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Repubblica-OBIETTIVO DESTABILIZZAZIONE LA SFIDA DEGLI INTEGRALISTI -di Tahar Ben Jelloun

OBIETTIVO DESTABILIZZAZIONE LA SFIDA DEGLI INTEGRALISTI Un anno fa scoperta una cellula terrorista che voleva affondare le navi militari e civili nello Stretto di Gibilterra La polizia aveva ...

18/05/2003
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la Repubblica

OBIETTIVO DESTABILIZZAZIONE LA SFIDA DEGLI INTEGRALISTI

Un anno fa scoperta una cellula terrorista che voleva affondare le navi militari e civili nello Stretto di Gibilterra
La polizia aveva avvertito: il paese può diventare una base operativa. Ma potremmo essere nel mirino anche noi
(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)
TAHAR BEN JELLOUN
TAHAR BEN JELLOUN

IN quanto Comandante dei Credenti, il re Mohamed VI garantisce il libero esercizio della fede musulmana e non permette a estremismo e fanatismo di impossessarsi della religione per ragioni politiche. Per esempio in Marocco è vietato costituire un partito politico religioso. Questo non impedisce che come movimento di protesta l'islamismo esista e si manifesti in diversi settori sociali. Alcuni islamici che si dichiarano moderati, vale a dire contro il ricorso alla violenza, si sono raggruppati in un partito politico, il Partito della giustizia e dello sviluppo (Pjd, Parti de la Justice et du Développement), che ha partecipato alle ultime elezioni legislative - elezioni libere e trasparenti - ottenendo 42 seggi in parlamento e affermandosi come terza forza politica del paese. Altri islamici, più severi con il governo, si sono astenuti dall'esercizio della democrazia e continuano a predicare la rottura con l'Europa e l'America, una rottura anche con il modo di vivere quasi laico dei marocchini.
Questi atti terroristici sono la prima prova politica del giovane re. Il Marocco è noto per avere un eccellente servizio di polizia, tanto che esporta i suoi esperti in alcuni paesi del Golfo, come Abu Dhabi, e dell'Africa, come il Gabon. Allora, che cos'è successo? Perché i terroristi sono riusciti a colpirlo?
Forse la riorganizzazione del ministero degli Interni ha favorito quelli che aspettavano un calo della vigilanza per intervenire. Ultimamente quegli islamici reclamavano la chiusura dei centri culturali europei e insistevano perché l'arabizzazione dell'insegnamento e del paese fosse totale. Di fatto cercavano di isolare il Marocco, di farne un paese in cui regnasse la charia (la legge islamica), in cui si praticasse un ritorno alle origini voltando le spalle alla modernità, all'apertura verso le altre lingue, le alte culture, le altre religioni.
Con questi attentati, collocati dopo quello di Riad e subito prima dell'estate, i terroristi vogliono colpire l'economia e la stabilità del Marocco. È ovvio che il turismo ne risentirà molto gravemente. Non si sa ancora chi siano gli assassini, da dove vengano e chi li comandi, ma una cosa è certa: un paese arabo e musulmano che intrattiene buone relazioni con l'Europa e anche con l'America, un paese stabile che si è impegnato nella democrazia, un paese culturalmente bilingue e amato per la sua ospitalità, la sua luce e la sua moderazione è un paese che il terrorismo internazionale vuole distruggere.
Ora più che mai la comunità europea deve aiutare il Marocco a svilupparsi e a continuare sulla strada della modernità e della democrazia.

(traduzione
di Elda Volterrani)