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Repubblica-Ulivo: 3 meno al ministro- Si divide il fronte sindacale

LE REAZIONI Positivo giudizio di Confindustria sulla formazione. La Cgil: "In piazza". Cisl e Uil: "Discutiamo" L'Ulivo: "3 meno al ministro" Si divide il fronte sindacale Il Movimento ...

13/03/2003
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la Repubblica

LE REAZIONI
Positivo giudizio di Confindustria sulla formazione. La Cgil: "In piazza". Cisl e Uil: "Discutiamo"
L'Ulivo: "3 meno al ministro" Si divide il fronte sindacale

Il Movimento genitori: "Primo passo per ottenere una qualità di livello europeo"
I ds: "Non c'è copertura finanziaria e si cancella l'obbligo scolastico"

ROMA - "La legge delega? Un ordine del giorno sul tavolo del ministro Tremonti. Una legge che nasce senza soldi e che non vedrà una lira neanche nel 2004". Parola di Enrico Morando, Ds, relatore di minoranza al Senato. Il centrosinistra va giù duro e annuncia che impugnerà la legge Moratti per incostituzionalità. "Perché non ha copertura finanziaria e cancella l'obbligo scolastico - afferma Albertita Soliani della Margherita - perché è la negazione dell'uguaglianza delle opportunità per tutti".
In sostanza l'Ulivo assegna un bel 3 meno al ministro Moratti: "Meno due miliardi di euro di finanziamenti per la scuola - si legge in un comunicato unitario - meno 36 mila insegnanti nel triennio e meno scuola per tutti con l'abbassamento dell'obbligo scolastico da 15 a 13 anni".
Rincara la dose Rifondazione Comunista: "Il Senato ha inferto un duro colpo al sistema scolastico italiano - dichiara Loredana Fraleone della segreteria nazionale Prc - ma la partita non è chiusa, continueremo la battaglia di riqualificazione della scuola pubblica".
Per i Verdi Berlusconi ha ragione, "è davvero una riforma organica, nel senso che è fatta di materia organica degradata, ovvero "cacca". Ha proprio da essere fiero il presidente del Consiglio: tagli, ritorno agli anni '50, addirittura all'avviamento professionale". Secondo Andrea Ranieri, responsabile scuola dei Ds, "la controriforma rende la scuola più povera e più rigida. Crea discontinuità e salti laddove la migliore scuola italiana aveva costruito passaggi non traumatici tra i vari ordini di studio". Meno compatto il fronte sindacale. La Cisl chiede che "si debba aprire un immediato confronto tra il ministro e le organizzazioni sindacali, per la ricerca di approdi condivisi che sgomberino il campo da soluzioni dannose per la scuola". Sulla stessa linea la Uil: "Va aperto il confronto per la definizione dei decreti di attuazione, ci deve essere chiarezza nel riconoscimento dell'importante funzione dei docenti". Dura condanna dalla Gilda: "Una riforma sbagliata nel metodo e nel merito, è stato eluso il confronto democratico e si è puntato sul risultato d'immagine".
Non lesina critiche la Cgil: "Gli effetti saranno immediati e dirompenti già dal prossimo settembre - dichiara il segretario nazionale Enrico Panini - la Cgil risponderà il 12 aprile con una straordinaria manifestazione nazionale a Roma che si concluderà a piazza San Giovanni". Per i Cobas "è un giorno di lutto per la scuola pubblica italiana. Noi saremo in piazza a Roma il 24 marzo, per lo sciopero nazionale sul contratto, e manifesteremo davanti al ministero dell'Istruzione".
Poche le voci a difesa della legge Moratti. Confindustria, "con la riforma la formazione professionale entra in serie A, rinunciando al ruolo di Cenerentola del sistema educativo a cui era stata relegata", commenta Silvio Fortuna, delegato all'Educazione. Per Mario Mauro, responsabile scuola di Forza Italia, "Finalmente, dopo anni di incertezze e cambiamenti, questa legge rende concretamente percorribile la possibilità di una grande e compiuta riforma della scuola". Secondo il Movimento italiano genitori, la riforma costituisce "il primo importante passo verso una scuola di qualità equiparabile ai livelli europei".
(ma.re.)