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Repubblica-Sciopero generale targato Cgil

Sciopero generale targato Cgil Stop di 4 ore nell'industria il 21 febbraio. No di Cisl-Uil La proposta di Epifani "contro il declino produttivo del paese di cui il caso Fiat è l'emblema"...

14/01/2003
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la Repubblica

Sciopero generale targato Cgil
Stop di 4 ore nell'industria il 21 febbraio. No di Cisl-Uil

La proposta di Epifani "contro il declino produttivo del paese di cui il caso Fiat è l'emblema"
Spaccatura sindacale anche sulla mobilità: accordo senza Fiom. Maroni la accusa: si comporta come un partito
Parisi (Confindustria): "Iniziative inutili, non si capiscono le motivazioni"
Decisa anche la fermata di otto ore per il gruppo torinese entro gennaio
RICCARDO DE GENNARO

ROMA - Un altro sciopero "generale" proclamato dalla sola Cgil, che questa volta coinvolge soltanto industria e artigianato ed è di quattro ore. È la proposta che il segretario Guglielmo Epifani ha sottoposto ieri al direttivo della sua organizzazione, che la voterà oggi. Lo sciopero è stato deciso per "contrastare il declino industriale del Paese, di cui il caso Fiat è l'emblema", contro l'idea che la competizione si possa basare "sulla scelta della flessibilità del lavoro o sulla riduzione dei diritti dei lavoratori", contro "un'idea bassa dello sviluppo". C'è già anche la data: il 21 febbraio prossimo. La Cgil, dunque, va avanti - da sola - sulla strada tracciata prima della scorsa estate, quando l'ex leader della confederazione, Sergio Cofferati, annunciò il primo sciopero generale di otto ore della sola Cgil dopo 40 anni: la segreteria, riunita il 17 settembre, fissò la fermata al 18 ottobre. Il 20 settembre Cofferati passò il testimone a Epifani, che "gestì" lo sciopero e parlò a Torino.
Fin dalla prima settimana di dicembre, Epifani aveva sondato la disponibilità di Cisl e Uil per una piattaforma unitaria che comportasse anche una nuova mobilitazione generale entro gennaio. L'accoglienza era stata fredda e a poco a poco - nonostante lo sciopero unitario di Fiom, Fim e Uilm contro il piano Fiat - i rapporti con Cisl e Uil si sono nuovamente allentati. Fino alla giornata di ieri: quando, mentre Fim e Uilm firmavano un altro accordo separato sulla Fiat per la mobilità breve per altri cento lavoratori del gruppo, la Cgil ha rotto gli indugi e ha deciso lo sciopero. Nello stesso tempo, la Fiom confermava le otto ore di sciopero alla Fiat entro il mese di gennaio: "La fase unitaria è finita - dice Giorgio Cremaschi, Fiom - Fim e Uilm a parole respingono il piano Fiat e poi nei fatto lo accettano". Polemico il ministro del Welfare, Roberto Maroni: "La Fiom ha deciso di seguire la strada della pregiudiziale politica che la trasforma in un partito".
Un ultimo tentativo per evitare lo sciopero della Cgil l'aveva fatto venerdì scorso il leader della Uil, Luigi Angeletti, che aveva inviato a Epifani e a Savino Pezzotta (Cisl) una lettera - diffusa ieri ai giornali - con la quale invitava i colleghi a un incontro a tre "sulle tante tematiche che saremo chiamati ad affrontare e che, sono convinto, richiedono una forte impronta unitaria". La richiesta di un incontro unitario non ha tuttavia impedito alla Cgil di confermare la sua linea, che ormai contempla decisamente anche la possibilità di scioperi in solitudine. Così come aveva precisato prima dello sciopero del 18 ottobre, Epifani ieri ha tuttavia ribadito che "non è una scelta di rottura contro gli altri sindacati".
Angeletti, ieri, ha preferito non commentare l'iniziativa di Epifani, riservandosi una dichiarazione per oggi, dopo che il direttivo Cgil avrà formalizzato lo sciopero con il voto. Pezzotta, invece, ha definito l'iniziativa del 21 febbraio "una delle solite forzature" della Cgil e ha fatto sapere che, dopo la decisione della confederazione guidata da Epifani di scioperare, un incontro unitario nei prossimi giorni "non è opportuno". Immediata la risposta di Carla Cantone, segretario confederale Cgil: "Pezzotta ha semplicemente trovato la scusa per non discutere sul merito". Per Stefano Parisi, direttore della Confindustria, "lo sciopero della Cgil è inutile". Pieno l'appoggio di Rifondazione comunista, preoccupata la Margherita per i problemi di tenuta unitaria delle tre confederazioni.
Nella prima giornata del direttivo, che un importante dirigente Cgil definisce "molto cofferatiana", Epifani ha annunciato anche una manifestazione europea per la pace che si terrà il 15 febbraio in tutte le capitali, un'iniziativa sui diritti del lavoro per il 15 marzo a Milano e una "grande manifestazione a difesa della scuola pubblica" per il 12 aprile a Roma. Quanto alla Fiat, Epifani ha ribadito che "il piano industriale deve cambiare". E ha attaccato il governo: "Non riesce a mettere in campo un suo credibile punto di vista, se non firmare un accordo con l'azienda sul piano industriale, che esclude i lavoratori". Infine l'attacco a tutto o quasi il sistema industriale: "Nel Paese è ormai evidente - ha detto Epifani - un'assenza di cultura del rischio, c'è un'assoluta pigrizia da cui il capitalismo familiare non è certo esente. Il nostro capitale finanziario è pronto a dividersi le spoglie delle tariffe pubbliche, non certo a rischiare