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Unione Sarda-Dopo la rottura con il Governo via allo sciopero degli insegnanti

Scuola. Fallita la 'conciliazione' è stata confermata la protesta per il contratto e l'immissione in ruolo Dopo la rottura con il Governo via allo sciopero degli insegnanti Sindacati uniti, ...

21/02/2003
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L'Unione Sarda

Scuola.
Fallita la 'conciliazione' è stata confermata la protesta per il contratto e l'immissione in ruolo
Dopo la rottura con il Governo via allo sciopero degli insegnanti
Sindacati uniti, il 24 marzo incrocerà le braccia un milione di lavoratori
Roma Anche l'ultimo tentativo per evitare lo sciopero generale della categoria è fallito. L'incontro per la conciliazione avvenuto ieri al ministero dell'Istruzione non ha, infatti, portato a nulla: così i sindacati della scuola, in una ritrovata unità, hanno confermato lo sciopero proclamato per il 24 marzo per contestare i tagli nel settore e chiedere l' immediata chiusura del contratto degli insegnanti e l'immissione in ruolo dei precari. L' invito rivolto a oltre un milione di lavoratori della scuola è, dunque, quello di incrociare le braccia per un'intera giornata per far valere i propri diritti e sollecitare la chiusura di un contratto atteso da 14 mesi. Ma la rottura con il governo ha anche segnato un ricompattamento tra Cgil, Cisl, Uil Scuola e Snals che, sul fronte contrattuale e contro i tagli alla scuola pubblica, hanno deciso di fare muro comune. Obiettivo: "Bloccare la logica perversa dei tagli portata avanti da questo esecutivo". Un fronte unitario al quale si aggiunge anche la Gilda degli insegnanti.
Due i fronti sui quali si è consumata la rottura governo-sindacati. Innanzitutto il contratto, la cui trattativa è stata bloccata in attesa del via libera da parte del ministero del Tesoro e nonostante il ministro Moratti, affermano le organizzazioni, abbia da tempo assicurato la disponibilità finanziaria, in parte dovuta, tra l'altro, ad economie realizzate nel settore stesso. La "credibilità della parte pubblica è a questo punto venuta meno", ha affermato il leader dello Snals, Fedele Ricciato, e per il segretario Cgil, Enrico Panini, "siamo di fronte a una situazione drammatica, perchè ci può essere il pericolo che salti questo rinnovo contrattuale; si capisce, ormai - ha aggiunto - che la trattativa sulle risorse ha una valenza politica più che quantitativa". Per il segretario della Uil Massimo Di Menna, si è in una "situazione paradossale: i soldi per il contratto sono previsti dalla Finanziaria, ma non lo si fa - ha detto - perchè le stesse risorse vengono di volta in volta tolte dal tavolo. La nostra mobilitazione sarà durissima". Secondo nodo, le mancate immissioni in ruolo. Per i sindacati, la questione ha ormai chiaramente acquisito una connotazione politica: il no alle nomine in ruolo celerebbe l'obiettivo del governo di tagliare gli organici della scuola pubblica per un suo complessivo ridimensionamento. La "mancata assunzione in ruolo di 21 mila docenti - ha sottolineato il segretario Cisl, Daniela Colturani - rappresenta un pericoloso segnale di discontinuità, perchè significa la precarizzazione dei posti di lavoro con grave danno per la qualità della scuola pubblica". In vista dello sciopero generale, i sindacati hanno inoltre messo a punto un fitto calendario di proteste e mobilitazioni a partire da inizio marzo: dalle assemblee in orario di lavoro in tutte le scuole, al volantinaggio e l'invio di migliaia di fax e mail di protesta al presidente del Consiglio Berlusconi e ai ministri Moratti e Tremonti. La situazione è al limite, è il loro allarme, e i numeri della scuola lo dimostrano: oltre 12.000 tagli ipotizzati per gli organici del personale docente e tecnico amministrativo Ata e circa 132.000 posti vacanti nella scuola a fronte del blocco delle assunzioni. Di tutt'altro avviso il sottosegretario all'Istruzione Valentina Aprea: "La legge di riforma prevede, tra l'altro - ha affermato nel corso della trasmissione radiofonica 'Radio Anch'io' - finanziamenti proprio in previsione di nuove assunzioni di docenti per far fronte all'anticipo dell'età di accesso alla scuola dell'infanzia e alla scuola primaria".