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Repubblica-Università:fondi per sopravvivere

L'INTERVISTA L'appello del rettore Tosi al governo: "Potremmo dimetterci tutti" "Fondi per sopravvivere" Le università vanno giudicate per quello che fanno, ma devono competere in Europa ...

04/12/2002
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la Repubblica

L'INTERVISTA
L'appello del rettore Tosi al governo: "Potremmo dimetterci tutti"
"Fondi per sopravvivere"

Le università vanno giudicate per quello che fanno, ma devono competere in Europa
MARIO REGGIO

ROMA - "Lottiamo per sopravvivere, per fornire i servizi essenziali che l'Università deve dare. Alla fine chiediamo 469 milioni di euro, quanto occorre per costruire 30 chilometri di autostrada in piano. Se le nostre richieste non verranno prese in considerazione agiremo di conseguenza, informeremo il Paese della situazione e faremo le scelte necessarie, fino, se necessario, alle dimissioni in massa dei rettori".
Piero Tosi, rettore dell'Università di Siena e Presidente della Conferenza dei Rettori lancia l'ultimo appello al Governo.
Il suo è stato un appello accorato.
"La situazione è tragica. Non chiediamo fondi per fare investimenti, ma solo per sopravvivere. In assenza di queste risorse non siamo in grado di assicurare il funzionamento del sistema. Oltre ai fondi vogliamo che sia modificata la norma che ascrive ai bilanci degli Atenei gli aumenti degli stipendi del personale".
Perché?
"Lo Stato firma i contratti del personale tecnico e amministrativo, mentre l'Istat stabilisce gli aumenti dei docenti, e l'università paga. È dal '99 che chiediamo la modifica di questa norma. La nostra richiesta riguarda l'adeguamento del Fondo di finanziamento ordinario per coprire le spese correnti del 2002 e 25 milioni di euro in più per il diritto allo studio".
E se la Finanziaria non verrà modificata?
"Non saremo in grado di presentare i bilanci di previsione che consentono l'erogazione dei servizi, le risorse per la ricerca universitaria, per i Dipartimenti, le spese per le pulizie, le biblioteche e i servizi agli studenti".
Il Presidente Ciampi ha raccolto il suo grido di dolore.
"Mi ha fatto molto piacere sentire che Ciampi crede fermamente nel ruolo dell'Università come motore dello sviluppo, come memoria storica delle nostre tradizioni culturali, come un valore da preservare e su cui investire. Naturalmente anche le università devono impegnarsi in maniera rigorosa nei confronti del bene pubblico che gestiscono. Ho detto chiaramente che le università sono pronte ad essere giudicate per quello che fanno, ma vanno messe nelle condizioni di competere in Europa".
Anche il ministro Moratti è d'accordo.
"Siamo sullo stesso fronte".
Ma pare che non riesca a spuntarla all'interno del governo.
"Devo solo sperare che ci riesca. Anche per evitare tutta una serie di conseguenze, come la mobilitazione degli studenti universitari che renderebbe ancora più difficile il lavoro degli Atenei".