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Unità-40mila cattedre a rischio, ma la Moratti insiste: sarà tutto regolare

40mila cattedre a rischio, ma la Moratti insiste: sarà tutto regolare di Massimo Solani Lo ripete come un mantra sperando che le sue rassicurazioni servano a spegnere i timori di insegnanti, gen...

06/09/2002
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l'Unità

40mila cattedre a rischio, ma la Moratti insiste: sarà tutto regolare
di Massimo Solani

Lo ripete come un mantra sperando che le sue rassicurazioni servano a spegnere i timori di insegnanti, genitori e alunni. Eppure i fatti sembrerebbero remare assolutamente contro di lei, con il numero dei giorni che ci separa dalla riapertura delle scuole ogni giorno più esiguo, ed i problemi da risolvere sempre tutti lì da settimane. Il ministro dell'istruzione Letizia Moratti ha fatto ieri la propria comparsa a Gubbio, al seminario di formazione politica dei quadri di Forza Italia (l'unica scuola, verrebbe da ironizzare, che nonostante il ministro ha aperto senza problemi) e come di consueto si è presentata ai microfoni dei giornalisti ripetendo sorridente che tutto è sotto controllo, che tutto procede in maniera perfetta e che gli istituti riapriranno senza nessun problema. Una previsione che la Moratti oggi può permettersi di fare soltanto davanti al pubblico di Comunione e Liberazione e ai giovani di Forza Italia, senza il minimo timore di essere smentita. Del resto, da un mese a questa parte, il ministro ha preferito rimanere in silenzio su tutto: non un commento dopo la decisione del Tar del Lazio che ha mandato all'aria le graduatorie permanenti per l'assegnazione delle supplenze. Non una parola sulla decisione della Regione Sicilia di far slittare, causa le graduatorie da rifare, l'apertura delle scuole. Alla Moratti, insomma, per adesso basta presentarsi a quegli appuntamenti dove il consenso è immancabile, poi quando i nodi verranno al pettine si vedrà. "Vogliamo dire alle famiglie che la scuola è pronta e che accoglierà i ragazzi con serenità, che non ci sono problemi ha dichiarato il ministro e che all'avvio dell'anno tutti gli insegnanti saranno in aula". Una versione dei fatti già sentita la scorsa settimana dal palco riminese del Meeting di Comunione e Liberazione, solo che passati i giorni, il ministro continua a non andare al di là delle rassicurazioni. Anzi, incurante delle proteste che gli piovono addosso da tutte le componenti della scuola, la Moratti a Gubbio si è persino azzardata in previsioni da lasciare a bocca aperta. L'inizio delle scuole, a suo dire, sarà addirittura più tranquillo che negli anni passati. "Tutto sarà regolare ha anticipato e tutti i docenti supplenti, a differenza degli anni scorsi, saranno in classe dal primo giorno e saranno pagati dal primo giorno, mentre in passato arrivavano nelle aule intorno a dicembre e venivano pagati da dicembre in poi". Una bella speranza, non c'è che dire, peccato che su queste affermazioni pesino delle incognite che il ministro volutamente continua a minimizzare. Da una parte quelle famose graduatorie permanenti per l'assegnazione delle supplenze, con il Tar del Lazio che ha annullato la circolare ministeriale contenente le procedure per la compilazione. Una sentenza che costringe il dicastero di Viale Trastevere a rivedere tutte le assegnazioni e contro la quale è già stato presentato ricorso al Consiglio di Stato. Per ora tutto fermo, parrebbe, ma il pericolo è che di fronte ad una convalida del massimo grado della giustizia amministrativa, non prima di novembre-dicembre, quelle graduatorie andranno rifatte ugualmente, con la conseguenza di dover assistere ad un vorticoso balletto di cattedre a scuole già iniziate. Una ipotesi questa che il ministro Moratti ha sbrigativamente liquidato ieri come "informazioni sbagliate date in pasto alle famiglie". Dall'altra parte resta ancora pericolosamente aperta la questione del rinnovo dei contratti per la Pubblica amministrazione, e quindi anche quello degli insegnanti. Scaduto infatti alla fine del 2001, il nuovo contratto è ancora ben lontano e, secondo quanto riferito dai sindacati che non escludono la possibilità di uno sciopero, manca ancora l'atto di indirizzo del ministero della Funzione pubblica; una informazione che evidentemente al ministro non risulta, visto che ieri parlando da Gubbio la Moratti si è detta molto fiducia in quanto "è già stata conclusa la prima parte delle operazioni". Decisamente tutta da chiarire, inoltre, resta la questione sulla sperimentazione della nuova riforma scolastica. La scuola inizierà il prossimo 9 settembre in Piemonte e ad oggi non si conosce ancora l'elenco degli istituti nei quali partirà la riforma. La scelta delle scuole, infatti, sarà fatta soltanto dopo che il Consiglio Nazionale della pubblica istruzione, che si riunisce il prossimo 10 settembre, avrà dato il suo parere obbligatorio ma non vincolante. L'ottimismo del ministro Moratti, incrollabile quanto soltanto la sua messa in piega, l'ha spinta ieri ad annunciare che la lista dei 200 istituti che avvieranno la riforma sarà pronta il 10 settembre stesso, o al massimo il giorno successivo. Una previsione che è stata smentita già nei giorni scorsi da numerosi addetti ai lavori, secondo i quali quella lista non sarà pronta prima della seconda metà di settembre. Ad anno abbondantemente iniziato, quindi. Ma su tutte queste previsioni fatte ieri il ministro sembra aver già messo le mani avanti con una dichiarazione sconfortante. Il mondo della scuola, ha confessato la Moratti, è "estremamente complesso; è un mondo che ancora non ho capito completamente. Non è assolutamente delusione, bensì la consapevolezza ha spiegato della complessità di questo mondo ed anche della necessità di avvicinarsi ad esso con prudenza e anche con umiltà". Prudenza ed umiltà: esattamente quello che sembra essere mancato ad un ministro che, subito dopo la sua investitura, ha deciso di "rivoluzionare" una materia che per sua stessa ammissione non ha ancora capito completamente. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, con una scuola nel caos a pochi giorni dalla riapertura, ed una riforma ogni giorno diversa che langue da mesi in Parlamento.