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Scuola, preside multata per 500 euro: «Avevo solo cercato aule in più»

L’ufficio scolastico regionale l’ha accusata di inerzia e procurato allarme. Lei contesta: «Volevo solo accogliere tutti i nuovi iscritti». L’istituto avrà altre tre aule nuove per il prossimo anno scolastico

12/05/2021
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

«Avevo solo cercato di procurare aule in più per i miei studenti. E invece sono stata incolpata di inerzia, procurato allarme e danni all’amministrazione pubblica»: è «rattristata», Alessandra Rucci, la dirigente scolastica dell’istituto Savoia Benincasa di Ancona, colpita da un addebito disciplinare da parte dell’ufficio scolastico regionale delle Marche. La sanzione da pagare è di 500 euro, quella massima, ma «non è l’importo ovviamente a colpire, ma l’inspiegabilità del gesto, di cui non riesco a capire le ragioni». Non è la prima volta che un dirigente viene colpito da sanzione disciplinare: l’ultimo caso clamoroso è stato quello del preside dell’istituto comprensivo di Vo’ Euganeo, Alfonso D’Ambrosio, che alla fine del contraddittorio è stato «assolto» per i suoi post su Facebook. Ma anche in quel caso l’attenzione dell’ufficio scolastico regionale del Veneto nei confronti delle sue esternazioni aveva colpito l’opinione pubblica.

Le lettere

Ma andiamo con ordine. La vicenda parte a gennaio, quando Rucci, colpita dal numero di richieste di iscrizione al liceo che dirige (un centinaio in più) scrive un’email al direttore dell’ufficio scolastico regionale e al presidente della Provincia, «per avviare un dialogo sugli spazi di un istituto in crescita»: chiede 6 o 7 aule aggiuntive perché, «tra crescita di iscritti e Covid abbiamo occupato tutti gli spazi, anche le bellissime aule speciali che le classi usavano a rotazione per attività particolari, abbiamo smantellato due laboratori di scienze e rischiavamo di non poter accogliere tutti gli iscritti», spiega. Per capire quanto siano importanti i laboratori per il Savoia Benincasa, bisogna ricordare che l’istituto, per meriti nella didattica digitale integrata, è stato scelto dal ministero dell’Istruzione nel 2019 come sede dell’unico Future Lab delle Marche, un laboratorio di accelerazione all’innovazione aperto a tutti gli studenti e docenti della regione. E che i laboratori scientifici sono dotati di un software posseduto solo da un altro istituto in Italia, il Majorana di Brindisi, grazie al quale gli studenti possono usufruire di esperienze 3D. «Le innovazioni hanno attirato articoli di stampa e visite istituzionali, tra cui quella dell’ex ministra Lucia Azzolina e dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini», nota Rucci con orgoglio. Ed è per questo che la dirigente si è attivata alla ricerca di un dialogo per provare ad acquisire spazi aggiuntivi, puntando in particolare ad alcuni edifici vuoti e inutilizzati, tra i quali l’ex plesso che ospitava il liceo scientifico dell’istituto, inutilizzato dal 2012. Ma la sua iniziativa non è piaciuta all’ufficio scolastico regionale delle Marche, che ha ravvisato nel suo comportamento una serie di scorrettezze.

Le contestazioni

Secondo l’ufficio scolastico regionale, la dirigente non ha «fornito tempestivamente avviso all’ufficio scolastico regionale della carenza di aule», nell’interlocuzione con la Provincia di Ancona ha «rappresentato una situazione più grave di quella poi accertata e risolta», e ha anche rappresentato, «in una lettera indirizzata alle famiglie degli alunni iscritti una situazione logistica di particolare gravità». Tra le motivazioni della sanzione anche l’avere « in dichiarazioni ad organi di stampa, rappresentato la medesima situazione di carenza di spazi, motivando la necessità di disporre di ulteriori locali con la necessità di distanziamento sociale imposto dalla pandemia», motivazione che non sarebbe congrua perché la divisione delle classi in gruppi dovute al Covid non è legata alla costituzione delle nuove classi di studenti: classi che la dirigente, sempre secondo la contestazione, da una parte richiedeva, e dall’altra «respingeva» dichiarando di non avere spazi per ospitarle. L’ufficio le contesta in conclusione di aver assunto, sia nelle comunicazioni con le famiglie che con i media, «toni inutilmente allarmistici descrivendo in modo precipitoso una situazione la cui gravità era esagerata». «Il mio obiettivo era solo quello di non dover procedere ad una selezione degli iscritti- spiega ora Rucci- per rispettare la libera scelta delle famiglie». Obiettivo raggiunto: perché alla fine la scuola avrà tre grandi aule che saranno ricavate rinunciando a diversi uffici. Non saranno «salvate» però le 4 aule speciali, per ora, ma almeno gli iscritti saranno tutti accolti. Ma intanto la preside è stata sanzionata. «Non riesco ancora a capire di cosa sono accusata, perché davvero il procurato allarme e il danno all’amministrazione non si ravvisano», ma quello che vede è il «danno ad anni di onorata carriera, di studio e di lavoro per l’amministrazione pubblica», conclude amareggiata la dirigente.

La solidarietà

Nonostante l’affetto, la solidarietà e l’amicizia che le stanno manifestando colleghi da tutta Italia, Rucci non si dà pace: intende presentare ricorso giudiziario per salvaguardare la sua carriera e la sua reputazione, «altrimenti mi impedirebbe l’eventuale partecipazione a concorsi o avvisi». Per la prima volta dopo anni la preside si sente «prostrata» e «danneggiata»: «Mi chiedo se è così che lo Stato intende agire nei confronti di una lavoratrice che ha sacrificato tempo personale, vita familiare ed energie per dare vita ad una scuola che potesse offrire le migliori opportunità ai giovani del territorio, il cui lavoro è sotto gli occhi di tutti, in quanto si è incarnato in una scuola all’avanguardia, piena di risorse, di spazi bellissimi e di proposte didattiche di lavoro». Rucci dovrebbe lasciare tra qualche mese l’incarico al Savoia Benincasa, per la rotazione dei dirigenti scolastici. Ma ci sono mille famiglie che hanno firmato una petizione perché resti.