? Non discuto il male (ammesso che ci
sia) fa ribrezzo il rimedio. Da quale risenti¬
mento dev'essere posseduto un essere umano
perché smarrisca i fondamenti della conviven¬
za democratica? Mi sono anche chiesto come
abbia tollerato un simile insulto il presidente
della commissione Cultura che esibisce al ba¬
vero l'etichetta "liberal". Quale pena deve af¬
fliggerlo in così mediocre compagnia. Se i libri
sono di sinistra se ne scrivano altri di diversa
impostazione. I professori di destra come dice
Paolo Giacomotti non mancano, dov'è il pro¬
blema? Il problema in realtà c'è: sta nella tota¬
le indifferenza di questa gente verso la cultura.
Basta pensare a quale inadeguatezza, eviden¬
te disagio, c'è dei ministri che dovrebbero occu¬
parsene e che vorrebbero chiaramente essere
altrove. Basta pensare al trattamento riserva¬
to all'università, alla ricerca, alla scuola pub¬
blica, agli insegnanti, ai libri. Come si fa a ri¬
fiutare in modo così smaccato la cultura e poi
pensare d'imporla con un decreto di tipo stali¬
nista o, per chi preferisce, fascista?