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Sole 24 ore-Pezzotta: sulla scuola ora trattiamo

Pezzotta: sulla scuola ora trattiamo La riforma Moratti - Il segretario generale della Cisl boccia le spinte federaliste ROMA - "Sull'attuazione della riforma Moratti il Governo deve fare un...

21/03/2003
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Il Sole 24 Ore

Pezzotta: sulla scuola ora trattiamo

La riforma Moratti - Il segretario generale della Cisl boccia le spinte federaliste
ROMA - "Sull'attuazione della riforma Moratti il Governo deve fare un confronto serrato con il sindacato. Altrimenti ci sarà di certo un aumento della conflittualità sindacale. E poi, non si possono fare le riforme a costo zero: se mancano i soldi, si dovrà ricorrere alla fiscalità generale". Alla vigilia dello sciopero generale della scuola, previsto per il 24 marzo, il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, allarga il tema della protesta dal contratto dei docenti - ancora in sospeso - alla riforma dell'istruzione, appena approvata dal Parlamento. Il numero uno della Cisl fa una critica dura e analitica, ma lascia anche spazio "alla possibilità di recuperare una situazione di disagio". Quella del ministro Letizia Moratti è o non è una buona riforma? Difficile dirlo. Certo non è nata bene, visto il ricorso alla delega legislativa. Non si possono cambiare gli assetti istituzionali, come quello dell'istruzione, a colpi di maggioranza. È un errore che ha commesso anche Luigi Berlinguer, quando era ministro. Un progetto di cambiamento della scuola, invece, deve essere per forza bipartisan. In ogni caso, ha deciso la politica e l'attuale maggioranza. Ma questo è molto pericoloso. Una nuova maggioranza potrebbe cambiare tutto un'altra volta. È ora che i politici si diano una regolata, perché non possono lasciare docenti e studenti in fibrillazione costante. Ad assistere alla riforma della riforma della riforma... Lei quale soluzione propone? I decreti legislativi vanno discussi insieme al sindacato, che rappresenta la gran parte del personale. Del resto, il disegno varato è a maglie molto larghe. Comunque, non si possono più fare interventi unilaterali. In caso contrario? Aumenteranno gli elementi di conflittualità sindacale. C'è già uno sciopero in programma, del resto. A causa del solito problema: non ci sono le risorse. Il contratto della scuola va chiuso. Ed è forte il dubbio che non ci siano soldi per il riordino dell'istruzione. Eppure, un fatto va chiarito: non si possono fare riforme senza oneri per lo Stato. E se i fondi non ci sono? Si può ricorrere alla fiscalità generale. Lei propone una tassa per la riforma Moratti? Credo che si possa chiedere agli italiani un contributo fiscale minimo, in nome del rilancio dell'istruzione pubblica. Penso che nessuno si opporrebbe, visto che è un'esigenza profonda di tutto il Paese. C'è chi pensa, invece, di risparmiare sugli insegnanti, che sarebbero troppi. Non sono affatto convinto che ci sia un ingorgo di docenti nella scuola italiana. Anzi, per alcuni settori bisognerebbe investire di più. La politica dei tagli è una scelta precisa che l'Esecutivo sta portando avanti. A furia di tagliare non resterà più niente. Il fatto più grave è che il personale si demoralizza. E un docente arrabbiato e mortificato non può essere un buon docente. Il Governo deve capire che per gli insegnanti, l'edilizia scolastica e la formazione occorre investire di più. Lo stato di incertezza del settore deriva anche dalla confusione sulle competenze delle istituzioni? Sì. Temo molto e sono assolutamente contrario a uno scenario di 21 sistemi di istruzione, uno per ogni regione. È un rischio da evitare a ogni costo. Che cosa la colpisce di più, del processo di decentramento in atto? Mi sembra che si vada verso un indebolimento dell'autonomia scolastica, per rafforzare i poteri regionali. I critici della riforma Moratti stigmatizzano anche il fatto che bisogna decidere a 13 anni, dopo la scuola media, se proseguire con l'istruzione scolastica o la formazione professionale. Infatti, non è stata una buona novità. A quell'età un ragazzo non può fare una scelta di vita così importante. E non si possono lasciare sole le famiglie, senza il necessario orientamento. MARCO LUDOVICO
Venerdì 21 Marzo 2003