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Repubblica-Torni-I soldi per la scuola non sono spesi invano

L'INTERVISTA L'assessore Pozzi: nessun lusso, e non parlate di welfare "I soldi per la scuola non sono spesi invano" "Noi non guardiamo solo all'istruzione, ma all'educazione: dei cittadini...

31/05/2003
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la Repubblica

L'INTERVISTA
L'assessore Pozzi: nessun lusso, e non parlate di welfare
"I soldi per la scuola non sono spesi invano"

"Noi non guardiamo solo all'istruzione, ma all'educazione: dei cittadini di domani"

Torino è una delle città d'Italia dove il tempo pieno è più diffuso. Dove le scuole materne comunali sono il 60 per cento del totale (in quasi tutto il resto di Italia sono a maggioranza statali), dove le attività integrative fornite dal Comune (che spende 300 milioni di euro l'anno per la scuola) sono tantissime. Insomma come ha spiegato spesso l'assessore comunale al sistema educativo Paola Pozzi, Torino ha proprio in questo settore uno dei suoi punti forti.
Assessore, alla luce dei continui problemi di bilancio che assillano gli enti locali, questo welfare scolastico è un lusso che possiamo ancora permetterci?
"Scusi, ma le contesto la domanda. Il tempo pieno, che oggi è statale e non comunale, comunque, non è solo welfare. Se così fosse sarebbe sì un lusso. Invece è un elemento indispensabile per educare, istruire, per dare ai bambini un senso di cittadinanza".
E cioè?
"La scuola del tempo pieno ha il tempo, gli spazi, le competenze adatte per fornire una educazione completa, attenta anche ad aspetti di socializzazione e di cultura nel senso più vasto: penso al disegno, all'arte, alla musica, al teatro. Quindi non è welfare, ma uno strumento indispensabile per costruire il cittadino".
Ma è molto cara, quella scuola.
"Quando si dice e si ripete che istruzione e formazione sono elementi strutturali per le sviluppo di un paese, vuol dire che senza di loro lo sviluppo non può esserci. E allora i soldi spesi in questo settore, a partire dalla scuola dell'infanzia, sono investimenti in beni immateriali, cioè le intelligenze dei ragazzi, la loro personalità e il loro futuro".
Rispetto agli Anni Sessanta e Settanta, oggi siamo tutti molto più ricchi. Non sarebbe più giusto che queste opportunità fossero a pagamento per chi può?
"Può darsi, ma solo in alcuni ambiti. La scuola, almeno quella dell'obbligo, penso debba rimanere gratuita, o meglio pagata dai cittadini con la tassazione diretta, secondo le proprie possibilità. Resto convinta infatti che se tutti pagassero le tasse come dovuto davvero, non ci sarebbe bisogno di tariffe aggiuntive o di altre tassazioni indirette su servizi come quelli scolastici".