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Repubblica-Metalmeccanici, c'è l'intesa ma la Fiom non la firma

Via libera di Uilm e Fim, il sindacato si divide E' la prima volta che accade dal dopoguerra Metalmeccanici, c'è l'intesa ma la Fiom non la firma L'aumento è di 90 euro. Novità per formazione e ...

08/05/2003
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la Repubblica

Via libera di Uilm e Fim, il sindacato si divide
E' la prima volta che accade dal dopoguerra
Metalmeccanici, c'è l'intesa ma la Fiom non la firma
L'aumento è di 90 euro. Novità per formazione e inquadramento
Il dissidio riguarda soprattutto il calcolo dell'inflazione

ROMA - Un accordo che segna una divisione. Sul documento che fissa il nuovo contratto per i metalmeccanici ci sono le firme di Federmeccanica, della Fim, della Uilm ma non quella della Fiom. E' la prima volta dal dopoguerra che accade una cosa del genere. E' la prima volta che una delle categorie storiche dei lavoratori, vede le proprie rappresentanze sindacali dividersi. L'intesa prevede un aumento di 90 euro a regime così suddivisi: 45 a luglio 2003, 24 a febbraio 2004 e 21 a dicembre 2004. Gli ultimi 21 euro sono corrisposti a titolo di anticipo del divario fra inflazione programmata e reale che si avrà nel periodo. L'intesa prevede anche una "una tantum" di 220 euro (115 a giugno 2003 e 105 a gennaio 2004), oltre a 10 euro di indennità di vacanza contrattuale già erogata tra aprile e maggio.

Nell'accordo è prevista anche una riforma dell'inquadramento che dovrà essere discussa nell'arco della vigenza contrattuale (2003-2006) da un gruppo di lavoro paritetico. L'applicazione dovrebbe partire dal prossimo contratto normativo. Novità anche sulla formazione, con la possibilità di utilizzare i permessi anche per conseguire il diploma di media superiore, mentre saranno costituiti enti bilaterali per diffondere le opportunità di formazione per i lavoratori. Sui contratti atipici c'è stato un rinvio a un successivo confronto, mentre sulla malattia è stata prolungata a 24 mesi l'aspettativa non retribuita che si può richiedere alla scadenza del periodo di conservazione del posto per i lavoratori affetti da gravi malattie.

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Dal punto di vista politico, questo contratto nasce, dopo cento giorni di trattative, con la Fim e la Uilm da un lato e la Fiom dall'altro. A dividere le organizzazioni di categoria il calcolo della inflazione reale e di quella programmata che impone un "recupero" del differenziale. Che le strade delle tre organizzazioni sindacali fossero diverse lo si era capito fin dal momento della presentazione della piattaforma della Fiom. Il metalmeccanici della Cgil chiedevano 133 euro, Fim e Uilm, sui 92 euro. A questo si è aggiunta l'attuazione, nel contratto, del Patto per l'Italia (firmato dal governo con Cisl e Uil ma non con la Cgil).

Mano mano che passavano le giornate, le divisioni tra i sindacati si sono fatte più profonde. A nulla è servito il tentativo delle segreteria generali di Cgil, Cisl e Uil che a più riprese hanno tentato di avvicinare le posizioni. L'ultimo appello di Corso d'Italia sabato ha solo "certificato" la spaccatura. Ora la parola passa ai lavoratori nelle fabbriche.