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Scacco all'Italia in dieci mosse -di Antonio Tabucchi (da Aprile)

Scacco all'Italia in dieci mosse Antonio Tabucchi L'Italia è ormai incontrollabile, totalmente allo sbando. Destabilizzata. E quando un paese si trova in tale situazione "qualcosa" dev...

04/06/2003
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Scacco all'Italia in dieci mosse

Antonio Tabucchi

L'Italia è ormai incontrollabile, totalmente allo sbando. Destabilizzata. E quando un paese si trova in tale situazione "qualcosa" deve succedere. Per ragioni fisiologiche, naturali, come in fisica, allorché la materia arriva al cosiddetto "punto di crisi" e cambia di stato: da solida diventa liquida, o gassosa, o viceversa. Il "punto di crisi" non è superabile senza cambiamenti: a zero gradi l'acqua diventa ghiaccio, a una certa temperatura il metallo si liquefà. Gli aruspici antichi traevano auspici buoni o cattivi dal volo degli uccelli, dalle fasi della luna o dalla direzione dei venti. Non faccio una previsione sul "cosa succederà". Dico solo che oltre questo non si può andare. Berlusconi ha condotto l'Italia a questa temperatura di liquefazione da quando ha vinto le elezioni. Ma elenco di seguito i gradi di temperatura successivi, che possono essere spostati a piacimento, perché cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia.
1) I dipendenti delle sue televisioni (in Italia tutte) aggrediscono i cittadini più noti che non sono favorevoli a Berlusconi. 2) I direttori dei suoi giornali compilano liste come "bandi", con relative foto segnaletiche, dei parlamentari che non votano certe decisioni del governo Berlusconi. 3) Un giornalista di un suo giornale istituisce un premio con un nome che ricorda i terroristi di Al Quaeda (premio "el Sahef") attribuendolo a vari intellettuali per intimidirli. 4) Berlusconi dice pubblicamente che la magistratura è "un cancro" e i magistrati sono "golpisti".
5) Berlusconi definisce la Costituzione italiana una Costituzione "sovietica". 6) Berlusconi, alla vigilia di un'imponente manifestazione nazionale convocata dal maggior sindacato italiano contro il terrorismo e in difesa dello Statuto dei lavoratori, usurpando il ruolo del presidente della Repubblica, si impossessa della televisione di Stato e a reti unificate rivolge un discorso alla nazione addossando al maggior sindacato italiano la responsabilità dell'assassinio di un onesto e indifeso dipendente dello Stato, il prof. Biagi. 7) Il ministro dell'Interno, poco tempo dopo, definisce il professore assassinato dai terroristi "un rompicoglioni". 8) Umberto Bossi (ministro delle Riforme Istituzionali) definisce l'Unione europea "Forcolandia". 9) Berlusconi, con un proclama televisivo da Sofia, "licenzia" dalla televisione di Stato Biagi e Santoro, perché a lui sgraditi, come se fossero suoi dipendenti. 10) Il principale suggeritore di Berlusconi, che gli scrive i discorsi e li pubblica sul giornale da lui diretto e appartenente alla moglie di Berlusconi, decide di auto-denunciarsi come "collaboratore" della Cia. Mi fermo al numero dieci, ma il numero effettivo va oltre.
Prendiamoli come i dieci "comandamenti" con i quali Berlusconi ha portato l'Italia a un punto di rottura. La gravità di ogni "comandamento" sistematela nella vostra scala Mercalli personale, perché su molti punti ci sarebbe certo da ragionare. Per esempio, certe auto-denunce, come quella di Giuliano Ferrara, non si fanno "a gratis". Preludono a qualcosa. Per quanto mi riguarda potrebbe costui dire che contemporaneamente serviva anche il Kgb, visti i suoi trascorsi moscoviti, per qualche rublo in più. Oppure potrebbe dire che, date le sue conoscenze, sa chi è il vero mandante dell'omicidio Calabresi, ed è per questo che con tanta generosità ospita Sofri sul suo Foglio. E, perché no, che era al corrente del rapimento Moro con qualche mese di anticipo. E noi potremmo dire, al contrario di certi parlamentari della sinistra che lo considerano "un uomo intelligente", che è un uomo malato. Del resto nel Novecento non mancano gli esempi di paesi portati al disastro da malati, grandi o piccoli. Ma sarebbe un bel dire: a quel punto per l'Italia non ci sarebbe più niente da fare. Sto scrivendo queste riflessioni un giorno prima delle elezioni. Quali che siano i risultati, Berlusconi a questo punto non può permettersi di fermarsi. Del resto il suo Consigliere non fa altro che spronarlo a andare "oltre". E forse anche il padrone stesso ha sul collo il fiato di qualcuno più potente di lui. In questo paese c'è sempre qualcuno più potente del potente. Naturalmente non so chi: provate a chiederlo al dottor Ferrara. Lui ha confidenza con servizi segreti di paesi stranieri che agiscono nei paesi altrui per chissà quali scopi.
Una domanda mi sembra lecita: chi ha "consentito" a Berlusconi di fare tutto questo in così poco tempo? Pensateci. In Francia, in Olanda, in Germania, se un primo ministro osasse "cacciare" con un proclama dalla televisione di Stato un giornalista a lui inviso, il giorno dopo i parlamentari dei partiti di opposizione sarebbero stesi per terra, con i propri corpi, nei corridoi della televisione di Stato, ripresi dalle telecamere di tutto il mondo. Perché la democrazia si difende in questo modo, non andando nei salottini di quella stessa televisione a fare la figura dei poveracci. Ci sono delle corresponsabilità sulle quali sarebbe bene riflettere. Non si può delegittimare l'avversario, ho sentito ripetere per due anni dall'opposizione. Ma neanche legittimarlo. Tutto ciò che è stato fatto da Berlusconi è stato legittimato.
Una specificazione finale: non vorrei essere considerato un futurologo. In realtà sono una persona che ripensa sempre al passato. Piazza Fontana. Piazza della Loggia. L'Italicus. La P2. Le stragi di mafia. Le bombe alla stazione di Bologna. I vari colpi di Stato tentati e falliti. Il delitto Moro. Eccetera. Ne parlo da anni. Anche voi queste cose le ricordate, ne sono certo. Sto parlando di bombe e di stragi. Ciò di cui è fatto il nostro passato recente. Se tanto ci dà tanto.