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Repubblica-Milano-In classe la difesa del tempo pieno

città quelle delle elementari con la giornata lunga sono 6.232, rispetto all'anno scorso 271 in più In classe la difesa del tempo pieno Volantini e assemblee per salvare le 40 ore obb...

14/01/2004
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la Repubblica

città quelle delle elementari con la giornata lunga sono 6.232, rispetto all'anno scorso 271 in più
In classe la difesa del tempo pieno
Volantini e assemblee per salvare le 40 ore obbligatorie
La direttiva allarma l'85 per cento dei genitori dei bambini dai 6 anni in su Venerdì un incontro alla Casa della cultura
ZITA DAZZI


Alla vigilia dell'approvazione definitiva della riforma Moratti, tremano i genitori dell'85 per cento delle elementari, scuole a tempo pieno, dove gli alunni restano dalle 8.30 alle 16.30. Fuori da molti istituti pendono striscioni contro il decreto che farà scendere le ore obbligatorie di lezione dalle attuali 40 alle future 27. Mentre continuano le assemblee e le raccolte di firme, per oggi si annunciano proteste in molti quartieri. Venerdì alle 17.30 alla Casa della cultura in via Borgogna 3 assemblea cittadina in vista della manifestazione di sabato a Roma. E lunedì pomeriggio, appuntamento per tutti davanti a Palazzo Marino.
La formula del tempo pieno è quella privilegiata dalle famiglie milanesi, visto che la maggioranza delle madri lavora: le classi con l'orario lungo sono 6.232, rispetto all'anno scorso 271 in più. Le classi organizzate a "moduli" (pranzo a casa con rientri pomeridiani a scuola) sono 1.181, 141 in meno rispetto al 2002-03.
Ieri mattina sono cominciati volantinaggi per spiegare ai genitori quel che cambierà con la riforma. "La nuova legge cancella il tempo pieno - spiega Elena Miglietta, insegnante delle elementari Martinengo, una delle coordinatrici della rete di scuole impegnate in questa battaglia -. La Moratti voleva portare l'orario a 27 ore, senza alternative: questo avrebbe comportato la necessità di far uscire tutti i bambini da scuola prima dell'orario di pranzo".
Ma a dicembre sono scattate tante proteste e manifestazioni che il testo del decreto è stato parzialmente emendato: "Abolito il "tempo pieno", resta il "tempo scuola", con un orario formalmente invariato di 40 ore. Ma solo 27 ore sono "obbligatorie" per tutti, mentre le altre sono facoltative. Fino al 2005 sono garantiti docenti di Stato e dopo non si sa chi starà con gli alunni nelle ore opzionali - continua la Miglietta, impegnata in un tour cittadino per mobilitare le scuole -. Ogni istituto si organizzerà le ore facoltative a modo suo, chiedendo contributi economici al Comune e alle famiglie. Il personale sarà di cooperative private e molti preferiranno portare i figli a casa piuttosto che lasciarli in scuole trasformate in parcheggi".
Dopo le proteste dell'Anci, l'associazione dei Comuni, preoccupata delle conseguenze economiche della riforma sugli enti locali, nel decreto è stato scritto che per il primo anno sarà lo Stato ad assicurare i docenti per le 40 ore di scuola, quelle obbligatorie e quelle facoltative. "Ma dopo quella data nulla si sa. Come al solito ci saranno scuole di serie A e scuole di serie B, chi potrà fare alle famiglie offerte formative interessanti e chi invece dovrà fare le nozze coi fichi secchi", dice Francesca Lavizzari, preside dell'istituto Cavalieri che comprende le elementari di via Ariberto, 450 alunni, una delle poche scuole dove un modello che vagamente assomiglia a quello della riforma Moratti è già in vigore. "Da noi ci sono alcune ore di lezione facoltative alla settimana - racconta la Lavizzari -. Facciamo fare ai bambini laboratori e attività sportive. Ma chi vuole, può far uscire in anticipo suo figlio uno o due giorni alla settimana invece di fargli seguire le attività opzionali".
Ma è proprio questo che ai genitori non piace. Secondo la riforma, il tempo per la mensa e i giochi non sarà più attività didattica seguite dalle maestre e diventerà facoltativo. "Con chi pranzeranno i bambini? Con educatori di cooperative? E con chi giocheranno? - dice Marco Donati, genitore e gestore del sito autogestito dedicato alla difesa del tempo pieno (www.retescuole.net), 300 scuole iscritte - L'obiettivo del Governo è privatizzare la scuola pubblica. Per stare a scuola fino alle 16.30 bisognerà pagare attività gestite da privati. E chi avrà più soldi sceglierà corsi esterni alle scuole per far fare ai figli sport o inglese a livelli ancora più qualificati di quel che potranno offrire le cooperative dentro alle scuole. E chi soldi non ne ha proprio, non avrà altra scelta che tenersi i figli a casa".