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Tecnica della scuola-Lettera ai Senatori di Duecentocinquantasei professori universitari

Lettera ai Senatori di Duecentocinquantasei professori universitari Duecentocinquantasei docenti universitari, che da anni operano nell'Università per la formazione degli insegnanti, hanno sottos...

16/11/2002
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La Tecnica della Scuola

Lettera ai Senatori
di Duecentocinquantasei professori universitari
Duecentocinquantasei docenti universitari, che da anni operano nell'Università per la formazione degli insegnanti, hanno sottoscritto una lettera, inviata al Senato nella quale hanno espresso "la più profonda preoccupazione per le conseguenze che avrebbe, nella presente formulazione, l'art. 5 del D.d.L. 1306".

Quali docenti universitari che da anni operiamo per un serio impegno dell'Università per la formazione degli insegnanti, desideriamo esprimere la più profonda preoccupazione per le conseguenze che avrebbe, nella presente formulazione, l'art. 5 del D.d.L. n. 1306.
Al fine della formazione iniziale, all'Università, di tutti i futuri insegnanti, esso introduce apposite lauree specialistiche. Al riguardo, una formazione analoga - nella natura istituzionale, non certo nei contenut i- per tutti i gradi scolastici è senz'altro positiva; non è positivo che una precisazione relativa alla "pari durata", presente nella formulazione iniziale, sia stata soppressa.
Per le scuole dell'infanzia ed elementare la laurea specialistica rappresenta la trasformazione dell'attuale laurea in Scienze della formazione primaria, operante dal 1998. Per la scuola secondaria, le nuove lauree specialistiche sostituiscono l'attuale corso di specializzazione di ateneo (o interateneo); esso, articolato in indirizzi corrispondenti alle diverse aree disciplinari, era attivato dal 1999 nelle Ssis (Scuole di specializzazione all'insegnamento secondario: si tratta di strutture didattiche interfacoltà) e conferiva l'abilitazione nonché il diritto all'inserimento nelle graduatorie degli insegnanti.
I problemi maggiori nascono proprio in relazione alla scuola secondaria. Infatti la citata sostituzione, della quale peraltro non sono mai state fornite motivazioni neppure generiche, non comporterebbe di per sé conseguenze negative se fossero soddisfatte due condizioni:

a) nel curricolo di tali lauree abbiano un peso equilibrato la riflessione epistemologica sulla disciplina, la didattica disciplinare con i relativi laboratori, la preparazione psicopedagogica, un tirocinio nelle scuole e -ove necessario- eventuali integrazioni disciplinari;
b) la struttura universitaria responsabile di tali lauree sia unitaria, affinché essa possa curare gli elementi comuni nella formazione, favorire nei futuri insegnanti di tutte le discipline la capacità di reciproca comunicazione, rappresentare un interlocutore valido per il sistema scolastico, che deve collaborare con l'università nel sistema di formazione.

La formulazione dell'art. 5 non soddisfa le condizioni dette. Precedentemente, vi era una ipotesi di struttura unitaria, che avrebbe potuto svolgere le funzioni dette in b); ora si prevede invece una pluralità di strutture, il cui compito sarebbe solo tecnico, visto che esse dovrebbero limitarsi a "contribuire alla gestione dei corsi", presumibilmente affidati a ogni singola Facoltà. Quanto ai contenuti - punto a) -, al momento il testo non dice nulla, ma un emendamento già presentato dal Relatore di maggioranza ai fini della discussione in aula precisa che i corsi hanno "preminenti finalità di approfondimento disciplinare": vengono di fatto annullati gli spazi non solo per le tematiche psicopedagogiche ma anche per gli aspetti didattici - e non esclusivamente contenutistici - delle discipline.
La formazione universitaria degli insegnanti verrebbe perciò affossata. Sostituire a un corso di specializzazione, appositamente finalizzato, lauree disciplinari tradizionali nelle Facoltà renderà infatti inevitabile che buona parte di tale formazione si collochi fuori dell'Università. A conferma di ciò, il testo, pur affermando formalmente il valore abilitante di queste lauree, cancella fin d'ora il diritto degli abilitati all'inserimento nelle graduatorie degli insegnanti; in futuro, di fronte al fatto che un elemento caratterizzante, il tirocinio, è previsto al di fuori (e dopo) le lauree stesse, tale valore abilitante risulterà sostanzialmente indifendibile.
Facciamo appello a tutti i Senatori affinché si eviti che ad un sistema organico, che faceva seguire alla laurea disciplinare un curricolo biennale professionalizzante e concrete prospettive occupazionali, venga sostituito un sistema disaggregato, con un percorso più lungo che fornisce meno competenze e minori prospettive.

Seguono le firme di 256 professori universitari; tra le prime quelle di Gaetano Bonetta, Presidente CoDiSSIS (Conferenza dei Direttori delle Scuole di Specializzazione all'Insegnamento Secondario), e di Giunio Luzzatto, Presidente CONCURED (Conferenza Nazionale dei Centri Universitari di Ricerca Educativa e Didattica)