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Sabatoseraonline:Scuola pubblica: i numeri confermano lo smantellamento

La fonte, autorevole, è quella del ministero dell'Istruzione. Crescono gli alunni, calano gli insegnanti.

30/03/2009
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Il ministero dell'Istruzione ha presentato ufficialmente pochi giorni fa ai sindacati la bozza del decreto interministeriale sugli organici della Scuola.
«Ora che i numeri sono stati comunicati - afferma Nadia Cinti, segretaria della Flc-Cgil di Imola - forse anche i più scettici si renderanno conto che il Governo sta attuando un vero e proprio piano di smantellamento della scuola pubblica, uno dei cardini della nostra democrazia e del nostro stato sociale. Con la Finanziaria 2007, emanata prima della crisi economica, lo avevamo già annunciato unitariamente con le altre sigle sindacali, poi siamo rimasti soli a denunciare che per la scuola pubblica sarebbe stata una vera capitolazione. Anche nella nostra regione, e di conseguenza nel nostro circondario (per avere i dati territoriali dettagliati occorre attendere ancora qualche settimana), le ripercussioni sono pesanti, per tutti gli ordini di scuola e per tutte le classi».
Aumentano gli alunni per classe
Scuola primaria: si passa da 20,24 alunni a 20,76 alunni per classe
Scuola secondaria I grado: si passa da 20,76 alunni a 22,29 alunni per classe
Scuola secondaria II grado: si passa da 22,42 alunni a 22,76 alunni per classe
Nel complessivo si passa da 21,47 alunni per classe a 22,01 alunni per classe.
La media italiana sui tre ordini di scuola era di 20,42 alunni per classe e diventerà 20,61 alunni per classe.
L'Emilia Romagna è la regione con media di alunni per classe più alta, seguita dalla Puglia con 21,32 alunni per classe (dati del ministero)
Taglio docenti deciso per regione Emilia Romagna
Scuola Primaria: meno 243
Scuola secondaria di primo grado: meno 688
Scuola superiore: meno 427
Totale tagli in organico di diritto: meno 1.358
«E' previsto un ulteriore taglio sull'organico di fatto di circa 5.000 posti a livello nazionale che conosceremo in dettaglio solo nell'estate 2009 e che potrebbe ammontare per la nostra regione ad altri 200 posti di docenti in meno - precisa Cinti -. Si procederà anche ad una consistente riduzione del personale Ata, che per l'Emilia Romagna si attesta a circa 450 unità. Come previsto e ampiamente denunciato dalla Flc-Cgil in questi mesi, l'obiettivo del Governo è tagliare a livello nazionale 42.100 posti di lavoro per l'anno scolastico 2009/2010. Nella nostra regione il taglio complessivo sarà di 1.808 lavoratori a fonte di un aumento di alunni di più di 6.200 unità (si tratta di un dato sottostimato che non include i bambini della scuola dell'infanzia). Nel decreto di prossima emanazione, si fa riferimento alla capacità organizzativa e all'autonomia scolastica per rispondere al meglio alle esigenze delle famiglie (tempo scuola, mensa, attività didattiche), ma il Governo sa bene quali riduzioni ha già operato a partire dall'anno in corso sui finanziamenti alle scuole per il normale svolgimento dell'attività e con il prossimo taglio degli organici non ci potrà essere alcuna autonomia scolastica, ma solo mortificazione e umiliazione di una classe lavoratrice e dirigenziale».
Una simile situazione pregiudica la scelta fatta dalle famiglie al momento dell'iscrizione. Nel circondario imolese una percentuale maggiore di famiglie ha scelto per il prossimo anno scolastico il tempo pieno, ma le loro richieste non potranno essere accolte. «Si tratta della solita beffa - prosegue Cinti -, tutto ciò che le famiglie hanno chiesto sarà legato all'obiettivo primario della finanziaria 2007 e cioè al risparmio, quindi senza docenti e personale Ata, con l'aumento degli alunni nelle classi, nulla potrà essere garantito. E se non si potranno concedere il tempo richiesto, le attività che normalmente eravamo abituati a trovare nelle nostre scuole, la responsabilità sarà imputata solo ed esclusivamente al personale, accusato di non lavorare e di essere sempre in malattia (come sostengono i decreti del ministro Brunetta)! Con questi tagli, a nulla servirà denunciare che verranno meno le migliori esperienze europee nella scuola primaria, che si spezzetteranno e frantumeranno i modelli orari e organizzativi in tutte le scuole, che non si potranno attuare piani didattici per l'integrazione degli stranieri e per i disabili. Gli alunni più deboli verranno lasciati soli in aule sempre più piccole e affollate. Verranno peggiorate le condizioni di lavoro per chi resta e verranno licenziati migliaia di precari, che non hanno diritto ad ammortizzatori sociali. Si creerà una moltitudine di disoccupati laureati e specializzati che andrà a gonfiare le fila dei disoccupati dell'industria, con la scuola pubblica che arrancherà nel funzionamento. Nella scuola verranno quindi licenziati docenti e personale Ata con grande esperienza nel settore, la maggioranza di loro sono donne, più o meno giovani (in molti casi hanno anzianità di servizio elevate), mamme».
Sono tante le conseguenza che scaturiscono da un simile piano di smantellamento della scuola pubblica. In Lombardia ad esempio per l'anno scolastico 2009/2010 si è registrata un'impennata delle iscrizioni alle scuole private (+9%). «E' chiaro che chi può economicamente - conclude Cinti - metterà al riparo i propri figli dalla deriva che si sta prefigurando. E allora sarà chiaro il disegno sociale a cui vuole tendere questo Governo, la scuola pubblica dovrà essere un servizio minimo indispensabile per tutti i cittadini prefigurando una divisione sociale tra ricchi e poveri, tra chi dovrà aspirare al lavoro manuale e chi, potendo economicamente, potrà dirsi sin dall'infanzia classe dirigente. Questo non è il paese che noi vogliamo. Contro questi provvedimenti continueremo la nostra lotta fino in fondo, certi che ad oggi, anche i più scettici si riconosceranno nelle giustezza delle nostre rivendicazioni».
Per ribadire la proprio dissenso verso questo disegno di scuola che ci vuole imporre il Governo, dopo l'ultimo sciopero del 18 marzo, la Flc sarà a Roma il 4 aprile 2009 con tutta la Cgil, tutto il mondo del lavoro e con gli studenti, con la parte sana del Paese che ha da sempre preteso, lottato e chiesto ad alta voce pari opportunità per tutti a partire dalla scuola per un Paese democratico.