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sole 24 ore-il docente unico ha i giorni contati

Al Ministero si definisce il nuovo modello di insegnante, che potrà avere compiti diversi e funzioni specializzate Il "docente unico" ha i giorni contati La Moratti annuncia l'arrivo del tutor. U...

14/05/2002
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Il Sole 24 Ore

Al Ministero si definisce il nuovo modello di insegnante, che potrà avere compiti diversi e funzioni specializzate

Il "docente unico" ha i giorni contati
La Moratti annuncia l'arrivo del tutor. Un professore che dovrà assistere gli studenti e le famiglie

I docenti italiani non saranno più tutti uguali.
Sta per finire, infatti, l'epoca dell'egualitarismo a ogni costo. Con molta prudenza, ma altrettanta convinzione, lo staff del ministro Letizia Moratti sta lavorando a un nuovo modello di insegnante statale. Si affrontano argomenti insidiosi e complicati: carriera, valutazione e professionalità. La scelta politica è comunque segnata. Ecco le prime indicazioni di fondo di un processo già iniziato e che comincia a farsi gradualmente concreto.

La filosofia del ministero.
Prima ancora delle questioni contrattuali, Letizia Moratti vuole portare avanti un'idea di scuola più legata ai bisogni delle famiglie e degli studenti di quanto non lo sia oggi. In concreto il ministro pensa, per esempio, alla figura del tutor, cioè un insegnante che offre la sua professionalità a 360 gradi per aiutare i ragazzi ad affrontare con sicurezza il percorso formativo; il tutor è ritenuto anche una delle soluzioni contro la dispersione scolastica e il disagio giovanile.
La Moratti, inoltre, intende costruire il nuovo modello dopo aver visto come funzionano i sistemi all'estero (si vedano le schede qui sotto). Si comincia subito: nei prossimi giorni ci sarà già un incontro con Estelle Morris, il ministro inglese dell' Istruzione.

Come cambia l'identità del professore.
Il terreno più scivoloso è quello della modifica dell'attuale status di docente. Le innovazioni vanno inserite in un percorso complesso: il contratto 2002-2005, sul quale è partito il confronto con i sindacati; il riordino degli ordinamenti scolastici; le risorse in campo. E' vero, per esempio, che c'è un piano quinquennale del Governo per investire nell'istruzione tra 8 e 10 miliardi di euro (15 e i 19 mila miliardi di vecchie lire). Ma è altrettanto vero che non tutte queste risorse andranno al personale.
Se si riuscirà a decretare la fine del 'docente unico" - com'è probabile - questo significherà articolare almeno due livelli della professione, con le relative differenze di retribuzione, ancora da definire. Il livello più alto dovrebbe contemplare l'insegnante che fa "di più" degli altri, in termini di ore di lavoro e di attività che vanno oltre la didattica. Ma si pensa anche a una soluzione per i professori "particolarmente bravi" nella didattica, figure che ciascuno di noi ha incontrato nei propri studi scolastici. Si parla poi - anche in questo caso, ancora informalmente - di "figure di sistema", cioè legate alla scuola dell'autonomia. Il tutor ne è un esempio. Ma c'è anche un'indicazione precisa nella riforma che sta in Parlamento: all'articolo 5 del Ddl di delega Si parla esplicitamente della "formazione in servizio degli insegnanti interessati ad assumere funzioni di supporto, di tutorato e di coordinamento dell'attività educativa, didattica e gestionale delle istituzioni scolastiche e formative".

Valutazione, carriera e risorse.
Più si scende nel concreto delle questioni, più entrano in campo aspetti delicatissimi di natura sindacale. E il ministro non si stanca di ripetere che "si deve studiare insieme ai sindacati un percorso che valorizzi la funzione docente e che consenta alla scuola di incrementare la qualità", e che, per esempio, "il Sistema di valutazione va fatto con l'accordo delle confederazioni". Viale Trastevere non si spinge per ora a dire chi deve valutare i docenti. Lo ha già fatto, invece, il presidente dell'Aran, l'agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego: per Guido Fantoni "alla valutazione degli insegnanti devono partecipare anche i dirigenti scolastici". E ai sindacati questa soluzione non piacerà affatto.
Senza contare che le confederazioni vorranno sicuramente una controparte economica, in cambio della concessione dell'ok su carriera e valutazione. Tant'è che non mancano su questo i timori del ministero del Tesoro.

E gli istituti intanto si danno i voti.
Sta per finire la prima misurazione su larga scala curata da Giacomo Elias, presidente dell'Istituto nazionale di valutazione (l'ex Cede). I risuitati sono attesi nei prossimi giorni, ma colpisce già il fatto che 2.800 scuole -- in Italia sono circa l0mila -- abbiano voluto spontaneamente sottoporsi a un esame. Il tema, insomma, è molto meno tabù di quanto non si creda (o non si dica).

MARCO Ludovico

FRANCIA - Scatti automatici: uno ogni tre anni.

In Francia esistono molti livelli di salario, differenziati in base alle innumerevoli relazioni contrattuali che inquadrano gli insegnanti. I docenti delle classi primarie lavorano per 899 ore l'anno, mentre per le secondarie il monte ore scende fino a 611. Ma in Francia, a differenza di altri paesi Ocse, gli insegnanti non sono tenuti a stare a scuola al di fuori dell' orario delle lezioni.
All'inizio dell'artivita', un professore francese guadagna mediamente 25mila euro lordi, che diventano circa 33rni1a dopo 15 anni di servizio. La retribuzione massima Si aggira intorno ai 48mila euro.
La carriera ordinaria procede per avanzamenti automatici di anzianità (uno ogni tre anni). Ma il meccanismo e talmente intrecciato con accelerazioni o cambi di inquadramento che il 70% dei docenti finisce per beneficiare di queste opportunità in modo quasi automatico. La progressione di carriera è di circa 32 anni.
I docenti sono valutati dal capo di istituto e dagli ispettori, che valutano le competenze pedagogiche. In Francia, come in altri Paesi, il personale docente e' prevalentemente femminile. La percentuale di insegnanti donne è più alta nella scuola materna e in quella primaria (77%), mentre nelle classi secondarie il rapporto uomini donne diventa più equilibrato (i docenti maschi rappresentano il 50% del totale). Il rapporto studenti insegnanti è 13,3.

GERMANIA - Modelli contratto come nell'industria

Nel sistema tedesco quasi tutte le competenze in materia di istruzione sono demandate alle regioni (Lander) e il modello contrattuale è quasi 'industriale'. Le ore di docenza annuali sono 781 per le classi primarie, mentre per i due gradi delle secondarie (corrispondenti alle nostre classi medie e superiori) il carico di lavoro diminuisce progressivamente, fino ad arrivare a un minimo di 688 ore nei licei. Lo stipendio annuo lordo è di 36mila euro per chi inizi la professione. Dopo 15 anni cresce fino a 43mi1a euro. La retribuzione massima si aggira intorno ai 47.500 euro all'anno. La progressione di carriera dura 18-22 anni ed è praticamente automatica. Esistono 14 livelli e il passaggio da uno all'altro avviene ogni due anni. Il primo e il secondo livello sono nominali, cioè assicurati in base ai periodi di formazione, tirocinio e precariato. Gli scatti avvengono più velocemente nella scuola primaria (10 anni) che in quella secondaria (20 anni). Se il docente possiede le necessarie competenze, può svolgere funzioni aggiuntive diverse dall ' insegnamento.
Anche in Genmania la professione docente raccoglie maggiori consensi tra la popolazione femminile. Nella scuola materna e primaria le donne rappresentano, rispettivamente, il 96,7 e l'#3981;,5% del personale docente, mentre nelle classi secondarie questa percentuale scende fino al 39%. Nelle scuole tedesche ii numero di allievi per insegnante e' 15,5.

INGHELTERRA - La laurea con lode conta nel punteggio.
L'Inghilterra di Margaret Thatcher è stato il primo Paese europeo a introdurre la "pagella" degli insegnanti. Ed è anche 1'unico paese Ocse in cui le ore di insegnamento aumentano con l'innalzarsi del livello di istruzione.
Nelle classi primarie i docenti insegnano per 760 ore l'anno, in quelle secondarie per 798. Lo stipendio lordo iniziale è di circa 25.500 euro all'anno. Dopo 15 anni di servizio il docente arriva a guadagnare 42mila euro, mentre la retribuzione massima e' pari a 57.500 euro.
La carriera ordinaria e' basata su un sistema di punteggi assegnati ogni anno. Sono presi in considerazione gli anni di insegnamento, la lode nel titolo di studio, particolari esperienze e competenze acquisite anche al di fuori della scuola. La progressione di carriera è pin rapida che in altri Paesi (15 anni). La valutazione thatcheriana è stata successivamente sviluppata dal governo Blair, che ha introdotto il Prp (Performance related payment). Con questo modello viene individuato un gruppo ristrettissimo di "super-docenti" (circa il 25% del personale) che ottiene un premio annuo di più di 3.500 euro.
In Inghilterra la percentuale di insegnanti donne supera l'#3989;% nell'istruzione materna e prescolare, mentre nelle classi superiori (primarie e secondarie) il valore si attesta intorno al 60-70%. Il numero medio di allievi per insegnante e' pari a 16,7.

SPAGNA - Carriera lenta e benefit regionali.

La Spagna è il Paese con la differenza più marcata tra l'orario di lavoro nelle classi primarie e quello nelle secondarie.
Nella scuola primaria i docenti insegnano per 788 ore 1'anno, mentre nella secondaria il monte ore si riduce a 545.
Lo stipendio iniziale di un insegnante spagnolo è di circa 30.500 euro lordi l'anno. Dopo 15 anni di carriera la busta paga aumenta fino a 35.500 euro. La retribuzione massima è compresa tra i 42mila e i 45mi1a euro, a seconda della classe in cui si insegna (primaria o secondaria).
In Spagna esiste un sistema di avanzamento basato sulla formazione, ma non ci sono valutazioni di merito. A scadenze prefissate, e dopo un certo numero di ore di aggiornamento, ogni docente aumenta di livello. La progressione di carriera è piuttosto lenta (40 anni).
Ci sono differenziazioni retributive a seconda delle competenze e delle funzioni, ma i benefit più rilevanti sono assegnati in modo non omogeneo dalle comunità regionali autonome da cui le scuole dipendono.
Nelle classi spagnole il rapporto tra il numero degli alunni e quello degli insegnanti e' pari a 12,1.

PORTOGALLO - Un comitato può bloccare il prof.

Fino a qualche anno fa il sistema portoghese era simile a quello spagnolo, mentre di recente sono stati introdotti nuovi strumenti di valutazione degli insegnanti.
Nelle classi primarie 1'orario di lavoro dei docenti portoghesi è di 850 ore annuali. Nei gradi successivi, il carico annuale diminuisce fino a 629 ore (secondaria di primo grado) e 512 ore (secondaria di secondo grado). Come in Francia, anche in Portogallo gli insegnanti non hanno 1' obbligo di restare a scuola dopo le lezioni.
Lo stipendio iniziale lordo è pari a 18.200 euro all'anno, che salgono fino a 29mila dopo 15 anni di insegnamento.

La massima retribuzione e' di circa 53mi1a euro.

La progressione di carriera avviene in base alle ore di formazione frequentate e al curriculum. Il sistema di valutazione è gestito da un comitato di esperti che valuta individualmente ogni insegnante.
I1 gruppo giudicante è composto da: un rappresentante del ministero, un rappresentante dell' istituto nominato dal consigliere pedagogico (una specie di coordinatore didattico) e un insegnante scelto dal candidato. Un voto negativo del comitato produce un arresto della progressione di carriera. Un secondo voto negativo comporta una riconversione di carriera.

SCHEDE A CURA DI ALESSIA TRIPODI