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Repubblica-Negli asili non c'è più posto

Negli asili non c'è più posto Bloccate le iscrizioni anticipate: lunghe code, poco personale i tagli del welfare Le iscrizioni aumenteranno il prossimo anno con l'avvio della riforma Moratti...

08/05/2003
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la Repubblica

Negli asili non c'è più posto
Bloccate le iscrizioni anticipate: lunghe code, poco personale
i tagli del welfare

Le iscrizioni aumenteranno il prossimo anno con l'avvio della riforma Moratti
Si attribuisce la responsabilità della crisi al miniboom demografico e agli stranieri
Aumenta il numero dei bambini in classe, cala la qualità delle mense meno posti in colonia
Il sindacato accusa: il governo non può fare le riforme senza prevedere le risorse
ZITA DAZZI

MILANO - In coda per un posto alla materna, la scuola che per legge dovrebbe essere garantita a tutti i bambini. Un problema che accomuna molti grandi centri urbani del Nord. A Milano, Torino, Venezia, Padova, Bologna e persino a Reggio Emilia - presa a modello per gli asili da tutto il mondo - non bastano più i posti nelle scuole comunali riservate ai piccoli da tre a sei anni. Le cause sono tre: il mini boom demografico dell'anno Duemila, il numero sempre maggiore dei bambini extracomunitari presenti in classe, il taglio continuo di fondi e di personale che riduce all'osso le possibilità degli enti locali di potenziare le strutture educative per la prima infanzia.
La lista d'attesa per le materne comunali è ormai un dato di fatto, così come l'aumento del numero di bambini per classe, il peggioramento delle mense scolastiche, la riduzione di posti nelle colonie estive e il rincaro di tutti i servizi educativi, dai soggiorni nelle case di vacanza dei Comuni alle attività sportive offerte al pomeriggio nelle scuole. Una crisi del welfare dei piccoli, che trova la sua conferma più recente nel problema della lista d'attesa nelle materne. Mille famiglie sono in coda a Milano, 1.500 a Torino, 800 a Bologna, 400 a Reggio Emilia, 250 a Padova, altre centinaia a Genova, Venezia, Padova, Vicenza. Un problema in più per le famiglie italiane che già, da anni, sanno di dover fare i conti con le liste d'attesa per i nidi comunali, che accolgono i bimbi fra zero e tre anni.
"La lista d'attesa riguarda ormai le materne in tutta l'Italia - denuncia Fabrizio Da Crema, della segreteria nazionale della Cgil scuola - Al nord è coperto il 93 per cento della domanda, ma al sud la percentuale scende al 70-80 per cento. I nidi accolgono solo il 7 per cento dell'utenza. Il governo ha bloccato il piano di espansione per le scuole dell'infanzia che prevedeva dal 2001 la creazione di 500 nuove sezioni di scuola materna all'anno per esaurire la lista d'attesa". Il sindacato teme che l'anno prossimo la situazione sarà anche peggio, perché entrerà in vigore la riforma Moratti, che dà la possibilità di iscrizione alla materna anche ai bambini di due anni e mezzo. "Il Governo ha bloccato le nuove immissioni di personale nelle materne, quindi le domande in eccesso non possono essere accolte - aggiunge Giovanni Miragoli, segretario della Cisl scuola lombarda - Infatti il ministro ha dovuto sospendere le iscrizioni anticipate".
"Far partire la riforma Moratti senza investire nuove risorse è una truffa che rischia di far collassare il sistema", dice Susanna Mantovani, preside della facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Milano Bicocca, e ex assessore all'Educazione del Comune di Milano. "Nelle realtà urbane del Centro nord - continua la Mantovani - le scuole comunali per l'infanzia, che erano uno dei vanti delle amministrazioni locali, soffrono già da tempo per i tagli del ministro Tremonti, che si sommano all'aumento delle nascite e all'idea bizzarra e demagogica del'"anticipo". Le sezioni sono già molto affollate, le richieste sono negli ultimi anni cresciute oltre le previsioni. E molti enti locali, soprattutto al nord, adesso puntano sui finanziamenti ai nidi privati, a quelli aziendali e alle famiglie che mandano i figli nelle scuole private".
Una ricetta, questa, che viene rivendicata con orgoglio da Bruno Simini, oggi assessore all'Educazione nella giunta del Polo di Gabriele Albertini: "Le amministrazioni locali devono fare i conti con i tagli della finanziaria, con bilanci risicati e con una domanda crescente di servizi educativi per la prima infanzia. Il Comune di Milano ha investito sui nidi privati e aziendali che riservano posti al Comune. Con questo sistema a Milano nel 2002 sono stati creati 1000 posti nido, il 15 per cento dei quali dati in convenzione al Comune".
Diverse le scelte del Comune di Reggio Emilia, pluripremiato a livello internazionale per gli asili. L'assessore Sandra Piccinini, Ds, annuncia l'apertura di due nuove scuole materne entro l'anno: "Serviranno a smaltire la lista d'attesa. Ma abbiamo anche deciso di aumentare gli investimenti: il 16 per cento del bilancio comunale verrà speso per l'infanzia con oltre 10 milioni di euro all'anno destinati agli asili".