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Tasse università, «no all’aumento»: presidi a Bari e Bologna

L’associazione Link coordinamento universitario denuncia: hanno tolto le tasse a chi ha un reddito inferiore ai 13 mila euro, ma poi non hanno stabilito tetti per i redditi superiori. E così gli atenei stanno alzando le quote, fino a mille euro in più

30/01/2018
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Va bene la no tax area. Ma se poi ci si rifà sugli altri studenti, allora non è giusto. È il senso della mobilitazione dell’associazione Link Coordinamento universitario, che dopo aver raccolto le denunce degli studenti degli atenei di Bari e Bologna, parte all’attacco. In sostanza, spiega il presidente Andrea Torti, per compensare la tassazione zero per i redditi molto bassi, alcuni atenei hanno finito per aumentare le tasse agli altri, quelli con redditi medio-bassi (sopra i 13 mila euro) e alti (oltre i 30 mila). «Per chi ha un reddito superiore non sono stati posti limiti sul livello di contribuzione lasciando di fatto - spiega l’associazione studentesca - tutto in mano alle decisioni degli Atenei, strettamente vincolate a bilanci sempre più magri. Così alcuni Atenei hanno optato per un aumento della contribuzione massima, anche dell’ordine di 1000 euro». In molti casi ad essere colpiti dagli aumenti sono studenti con redditi bassi ma che hanno pochi crediti o sono finiti fuori corso: una conseguenza che sicuramente stride con il concetto di diritto allo studio per tutti.

Da Bari a Bologna

«La no tax area, rivendicazione storica di Link, non può essere fatta pagare agli studenti non inclusi in essa, ma deve essere un passo in avanti - fa notare l’associazione - verso un’università gratuita per tutti, in linea con gli obiettivi di `Europa 2020´, che richiedono un aumento al 40% dei 30-34enni con un’istruzione universitari». Mentre i rapporti internazionali, come Eurydice, rivelino che l’Italia continua ad essere fanalino di coda per numero di laureati, «continuiamo a non prendere il buon esempio dai paesi vicini- sottolinea Torti- in Germania l’università è gratuita e in Spagna è stata fortemente ridotta la tassazione, prevedendo l’eliminazione dei criteri di merito». Dopo il presidio di venerdì scorso a Bari, al Politecnico, oggi la protesta toccherà l’ateneo di Bologna, per chiedere il taglio delle tasse e la riapertura immediata della finestra per la presentazione dell’Isee all’Ateneo.