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Repubblkica-Napoli-A scuola in anticipo, dietrofront

LA RIFORMA DELLA SCUOLA Il dirigente regionale avverte i singoli istituti: non si possono accettare alunni al di sotto di questa età A scuola in anticipo, dietrofront Bottino: "Iscrizioni in...

23/01/2003
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la Repubblica

LA RIFORMA DELLA SCUOLA
Il dirigente regionale avverte i singoli istituti: non si possono accettare alunni al di sotto di questa età
A scuola in anticipo, dietrofront
Bottino: "Iscrizioni in prima elementare solo a 6 anni"

Il caso sollevato ieri da "Repubblica": normativa confusa e comportamenti diversi
L'associazione dei presidi: tocca ora al ministro dare risposte alle famiglie
BIANCA DE FAZIO

STOP alle primine. Basta con gli anticipi nelle iscrizioni. "Le scuole che hanno accettato i bambini di 5 anni e mezzo per le elementari e di 3 anni e mezzo per le materne devono fare dietrofront". Non usa mezzi termini il direttore scolastico regionale Alberto Bottino: "Inventarsi primine o classi sperimentali non si può assolutamente fare. La legge vale per tutti: in I elementare ci si iscrive a 6 anni (o se li si compie entro il 31 dicembre dell'anno scolastico in questione) ed alla scuola dell'infanzia a 3 anni. Le scuole hanno ricevuto una mia circolare in proposito e devono attenersi a quella".
Il direttore Bottino non crede ai propri occhi quando ieri legge su Repubblica che alcuni circoli didattici pur di accontentare i genitori che chiedevano di iscrivere i piccini in anticipo hanno varato classi sperimentali, una sorta di primine, o hanno promesso che i piccoli, pur essendo alla materna frequenteranno la I elementare da uditori per poi sostenere l'esame di ammissione in II. Repubblica ieri ha sondato 40 scuole tra Napoli e provincia, ed ha scoperto che molte hanno escogitato escamotage per aggirare l'ostacolo dei limiti di età. Ma Bottino è categorico: "Non si può assolutamente fare. I limiti di età sono stabiliti dalla legge e tali devono restare. Non possono esistere eccezioni a questa regola".
Neppure in nome dell'autonomia scolastica? "Assolutamente no" risponde Bottino, che aggiunge: "Le autonomie non consentono modifiche dell'ordinamento scolastico". Se le scuole hanno agito così è "per una distorta interpretazione dell'autonomia" afferma Libero Tassella, segretario provinciale della Gilda (il sindacato che è anche contro gli anticipi previsti dalla riforma Moratti "perché non rispettano il ciclo della maturazione dei bambini"). "S'è scatenata la competizione tra le scuole ed anche queste sperimentazioni - già giustamente bocciate da Bottino - sono iniziative finalizzate solo alla caccia alle iscrizioni. Tutte le sperimentazioni sono state praticamente abolite dal Ministero, ma le scuole continuano, attraverso questi mezzucci, ad accaparrarsi alunni. I dirigenti scolastici dovrebbero, invece di accontentare i genitori a tutti i costi, invece di essere più realisti del re ed anticipare la riforma, informare le famiglie circa le norme in vigore".
"Effettivamente i capi d'istituto si sono trovati addosso i genitori e le loro richieste - aggiunge Dionisio Malandrino, presidente in Campania dell'Associazione nazionale presidi - Ma l'autonomia non basta ad agire individualmente su una materia così importante. Il rischio è l'anarchia, la creazione di sacche di avanzamento o di arretratezza". Malandrino attribuisce la confusione creatasi sulla questione anche "alla precarietà del futuro della scuola". "Il tira e molla sugli anticipi delle iscrizioni crea conflitto e discredito per le scuole; intanto le famiglie sono in sofferenza, mentre il dibattito politico e gli interessi in Parlamento sono tali da far procedere tutto con estrema lentezza. A questo punto tocca alla Moratti inventare qualcosa che risponda alle aspettative delle famiglie, ormai scatenate".