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Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. https://www.tuttoscuola.com **************...

10/02/2003
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Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

https://www.tuttoscuola.com

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N. 89, 10 febbraio 2003

SOMMARIO

1. Riforma Moratti/1: verso l'approvazione
2. Riforma Moratti/2: anticipi, non c'e' posto per tutti
3. Riforma Moratti/3: il conto alla rovescia fino a settembre
4. Programmi regionali: solo un'ora alla settimana?
5. Sperimentazione/1: se sono rose.
6. Sperimentazione/2: quando la scuola sostituisce gli asili nido
7. La pace, la guerra e la scuola

1. Riforma Moratti/1: verso l'approvazione

Incidente di percorso per la riforma Moratti. L'autostrada che era
stata preparata alla Camera per approvare definitivamente la legge per
meta' febbraio, riservando allo strumento degli "ordini del giorno"
gli aggiustamenti voluti da alcune parti della maggioranza (v.
TuttoscuolaNEWS n. 86 del 27 gennaio 2003), ha trovato un intoppo in
un errore formale nel testo del disegno di legge.
Le conseguenze dovrebbero essere comunque ridotte al minimo. Il testo
da questa settimana va in aula alla Camera, dove si correggera'
l'errore e si restituira' tutto al Senato per l'approvazione
definitiva. A meno che qualcuno nella maggioranza non ceda alla
tentazione di infilarsi in questo spiraglio per fare qualche modifica.
Ma cosa riguarda quest'errore formale? Il riferimento, fatto nel testo
gia' approvato dal Senato, al bilancio triennale nel quale si
collocano i finanziamenti degli anticipi. Non e' infatti il bilancio
del triennio 2002-2004 che andava previsto, bensi' quello del
2003-2005.
Ma i problemi sulle risorse finanziarie per gli anticipi non si
limitano agli aspetti formali. Ricordiamo infatti che i fondi
stanziati (13 milioni di euro per il 2003, 46 per il 2004, 66 per il
2005) non sarebbero sufficienti se tutti gli aventi diritto
all'anticipo si iscrivessero in massa al prossimo anno scolastico. Il
ministero dell'istruzione in quell'ipotesi sarebbe costretto a varare
una sorta di "numero chiuso" per i bambini (e nel caso, con quali
criteri?), oppure ad alzare il numero medio di alunni per classe.
Non e' un caso del resto che la Commissione Bilancio della Camera
abbia richiesto al Governo una relazione tecnica integrativa, che
dovrebbe essere esaminata martedi' 11 febbraio. E intanto l'Ulivo in
un comunicato stampa annuncia battaglia per le prossime settimane su
tutto il fronte della riforma con assemblee pubbliche e mobilitazioni.
Ma rimaniamo sul "problema anticipi" e cerchiamo di capirne meglio i
termini.

2. Riforma Moratti/2: anticipi, non c'e' posto per tutti

Non e' la proposta piu' importante del progetto Moratti, ma e'
sicuramente una di quelle che ha creato piu' problemi. A cominciare
dalla quantificazione dei potenziali alunni anticipatari e del
conseguente onere finanziario che il servizio della Commissione
Bilancio al Senato a suo tempo ha criticato, evidenziando alcuni
errori di impostazione e dando indirettamente ragione ai rilievi mossi
da Tuttoscuola alcuni mesi prima (v. TuttoscuolaNEWS n. 36 del 4
febbraio 2002 e n. 46).
La riforma dovra' tornare al Senato per un incidente formale proprio
del testo relativo agli anticipi. E la Commissione Bilancio della
Camera ha chiesto con urgenza al ministero dell'istruzione una
relazione integrativa proprio sulle previsioni di costo degli
anticipi.
Il disegno di legge prevede (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_89-1.doc ) per il 2003 uno
stanziamento di circa 25 miliardi di vecchie lire (12.731 migliaia di
euro), circa 89 miliardi per il 2004 e circa 128 per l'anno dopo.
Supponendo che la scuola dell'infanzia non abbia bisogno di nuove
sezioni (entrano ed escono quantita' uguali di bambini), le risorse
dovrebbero servire per costituire nuove classi di elementare.
Con 12.731 migliaia di euro si possono finanziare da settembre circa
1.450 nuove assunzioni di maestri con cui far funzionare circa 800
nuove classi che potrebbero accogliere 15-16 mila alunni.
I bambini che compiranno sei anni entro il 28 febbraio 2004 sono circa
87 mila, di cui un 7-8% circa potrebbe andare nelle scuole paritarie.
80 mila circa potrebbero dunque andare alla statale, dove appunto c'e'
posto solamente per 16 mila, a meno che non si innalzi di 2-3 unita'
il numero medio di alunni per classe (abbassando pero' pesantemente la
qualita' dell'intervento didattico). Insomma nell'ipotesi
(inverosimile) che tutti gli aventi diritto si iscrivessero in
anticipo, circa 64 mila rischierebbero di rimanere fuori. Lasciamo
immaginare le possibili conseguenze di questo stato di cose quando tra
qualche settimana, a legge approvata, si riapriranno le iscrizioni
proprio per gli anticipatari. Potrebbe scattare la corsa
all'iscrizione.
Perche' non sfruttare ora l'occasione dell'emendamento formale? Come?
Integrando decisamente il finanziamento del 2003 per accogliere in
nuove classi almeno il 50% dei potenziali anticipatari.

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3. Riforma Moratti/3: il conto alla rovescia fino a settembre

L'incidente di percorso dell'errore formale non rallentera' piu' di
tanto il percorso parlamentare, ormai in dirittura d'arrivo, del
progetto Moratti. Ma molto ancora deve essere realizzato sul piano
tecnico-amministrativo perche' la riforma diventi operativa.
Dopo l'approvazione da parte della Camera, e il successivo voto finale
del Senato, comincera' infatti una lotta contro il tempo per garantire
procedure di attuazione veloci, se si vuole che dal prossimo anno
scolastico la riforma parta almeno per le prime due classi
dell'elementare.
Non e' questione solo di anticipi, per i quali dovrebbe essere sciolta
la riserva per la riapertura delle iscrizioni. Si tratta piuttosto del
complesso iter che accompagnera' l'attuazione della legge di delega.
Entro tre mesi dovra' essere approvato il piano programmatico degli
interventi finanziari che dovranno accompagnare i diversi decreti
legislativi di attuazione. I decreti delegati dovranno essere
approvati entro due anni, ma quelli che servono per l'a.s. 2003-04
vanno approvati al piu' presto.
E sono tanti gli attori che dovranno giocare un ruolo, su vari
livelli. Occorre sentire la Conferenza unificata Stato-Regioni, il
CNPI, le commissioni parlamentari. I decreti legislativi dovranno
essere approvati dalla Corte dei Conti. Stessa procedura per i
Regolamenti di attuazione. Il tempo stringe. Domani gia' suona la
prima campanella del 2003-04.

4. Programmi regionali: solo un'ora alla settimana?

In principio il curricolo era una questione a due: una quota per il
nazionale e una quota di istituto.
Significa che del monte ore annuo di lezione previsto dalle
"Indicazioni nazionali" per elementare e media (900, 990 ore, ecc.),
una buona quantita' di ore di lezione viene riservata agli istituti,
che possono cosi' scegliere propri contenuti e discipline
d'insegnamento. Ma quante ore?
L'iniziale proposta dell'ex-ministro De Mauro di riservare l'85% alla
quota nazionale e il restante 15% agli istituti e' piaciuta, come si
sa, anche all'attuale ministro che provvisoriamente l'ha fatta
propria.
Intanto pero' e' arrivato un terzo incomodo: la regione, che reclama
la sua parte di curricolo in forza della competenza riconosciutale dal
nuovo Titolo V della Costituzione.
Il ministro Moratti e' chiamata ora a proporre la quota regionale,
avendo cura di non deludere il sistema regionale da un lato e di non
mortificare l'autonomia scolastica dall'altro, e mantenendo pero' il
"gioiello di famiglia" (cioe' il potere centrale sul sistema).
Il ministro - secondo quanto risulta a Tuttoscuola - vorrebbe
riservare l'80% per la quota nazionale, senza sbilanciarsi circa
l'assegnazione del restante 20%. Questo orientamento potrebbe trovare
un sostegno in un possibile ordine del giorno della maggioranza
parlamentare in occasione dell'approvazione della legge di riforma,
che - richiamando il principio che ha costituzionalizzato l'autonomia
scolastica - spianerebbe la strada a una spartizione della quota a
favore delle scuole.
Potrebbe anche finire cosi': 80% di quota nazionale, 15% riservato
agli istituti e 5% di quota regionale.
Secondo la nostra simulazione (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_89-2.doc ), la quota regionale
equivarrebbe in media a poco piu' di un'ora alla settimana da
riservare a programmi regionali.
Sara' d'accordo il ministro Bossi, promotore del disegno di legge
costituzionale sulla devoluzione?

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5. Sperimentazione/1: se sono rose.

La tre giorni romana (4, 5 e 6 febbraio) di full-immersion nelle
innovazioni della riforma per la scuola dell'infanzia ed elementare,
da parte dei 251 istituti sperimentatori, sembra aver fatto emergere i
primi buoni risultati, stando almeno alle valutazioni raccolte.
Il progetto nazionale definito a settembre da un decreto ministeriale
(n. 100/2002), e' bene ricordarlo, prevedeva la possibilita' di
un'adesione parziale alle varie innovazioni previste. Su quali si sono
orientate gli istituti sperimentatori?
Le scuole sembrano non avere avuto paura di provare il docente tutor e
coordinatore, tanto che almeno l'85% lo ha adottato, prevedendo che
svolga prevalentemente la sua attivita' nella stessa classe per 17-21
ore settimanali.
Anche il docente responsabile dei laboratori ha trovato gradimento
(previsto dall'80% di scuole).
Questi due primi dati ( https://www.tuttoscuola.com/ts_news_89-3.doc )
danno il segno del cambiamento prospettato dalla riforma. Soprattutto
la funzione di tutor degli alunni e di coordinatore del team dei
docenti dovrebbe caratterizzare l'innovazione, dalla scuola
dell'infanzia alle superiori. Un cambiamento che sembra non aver
prodotto i temuti sconquassi, anzi.
Oltre a questa riconfigurazione della funzione docente, la
sperimentazione sta provando positivamente anche una diversa
organizzazione didattica, finalizzata ad interventi piu'
personalizzati verso gli alunni (gruppi, laboratori, ristrutturazione
delle sezioni nell'infanzia). In buona parte ancora da definire il
portfolio, soprattutto nella scuola elementare.
Tutto bene, dunque (ma qualche problema secondario e' emerso)? Troppo
presto per dirlo: il test delle 251 istituzioni sperimentali si
riferisce a meno del 2% dell'universo di bambini italiani interessati.
Poco per trarre conclusioni affrettate, ma un sicuro conforto sul
piano politico per il ministro, che si prepara ora alla complessa e
decisiva fase di attuazione della riforma.

6. Sperimentazione/2: quando la scuola sostituisce gli asili nido

La verifica di meta' percorso dei 251 istituti che sperimentano la
riforma ha messo crudamente in luce un problema gia' noto che rischia
di modificare gli obiettivi dell'innovazione: l'assistenza ai bambini
al di sotto dei tre anni.
In Calabria, ad esempio, per 100 bambini tra 0 e 2 anni ci sono solo
1,9 posti in asili nido; in Campania 2,2 e in Puglia 2,9. Tutto il sud
e' al di sotto della media nazionale (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_89-4.doc ), che vede meno di 8
posti di asilo nido ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni.
Non puo' stupire dunque che le famiglie, appena saputo dell'occasione
degli anticipi, abbiano fatto pressione per l'iscrizione ai pochi
istituti sperimentali. E vorrebbero posti anche per i piu' piccoli.
Le scuole hanno accolto gli anticipatari (1.156 in tutta Italia di cui
623 al sud), riempiendo fino al limite le sezioni (solamente il 10% ha
ridotto il limite di iscritti in presenza di piccoli), ma hanno
evidenziato le difficolta' organizzative, la necessita' di figure
professionali adeguate e la quasi totale assenza degli Enti locali.
Il disegno di legge di riforma e', in proposito, molto prudente (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_89-5.doc ). Prevede gradualita',
sperimentazione e intesa preventiva con gli enti locali, oltre
all'impiego di nuove figure professionali. Il decreto sulla
sperimentazione (n. 100/2002) ha fatto di piu', disponendo che le
nuove sezioni dei piccoli sotto i tre anni abbiano un numero piu'
ridotto di iscritti. Prudenza e riorganizzazione basteranno ad
arginare un problema che chiede alla scuola risposte che altri
dovrebbero dare?
In fatto di asili-nido il gap tra domanda e offerta e' molto pesante,
anche se negli ultimi anni vi sono stati interventi in merito. Il
fabbisogno e' tanto e la nuova scuola dell'infanzia riformata rischia
di essere chiamata a dare risposte necessariamente improprie o
inadeguate.
In questo caso Maroni piu' della Moratti e (ancora una volta) Tremonti
piu' della Moratti debbono entrare in gioco.

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La Moratti a TED

Il ministro Moratti inaugurera' la terza edizione di TED,
la manifestazione dedicata alle tecnologie didattiche
(Fiera di Genova, 26-28 febbraio). Anche "Didamatica 2003"
si terra' alla Fiera nell'ambito di TED, nei giorni 26 e 27

https://www.ted-online.it

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7. La pace, la guerra e la scuola

800.000 bandiere della pace, di cui 600.000 solo nell'ultima
settimana: la bandiera con i colori dell'arcobaleno, con la parola
"pace" al centro, ha avuto una vasta diffusione, soprattutto nelle
scuole, grazie anche a un sito Internet molto visitato (
www.bandieredipace.org ).
La bandiera non puo' essere esposta sui pennoni "istituzionali"
perche' una legge, promossa dall'on. Luciano Violante, autorizza
l'esposizione di sole tre bandiere: quella tricolore nazionale, quella
europea e quella dell'ente locale (Regione, Provincia o Comune). I
dirigenti scolastici sono ovviamente tenuti a far rispettare la legge.
Ma il punto non e' questo. Per chi si occupa di educazione, il punto
e' se e come la problematica della pace e della guerra debba diventare
oggetto dell'attivita' educativa, se debba entrare dentro le aule,
oltre che, inevitabilmente, nelle assemblee studentesche, vista
l'evoluzione della vicenda irakena a livello internazionale.
Lo spazio certamente esiste nei programmi tradizionali, come tema di
educazione civica (la Costituzione italiana ne parla esplicitamente),
ma un punto d'appoggio si trova anche in quelli nuovi predisposti dal
MIUR, e gia' in sperimentazione nella scuola primaria: nelle
"Indicazioni nazionali", in materia di "educazione alla cittadinanza",
la pace e' citata nell'elenco delle conoscenze e anche in quello delle
abilita' ( https://www.tuttoscuola.com/ts_news_89-6.doc
). Il docente potrebbe dunque legittimamente trasformare tali
indicazioni in obiettivi formativi, e trattare l'argomento in classe.
Sarebbe bene, naturalmente, che cio' fosse fatto con quella apertura
critica e problematica che si addice ad una corretta azione educativa.

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