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Tuttoscuola news

> Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. > La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per > insegnanti, genitori e studenti. > > https://www.tutt...

16/12/2002
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> Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
> La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per
> insegnanti, genitori e studenti.
>
> https://www.tuttoscuola.com
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> N. 81, 16 dicembre 2002
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> SOMMARIO
>
> 1. Riforma Moratti/1: mini Stati generali sulla secondaria
> 2. Riforma Moratti/2: ma intanto il TAR azzoppa Intesa con Lombardia
> 3. L'angolo per pregare a scuola
> 4. Libri di testo, l'on. Garagnani colpisce ancora
> 5. Proposto un Comitato per la difesa della scuola pubblica
> 6. Staff e figure di sistema: i nuovi quadri della scuola
> 7. Presidi incaricati: il concorso che non arriva
> 8. Gabbie salariali per gli insegnanti?
> 9. Recupero dovuto: il tribunale non concede lo sconto dei 10 minuti
>
>
>
> 1. Riforma Moratti/1: mini Stati generali sulla secondaria
>
> Esattamente a un anno di distanza dagli "Stati generali" della scuola,
> il ministro Moratti promuove una seconda "convention", questa volta
> riservata agli addetti ai lavori.
> Giovedi' 19 dicembre, in un grande albergo alla periferia di Roma, 260
> esperti, rigorosamente selezionati e personalmente invitati dal
> ministro, ascolteranno tre comunicazioni, che saranno svolte dalla
> stessa Moratti, dal sottosegretario Aprea e da Giuseppe Bertagna.
> Quest'ultimo illustrera' due documenti, riguardanti il profilo
> educativo, culturale e professionale dello studente alla fine
> rispettivamente del primo e del secondo ciclo. Seguira' un dibattito
> generale per ascoltare i bisogni e trovare soluzioni, e i lavori si
> concluderanno in giornata.
> "TuttoscuolaNEWS" aveva di recente auspicato (v. n. 78 del 25
> novembre) un'ampia discussione sia sugli ordinamenti sia sui
> programmi, che ovviamente - scrivevamo - "non puo' che essere promossa
> dal ministero dell'istruzione": le innovazioni, se non sono accettate
> dalla maggioranza degli interessati, non sortiscono effetti. Tanto
> piu' in un contesto in cui ormai una pluralita' di soggetti sono
> chiamati a decidere (Stato, regioni, enti locali) o ad attuare le
> decisioni (docenti, dirigenti, amministrazione).
> Il seminario percio' dovrebbe essere un'occasione di verifica
> "partecipata" sulle scelte effettuate (disegno di legge di delega,
> sperimentazione nella scuola dell'infanzia e primaria, "intese" con 6
> Regioni sul canale professionale), e soprattutto su quelle ancora piu'
> delicate che il ministro Moratti si accinge ad effettuare, e che
> riguardano i piani di studio del secondo ciclo, sui quali e' urgente
> cominciare a lavorare, in previsione dell'approvazione della legge.
> A breve distanza di tempo - la data non e' ancora nota - si svolgera'
> un secondo seminario, sempre riservato ad esperti (pare che siano gli
> stessi), che approfondira' i temi relativi agli 8 licei previsti nel
> disegno di legge. In questa seconda occasione i partecipanti si
> distribuiranno in otto gruppi di lavoro, uno per ciascun liceo.
>
>
> 2. Riforma Moratti/2: ma intanto il TAR azzoppa Intesa con Lombardia
>
> Dopo l'alt imposto da alcuni tribunali amministrativi regionali sulla
> vicenda delle Siss, poi confermato dal Consiglio di Stato, ancora una
> volta le decisioni del Miur vengono stoppate dalla magistratura.
> Questa volta all'esame di un giudice e' finita la questione
> dell'obbligo scolastico.
> Lo scorso 12 dicembre il TAR della Lombardia ha accolto il ricorso
> presentato dalla Cgil Scuola lombarda contro l'Intesa
> Moratti-Formigoni sull'assolvimento dell'obbligo scolastico anche nei
> centri di formazione professionale (non "istituti", come ha scritto un
> autorevole quotidiano milanese, creando confusione: gli istituti
> professionali sono scuole a tutti gli effetti). Il ricorso riguardava
> la convenzione sottoscritta da un CFP di Pavia con un Istituto
> professionale della stessa citta', ma analoghe convenzioni (33) sono
> state promosse in tutta la Lombardia, ed e' chiaro che anch'esse sono
> a rischio di sospensione.
> L'assessore regionale lombardo Guglielmo minimizza. Bastera', secondo
> lui, correggere la convenzione di Pavia. L'esatto contrario di quanto
> sostenuto dalla Cgil Scuola nazionale, che ha chiesto al Ministro di
> sospendere non solo l'attuazione dell'intesa con la regione Lombardia,
> ma anche quelle sottoscritte negli scorsi mesi in Piemonte, Liguria,
> Veneto, Molise, Lazio e Puglia. Altrimenti saranno presentati altri
> ricorsi ai rispettivi TAR.
> Insomma, un gran pasticcio per i circa 400 allievi lombardi che hanno
> scelto di iscriversi ai corsi sperimentali, che secondo la Cgil
> contravvengono - sotto le mentite spoglie di una sperimentazione -
> alla vigente legge sull'elevamento dell'obbligo scolastico a 15 anni.
> C'e' da chiedersi come mai nessuno al ministero - ufficio legislativo,
> dipartimento, direzione generale centrale competente e direzione
> regionale - ha avuto dubbi sulla praticabilita' della modifica di un
> aspetto fondamentale dell'ordinamento, quale quello dell'obbligo
> scolastico (sancito per legge), con il ricorso alla convenzione (atto
> squisitamente amministrativo). E perche' nessuno si sia preoccupato di
> dare garanzie ai ragazzi, che invece di frequentare la scuola
> secondaria superiore si sono iscritti a corsi (ad esempio per
> estetista) nei CFP. Ora che faranno?
> E' grave infine che ancora una volta la magistratura sia chiamata a
> intervenire su una materia che sembra essere sfuggita ai meccanismi di
> regolazione degli attori istituzionali.
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>
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>
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> Siamo un'Associazione fondata e gestita da insegnanti che propone
> formazione sull'integrazione del computer nelle attivita' didattiche.
>
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> 3. L'angolo per pregare a scuola
>
> Nemmeno l'Intesa tra Stato italiano e Chiesa cattolica del 1984 aveva
> osato tanto. Ma il ministro Moratti ha fatto ben di piu' e ha dato
> disposizioni perche' nelle scuole italiane venga predisposto un angolo
> per consentire agli studenti momenti di raccoglimento e di
> meditazione, aperto ai docenti e agli studenti di diverse culture.
> Con la direttiva prot. 2666 del 3 ottobre scorso (direttiva "fantasma"
> perche' in molte scuole non e' circolata) si confermerebbe l'obbligo
> di esporre il crocefisso in classe, nonostante il sottosegretario
> Aprea avesse fatto intendere in Parlamento qualcosa di diverso (
> https://www.tuttoscuola.com/ts_news_81-1.doc ). E, prendendo in
> contropiede un po' tutti, la Moratti ha proposto l'angolo per la
> meditazione (che qualcuno ha gia' chiamato l'angolo della preghiera).
> Da subito sono fioccate reazioni contrarie.
> Ricordiamo che l'accordo concordatario dell'84 recepito nella legge
> 121/1985 ( https://www.tuttoscuola.com/ts_news_81-2.doc ), si limitava,
> per quanto riguarda le scuole, a richiedere l'insegnamento della
> religione cattolica, accettando di fatto l'esclusione di qualsiasi
> forma di catechesi nell'ambito scolastico. Ad esempio, da quel momento
> sono scomparse le tradizionali partecipazioni di scolaresche alla
> messa di inizio e di fine anno, o ad altre cerimonie religiose.
> Ma il ministro sembra avere nostalgia del passato e fa rientrare dalla
> finestra possibili pratiche religiose, se pur a valenza
> multiculturale.
> Eppure la scuola non e' il luogo in cui si prega. I luoghi del culto
> sono altri. Piuttosto, c'e' un'altra riflessione da fare: sono maturi
> i tempi per avviare una discussione serena e ragionata per allargare
> l'attuale insegnamento della religione cattolica a un piu' ampio e
> generale insegnamento della storia delle religioni? Spingerebbe in
> questa direzione, tra l'altro, la crescente presenza di alunni
> stranieri nelle scuole italiane, che ospitano ormai ragazzi di ben 186
> diverse cittadinanze, su 195 stati riconosciuti.
>
>
> 4. Libri di testo, l'on. Garagnani colpisce ancora
>
> Il deputato di Forza Italia Fabio Garagnani ha dato nuovamente prova
> di solerzia e di iniziativa per mettere sotto controllo il sistema
> scolastico.
> Dopo l'iniziativa bolognese, balzata qualche mese fa agli onori delle
> cronache, del "telefono amico della scuola", con cui il parlamentare
> forzista chiedeva la segnalazione degli insegnanti (
> https://www.tuttoscuola.com/ts_news_81-3.doc ) che parlavano male in
> classe del premier Berlusconi, provocando polemiche tra le forze
> politiche e sindacali, Garagnani ha proposto in commissione
> parlamentare una risoluzione sui libri di storia (
> https://www.tuttoscuola.com/ts_news_81-4.doc ) che impegnerebbe il
> Governo a "far si' che nelle scuole di ogni ordine e grado
> l'insegnamento della storia, in particolare di quella contemporanea,
> si svolga secondo criteri oggettivi". Quel che piu' ha sorpreso, se si
> considera il successivo evidente imbarazzo di molti esponenti della
> maggioranza, e' che ha ottenuto l'approvazione della commissione
> Cultura di Montecitorio, provocando nuovamente polemiche su tutti i
> fronti.
> Il ministro Giovanardi ha dichiarato, a nome del Governo,
> "irricevibile" la risoluzione parlamentare. Il sottosegretario
> dell'Istruzione Valentina Aprea, e' rimasta indifferente e seccata. Il
> neo segretario dell'Udc Follini, l'ha considerata una "baggianata" e
> ha dichiarato: "che molti libri stridano con la realta' e' un fatto.
> Che la risoluzione strida con i principi costituzionali, e' un altro
> fatto". Anche AN ha preso le distanze.
> Sconfessato? Nemmeno a pensarci. Si puo' essere certi che l'on.
> Garagnani, andato su tutte le furie dopo la secca risposta degli
> alleati di centro, e tutto preso dalla sua crociata moralistica contro
> il presunto malcostume diffuso dalla sinistra, colpira' ancora.
>
>
> 5. Proposto un Comitato per la difesa della scuola pubblica
>
> Al convegno promosso dallo SDI sabato scorso, intitolato "Scuola
> pubblica: diritto di precedenza", non c'e' stato quel confronto di
> idee che la prevista partecipazione di Giuseppe Bertagna avrebbe
> potuto assicurare. Complice la nebbia padana, che ha bloccato Bertagna
> all'aeroporto, il convegno si e' cosi' svolto su linee abbastanza
> tradizionali, e anzi con qualche tonalita' accentuatamente
> laico-laicista, che non ha favorito un dibattito piu' aperto e
> critico.
> Eppure alcune novita' non erano mancate nella relazione d'apertura
> della senatrice Maria Rosaria Manieri, responsabile scuola dello SDI.
> Per esempio la proposta di rivedere la norma costituzionale che vieta
> il finanziamento delle scuole private, sopprimendo l'inciso "senza
> oneri per lo Stato", in cambio di una organica politica di rilancio
> della scuola pubblica e del rispetto di alcune regole fondamentali da
> parte di quelle private e paritarie. Oppure l'idea di bilanciare la
> riduzione degli organici del personale docente con una loro migliore
> retribuzione e una piu' incisiva formazione iniziale e in servizio.
> Ma questi spunti non sono stati sviluppati. Il cuore dei partecipanti
> batteva per una difesa di principio della scuola pubblica statale, e
> non sono mancati consensi alle proposte di formare un Comitato
> interpartitico per la difesa della scuola pubblica, e di ripristinate
> l'aggettivo "pubblica" nella denominazione del Ministero
> dell'istruzione. A sostegno di quest'ultima idea Valdo Spini ha
> presentato un'apposita proposta di legge, che e' stata sottoscritta
> anche da altri parlamentari sia alla Camera che al Senato.
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> UN CARTELLONE AUDACE
>
> Sperimentazione e tendenza, audacia e fiuto per le novita'.
> Questa, in sintesi, la ricetta de "Lo Scenario Sensibile",
> la rassegna organizzata dal Comune di Aosta in cui teatro
> e danza accompagnano lo spettatore sino ad aprile del 2003.
>
> https://www.comune.aosta.it - sezione Eventi
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>
> 6. Staff e figure di sistema: i nuovi quadri della scuola
>
> In molte scuole si sta diffondendo sempre piu' lo staff di direzione,
> un gruppo scelto di docenti che collaborano con il dirigente
> scolastico nella scelte strategiche e nella conduzione
> dell'istituzione. Si tratta di persone che esprimono livelli alti di
> professionalita' o di rappresentanza e che si possono identificare
> nelle "figure di sistema" delineate, senza troppo successo, dal
> contratto scuola 94-97.
> Proprio nei riguardi di queste figure di sistema, che ruotano attorno
> al dirigente e mantengono rapporti funzionali con gli altri
> insegnanti, l'Associazione nazionale presidi nel suo recente congresso
> di Montecatini ha voluto richiamare l'attenzione per un doveroso
> riconoscimento giuridico. Riconoscendole come quadri, ad esempio.
> Quadri: una parola familiare per l'Anp che sta sostenendo l'iniziativa
> dell'ANQUAP in cui si riconoscono anche i direttori dei servizi
> generali e amministrativi delle istituzioni scolastiche.
> Il Congresso dell'Anp ( www.anp.it ) ha deciso l'allargamento
> associativo alle rappresentanze delle figure di collaborazione della
> dirigenza, aprendo le adesioni e le iscrizioni anche ai docenti che
> svolgono incarichi di alta professionalita' nella scuola. Poi si
> vedra' come intervenire in campo contrattuale e normativo.
> Il problema di fondo per il riconoscimento dei quadri e' di natura
> economica piu' che giuridica, come ha precisato la Cisl Scuola (
> www.cislscuola.it ) che, all'Anquap che rivendicava un riconoscimento
> contrattuale, ha risposto: "se ne puo' parlare, ma intanto diteci dove
> trovare le risorse finanziarie".
>
>
> 7. Presidi incaricati: il concorso che non arriva
>
> Il bando per l'assunzione dei presidi incaricati tarda ad arrivare.
> La pubblicazione da parte del MIUR, attesa da tempo, non e' ancora
> possibile, in quanto il relativo decreto e' tuttora all'esame della
> Corte dei Conti.
> La Corte, a quanto si sa, ha avanzato alcune richieste di precisazione
> e talune osservazioni che hanno gia' trovato riscontro da parte del
> ministero dell'Istruzione.
> Il ritardo, a questo punto, non sembra oggettivamente plausibile, a
> meno che non siano sorte riserve di piu' ampia portata che potrebbero,
> ad esempio, riguardare la non contestualita' del bando anche per il
> corso-concorso ordinario.
> In effetti la sola emanazione del bando per il concorso riservato
> potrebbe determinare talune conseguenze critiche sul piano della
> legittimita', a cominciare, ad esempio, dal fatto che, con la
> conclusione del primo corso-concorso per dirigenti, cessera'
> l'istituto dell'incarico e non si potra' piu' nominare docenti
> incaricati sui posti vacanti di dirigenti, come avevamo gia' rilevato
> (v. TuttoscuolaNEWS n. 73 del 28 ottobre).
> E di posti vacanti ce ne saranno circa un migliaio dal settembre 2003.
> Chi li potra' ricoprire se sara' soppresso automaticamente l'istituto
> dell'incarico?
> Non sappiamo se la Corte dei Conti stia meditando su questo problema.
> Sappiamo comunque che un ulteriore ritardo di emanazione del bando
> potrebbe compromettere le nomine dei vincitori in tempo utile per
> l'inizio del prossimo anno scolastico.
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> 8. Gabbie salariali per gli insegnanti?
>
> "Chi insegna ad Enna, a Cosenza o a Benevento con lo stipendio della
> scuola raggiunge un tenore di vita superiore alla media dei cittadini.
> Il professore veneto, invece, e' sotto la media retributiva. Un
> ingegnere, un informatico, un matematico e molte altre figure
> preferiscono trovare altri lavori, a meno che non siano dei missionari
> dell'insegnamento". Parola del direttore generale dell'ufficio
> scolastico regionale del Veneto, Enzo Martinelli, riportata su un
> quotidiano locale.
> Il direttore Martinelli, sostenitore di una "contrattazione
> integrativa che permetta di differenziare gli stipendi e quindi dia la
> possibilita' a Regioni come il Veneto di poterli aumentare, ricorda
> che l'ipotesi di una contrattazione articolata anche nel pubblico
> impiego (contenuta anche nell'ultimo lavoro di Marco Biagi) non tocca
> l'unicita' del sistema scolastico nazionale, viene gia' attuata da
> Regioni che confinano con il Veneto (Trento e Bolzano, ndr) e che,
> grazie ad una maggiore autonomia, pagano gli insegnanti anche un
> milione al mese in piu', consente di adeguare gli stipendi degli
> insegnanti ad un mercato del lavoro diverso che nel resto d'Italia".
> L'appello per una contrattazione integrativa regionale della scuola e'
> stato lanciato da Martinelli, dopo aver constatato, ancora una volta,
> come i concorsi per l'abilitazione all'insegnamento di discipline
> dell'area tecnica e scientifica banditi nella sua regione vadano quasi
> deserti, perche' le persone piu' qualificate non accettano di lavorare
> per gli stipendi che la scuola propone, a meno che non ci sia una
> profonda motivazione all'insegnamento.
>
>
> 9. Recupero dovuto: il tribunale non concede lo sconto dei 10 minuti
>
> I 10 minuti delle lezioni brevi non vanno recuperate, anzi si'. Il
> Tribunale di Reggio Emilia si pronuncia di nuovo (ma la sentenza non
> e' dello stesso giudice) sulla "vexata quaestio" dei recuperi non
> dovuti.
> Circa due mesi fa (v. TuttoscuolaNEWS n. 71 del 14 ottobre) era stato
> accolto il ricorso di un gruppo di docenti di un istituto tecnico che
> erano stati costretti dal capo d'istituto a recuperare buona parte dei
> 10 minuti di lezione breve non prestati in occasione della riduzione
> della durata oraria per causa di forza maggiore. Il tribunale
> nell'occasione aveva anche condannato l'istituzione scolastica a
> pagare le prestazioni di servizio dovute per il forzato recupero.
> Lo stesso tribunale, con sentenza n. 2291/02 del 6.11.2002, ha ora
> respinto un analogo ricorso di docenti dell'istituto d'arte, ritenendo
> legittimo l'operato del capo d'istituto in quanto la riduzione di
> tutte le ore di lezione da 60 a 50 minuti era dipesa da ragioni di
> carattere didattico-formativo (e quindi esentate dal non recupero).
> Il tribunale ha precisato anche che "le insuperabili difficolta' dei
> trasporti", di cui parla la circolare ministeriale 243/1979 (unico
> atto dell'amministrazione scolastica su cui si fonda il diritto del
> non recupero dei 10 minuti), comportano estremo rigore di valutazione,
> l'adozione di provvedimenti differenziati ovvero lo slittamento
> dell'orario delle lezioni. Come dire, insomma, che la causa di forza
> maggiore deve essere eccezionale ed evidente, e che, se si riduce
> l'ora di lezione, il motivo non puo' che essere di ordine
> organizzativo e metodologico. In tal caso la modifica d'orario rientra
> tra i poteri di autonomia delle istituzioni, ma il contratto di lavoro
> 94-97, all'art. 41, impone ai docenti di recuperare i 10 minuti (che
> nell'istituto d'arte in questione equivalevano a 2-3 ore alla
> settimana per ogni docente).
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