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Repubblica-Prof religione, sì alla legge scontro tra laici e cattolici

Camera ha dato l'ok definitivo. Scelti dai vescovi, hanno gli stessi diritti degli altri insegnanti Prof religione, sì alla legge scontro tra laici e cattolici Tempo indeterminato, potranno pas...

16/07/2003
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la Repubblica

Camera ha dato l'ok definitivo. Scelti dai vescovi, hanno gli stessi diritti degli altri insegnanti
Prof religione, sì alla legge scontro tra laici e cattolici

Tempo indeterminato, potranno passare ad insegnare altre materie se in esubero
"Assunti in base a regole che non sono della Repubblica ma dello Stato Vaticano"
GIOVANNA CASADIO

ROMA - Sul tabellone di Montecitorio sono comparsi 252 sì, 115 no e 13 astenuti. Per gli insegnanti di religione è il giorno della svolta, per il Parlamento italiano l'ennesima frattura tra cattolici e laici. Con il via libero definitivo ieri della Camera dei deputati, 13 mila insegnanti di religione - che continueranno ad essere scelti dai vescovi - si vedono riconosciuti gli stessi diritti degli altri colleghi.
Saranno tutelati dalle stesse norme; saranno assunti a tempo indeterminato e potranno passare ad insegnare altre materie se in esubero. Entrano cioè in ruolo a tutti gli effetti. Ma il reclutamento spetterà alla diocesi con un giudizio d'idoneità, prima di accedere al concorso pubblico. Una disparità a rischio di incostituzionalità, secondo i laici. Sanata una situazione iniqua, per i cattolici. Esulta la Casa delle libertà che, dopo tante polemiche su immigrazione e indultino, sa di fare cosa gradita al Vaticano. Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia e Mario Landolfi di An non mancano di sottolineare che è un "coronamento del lungo impegno" del centrodestra. L'Ulivo si divide: Ds, Sdi, Verdi, Pdci, Rifondazione comunista votano contro e si aggrega il repubblicano Giorgio la Malfa. La Margherita e l'Udeur si esprimono a favore, ma nelle file dei Dl alcuni sono assenti o, come Roberto Giacchetti, si astengono.
Il voto è "trasversale" come già era avvenuto nelle due precedenti letture alla Camera e al Senato. Sul piede di guerra la Cgil- scuola : "È il primo caso nella storia italiana di una legge che immette in ruolo personale che insegna una materia facoltativa e che hanno potuto lavorare solo grazie all'idoneità attribuita discrezionalmente dal vescovo sulla base di regole che non sono quelle definite dallo nostra Repubblica ma dallo Stato del Vaticano", attacca il sindacalista Enrico Panini. Due pesi e due misure e un problema per gli altri precari della scuola, è quanto afferma la Uil rivolgendosi al ministro della Scuola, Letizia Moratti che questa legge fece approvare dal governo a tambur battente nel magio 2002. I repubblicani chiedono che il presidente Ciampi non firmi un provvedimento "incostituzionale e privo di quantificazione e copertura degli oneri". Durissimo è l'intervento di Valdo Spini (Ds), per il quale si tratta di norme con cui si deroga "ai principi del concorso pubblico per l'ingresso negli organici dello Stato". Livia Turco, diessina e cattolica: "Gli insegnanti di religione dovevano avere il loro statuto, ma questa legge getta un'ombra sul principio di laicità dello Stato". Un appello alla Consulta è rivolto dal verde, Mauro Bulgarelli: "Gli insegnanti di religione potranno godere di più diritti dei loro colleghi; è incostituzionale". Allo stesso modo il socialista Roberto Villetti denuncia: "Abbiamo creato nell'organico degli insegnanti pubblici dello Stato italiano una nuova figura che è sottoposta al vaglio, alla censura da parte della Chiesa". Nel centrosinistra a sostenere le ragioni dei cattolici è Emilio Delbono (Margherita): "Nessuna enfasi ideologica ma solo una situazione sanata". Il primo concorso sarà riservato agli insegnanti di religione che abbiano all'attivo almeno quattro anni di servizio negli ultimi dieci.