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Tutte le università ferme il 24 novembre: è la “giornata del riscatto”

A fronte di FINANZIAMENTI sempre più scarsi, RICERCATORI pochi e precari, DIRITTO ALLO STUDIO non garantito, DOTTORANDI senza borsa, RETRIBUZIONI ferme da troppi anni

23/11/2017
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ROARS

Fermare tutti gli Atenei italiani in contemporanea il medesimo giorno per tenere assemblee trasversali di lavoratori e studenti, per chiedere con forza, tutti insieme, un riscatto dell’Università Pubblica, sarà il primo passo per cominciare a farci sentire“. A fronte di FINANZIAMENTI sempre più scarsi, RICERCATORI pochi e precari, DIRITTO ALLO STUDIO non garantito, DOTTORANDI senza borsa, RETRIBUZIONI ferme da troppi anni, nell’Assemblea Nazionale – Insieme per il riscatto dell’Università Pubblica del 6 novembre, è stata proclamata una Giornata di Mobilitazione Nazionale da tenersi il 24 novembre. «Se la versione definitiva della legge di bilancio non prevederà una netta inversione di tendenza delle politiche di riduzione di questi ultimi anni, che ci permetta di risalire la china e riportarci almeno verso il livello di investimento medio europeo, rilanceremo la mobilitazione entro la fine dell’anno e nel nuovo anno con nuove iniziative, trasversali e condivise». Le  richieste sono quelle espresse nella lettera aperta alla Ministra (LINK PER FIRMARE)

dal sito https://riscattouniversitapubblica.org/

Giornata di Mobilitazione Nazionale – 24 Novembre 2017

A seguito dell’Assemblea Nazionale – Insieme per il riscatto dell’Università Pubblica, si propone di organizzare una mobilitazione condivisa e nazionale da mettere in atto nel caso il testo della legge di bilancio che verrà approvato non risponda adeguatamente alle nostre richieste, che sono state espresse nella lettera aperta alla Ministra

La data del 24 è stata scelta per avere il tempo di curarne l’organizzazione e però anche per riuscire a influenzare la stesura definitiva della legge di bilancio prima della sua approvazione definitiva. Serve essere flessibili e usare le forze, diversificate, che abbiamo su tutto il territorio nazionale e quindi si propongono le seguenti modalità di mobilitazione, in ordine di priorità:

  • Chiedere agli Organi di Governo di ogni Ateneo di organizzare, nel giorno della mobilitazione, una conferenza di Ateneo sulla situazione drammatica i cui versa l’Università, bloccando tutta la didattica e ogni servizio, permettendo così a tutti (docenti, PTA, studenti, non strutturati…) di partecipare;
  • Organizzare in modo coordinato nazionale assemblee sindacali (convocate da tutti i sindacati che ci supporteranno), in modo che chi partecipa possa sospendere la propria attività per qualche ora, senza avere penalizzazioni sullo stipendio;
  • Organizzare assemblee di Ateneo e chiedere a ogni docente di rinviare le proprie lezioni che sono previste nelle ore dell’assemblea per partecipare e per permettere agli studenti di partecipare.

Fermare tutti gli Atenei italiani in contemporanea il medesimo giorno per tenere assemblee trasversali di lavoratori e studenti, per chiedere con forza, tutti insieme, un riscatto dell’Università Pubblica, sarà il primo passo per cominciare a farci sentire.

Per alcuni Atenei può sembrare tutto sommato una iniziativa da poco, in fondo si tratta solo di organizzare una nuova assemblea trasversale studenti e lavoratori, ma in altri potrebbe essere un’iniziativa inedita e l’inizio di una mobilitazione ampia e trasversale non ancora attivata. In ogni caso riuscire a coordinarci a livello nazionale non sarebbe scontato e soprattutto non è scontato che non si torni alla tendenza alla differenziazione e a proporre ognuno una propria data, con parole d’ordine e obiettivi diversi, perdendo l’unitarietà e l’effetto moltiplicativo che potrebbe avere un’iniziativa coordinata a livello nazionale nel medesimo giorno. Questa in fondo è l’assemblea di un movimento che non esiste ancora e che però vorrebbe esistere e abbiamo bisogno di dimostrare, a tutti ma anche a noi stessi, che abbiamo la capacità di creare un coordinamento nazionale e trasversale alle categorie e andare tutti insieme a una mobilitazione unitaria.

Tutti coloro che intendono dedicarsi all’organizzazione della giornata di mobilitazione ed essere inseriri nella mailing list per creare e mantenere un coordinamento nazionale della mobilitazione trasversale alle categorie possono farne richista scrivendo a riscattouniversitapubblica@gmail.com.

Se la versione definitiva della legge di bilancio non prevederà una netta inversione di tendenza delle politiche di riduzione di questi ultimi anni, che ci permetta di risalire la china e riportarci almeno verso il livello di investimento medio europeo, rilanceremo la mobilitazione entro la fine dell’anno e nel nuovo anno con nuove iniziative, trasversali e condivise, da discutere nelle prossime settimane e nella giornata di mobilitazione nazionae. Dovremo avere la capacità di unire la creatività degli studenti, la competenza di tutti i lavoratori dell’università e gli strumenti più attuali della comunicazione per far arrivare ovunque il nostro messaggio, con l’obiettivo di evitare che chi ha così mal governato il sistema universitario in questi anni, portandoci nella situazione di cenerentola d’Europa, possa avere ulteriori occasioni di fare danni.

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Elenco delle iniziative preparatorie e programmate (da https://riscattouniversitapubblica.org/la-mobilitazione/)

ASSEMBLEA DI ATENEO
Università della Valle d’Aosta – 29 novembre 2017

CONFERENZA DI ATENEO
Politecnico di Torino – 24 novembre 2017

UNIVERSITÀ PUBBLICA, È L’ORA DEL RISCATTO!
Università di Torino – 24 novembre 2017

UNIVERSITÀ SOTTO SCACCO: CAMBIAMO GIOCO! 
Università di Catania – 24 novembre 2017

ASSEMBLEA SUL RIFINANZIAMENTO DELL’UNIVERSITÀ
Università di Milano – 24 novembre 2017

ASSEMBLEA DI ATENEO
Università di Firenze – 24 novembre 2017

INSIEME CONTRO LA PRECARIETÀ NEL MONDO DEI SAPERI E DEL LAVORO
Università di Pisa – 24 novembre 2017

UNIGE PER IL RISCATTO DELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA
Università di Genova – 24 novembre 2017

ASSEMBLEA DI ATENEO
Politecnico di Milano – 24 novembre 2017

ASSEMBLEA DI ATENEO
Università di Palermo – 24 novembre 2017

ASSEMBLEA DI ATENEO
Università per Stranieri di Siena – 22 novembre 2017

ASSEMBLEA NAZIONALE
Politecnico di Torino – 6 novembre 2017

ASSEMBLEA DI ATENEO
Università Politecnica delle Marche – 30 ottobre 2017

ASSEMBLEA DI ATENEO
Università di Pavia – 26 ottobre 2017

L’UNIVERSITÀ E’ DI CHI LA VIVE: RIPRENDIAMOCI I NOSTRI SPAZI
LEZIONI APERTE – ASSEMBLEA UNIVERSITARIA
Università di Catania – 23 ottobre 2017

ASSEMBLEA D’ATENEO PER E DELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA
Università di Napoli – 23 ottobre 2017

ASSEMBLEA DI ATENEO Università di Firenze – 19 ottobre 2017

INCONTRO REGIONALE DELLA MOBILITAZIONE STUDENTI E LAVORATORI DELL’UNIVERSITÀ
Politecnico di Torino – 19 ottobre 2017

ASSEMBLEA DI ATENEO STUDENTI E DOCENTI UNIPA
Università di Palermo – 18 ottobre 2017

ASSEMBLEE PUBBLICHE DI ATENEO
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – 11 ottobre e 19 ottobre 2017

ASSEMBLEA PUBBLICA: SCIOPERO DEGLI APPELLI? PARLIAMONE!
Università di Padova – 5 ottobre 2017

ASSEMBLEA DI ATENEO
Università per Stranieri di Siena – 4 ottobre 2017

ASSEMBLEA PUBBLICA PER IL FINANZIAMENTO DELL’UNIVERSITÀ
Università di Milano – 2 ottobre 2017

SCIOPERO DOCENTI: PARLIAMONE INSIEME
Università di Catania – 28 settembre 2017

SUONIAMO LA CAMPANA: OLTRE LO SCIOPERO, CERCHIAMO PROSPETTIVE COMUNI
Università di Torino – 27 settembre 2017

PER UN’UNIVERSITÀ PUBBLICA E DOMOCRATICA!
Universita’ di Roma 3 – 26 settembre 2017

ASSEMBLEA STUDENTI E LAVORATORI DEL POLITECNICO DI TORINO
Politecnico di Torino – 18 settembre 2017

SCIPERO DOCENTI: PARLIAMONE!
Università di Trieste – 14 settembre 2017

ASSEMBLEA PUBBLICA D’ATENEO
Politecnico di Torino – 4 settembre 2017

Lettera aperta alla Ministra

LINK PER FIRMARE LA LETTERA APERTA

In difesa dell’Università Pubblica

Negli ultimi anni l’Università Pubblica è stata oggetto di politiche di disinvestimento, riduzione del personale e aumento della burocratizzazione, con vincoli che rendono sempre più arduo svolgere con efficacia le attività didattiche e di ricerca. I lavoratori dell’Università si impegnano quotidianamente per prestare al meglio il loro servizio nelle condizioni date, ma oramai la situazione è al limite della sostenibilità ed è a rischio la qualità stessa del servizio pubblico che è doveroso fornire agli studenti e al nostro Paese.

Le rilevazioni statistiche indicano le Università italiane come molto produttive dal punto di vista della quantità e qualità delle pubblicazioni scientifiche, un’alta soddisfazione degli studenti e buone prospettive di lavoro ottenute grazie al titolo di studio ottenuto. Purtroppo però considerando invece i dati che dipendono in modo diretto dalle politiche e dagli investimenti dei governi siamo ultimi o nelle ultime posizioni a livello europeo: abbiamo un basso numero di ricercatori in proporzione al PIL e alla numerosità della popolazione, un basso numero di laureati, uno dei peggiori rapporti numerici docenti/studenti in Europa, un investimento in Università e ricerca in proporzione al PIL molto limitato, stipendi inferiori soprattutto in entrata a quelli riconosciuti in Europa per le medesime attività, un precariato che si protrae per troppi anni, una copertura eccessiva attraverso figure precarie delle attività di ricerca, didattiche e tecnico amministrative, tasse universitarie alte e investimenti per il diritto allo studio troppo limitati*. La legislazione attuale inoltre ha profondamente modificato il modello di governo delle università e il sistema di reclutamento e di progressione del personale docente, generando evidenti criticità del nostro sistema sia nella capacità attrattiva che nella capacità di motivare chi è in una posizione strutturata. Tali criticità dovranno essere al più presto corrette con interventi urgenti e puntuali e soprattutto dovranno essere oggetto di una discussione nazionale nella prospettiva di una riforma complessiva della docenza universitaria.

Per uscire da questa situazione di emergenza riteniamo che sia necessario un ripensamento globale delle politiche universitarie e in particolare riteniamo fondamentale:

  • Aumentare significativamente il Fondo di Funzionamento Ordinario (FFO), cercando almeno di avvicinarci alla media europea;
  • Programmare un grande piano straordinario pluriennale di reclutamento di Ricercatori in tenure track per ringiovanire e aumentare la numerosità della docenza universitaria, con l’obiettivo di adeguare il rapporto numerico docenti/studenti del nostro sistema universitario a quello degli altri paesi europei;
  • Investire maggiormente nel sostegno al diritto allo studio, nella residenzialità universitaria e in politiche mirate all’aumento del numero dei laureati;
  • Procedere celermente al rinnovo del CCNL 2016-2018 del personale contrattualizzato dell’Università e avviare un recupero progressivo del potere d’acquisto dei salari, perduto in 8 anni di blocco;
  • Riportare una ragionevole equità tra il trattamento economico dei docenti universitari e il resto del personale pubblico non contrattualizzato, in particolare riguardo il recupero dell’anzianità persa in questi ultimi anni;
  • Ripensare le modalità della valutazione, evitando un uso automatico degli indicatori al fine delle ripartizioni dei fondi e dei compiti di indirizzo del sistema;
  • Uscire dalla logica della concorrenza tra gli Atenei, i Dipartimenti e i ricercatori e riprendere a gestire l’Università Pubblica come un’istituzione nazionale con obiettivi di sistema e con la finalità primaria di fornire un adeguato e uniforme servizio all’intero paese.

Intendiamo infine porre alla sua gentile attenzione il fatto che il divario culturale di formazione e di ricerca nei confronti degli altri paesi europei rischia di essere pagato in futuro molto di più dell’investimento necessario oggi a evitarne l’allargamento, soprattutto in un periodo storico che si va definendo come “era della conoscenza”.

In quest’ottica Le chiediamo di intervenire per quanto di sua competenza presso il Consiglio dei Ministri per ottenere una maggiore attenzione e adeguati finanziamenti per il sistema universitario del nostro paese, prima che gli effetti delle politiche di disinvestimento dell’ultimo decennio portino l’Università oltre il ciglio del baratro su cui si trova.

* Vedi i grafici a sostegno

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