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Unità-Al Quirinale con la guardia padana

Al Quirinale con la guardia padana di Furio Colombo Umberto Bossi porta disgrazia all'Italia. Ma non finge, lo annuncia, lo sbandiera, lo dichiara, ora con scherno, ora con violenza, ora con fint...

08/12/2002
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l'Unità

Al Quirinale con la guardia padana
di Furio Colombo

Umberto Bossi porta disgrazia all'Italia. Ma non finge, lo annuncia, lo sbandiera, lo dichiara, ora con scherno, ora con violenza, ora con finta noncuranza, ora con volgarità.

Mai però fingendo di essere un altro. Ha detto "secessione" fin dall'inizio della sua turbolenta attività politica. E secessione è quella che sta prendendo forma nelle mani e nel voto di bravi deputati italiani che avresti detto se mai (pensate ad Alleanza nazionale) legati fin troppo all'idea di Nazione. O avreste immaginato deputati prudenti e poco inclini ai colpi di testa, come quelli del gruppo parlamentare che fa capo a Follini.

Invece il colpo di testa c'è stato, e non importa a tutti questi benpensanti eletti da destra per un programma conservatore, tutto volto a creare condizioni di benessere e di competitività in Europa, che si sia compiuto non solo un grave atto di disgregazione ma anche di spinta verso l'irrilevanza del Paese. Che cosa volete che pensi l'Europa e il resto del mondo di un Paese deformato a misura di Bossi? D'ora in poi noi assumiamo le dimensioni e la rispettabilità di Borghezio e Gentilini, della loro squallida immagine: disprezzo, xenofobia, celebrazioni di un loro mondo claustrofobico e segregato, di una pseudo cultura inventata. Dopo essere stata sfigurata dalla squadrismo, dalla mafia, dalla corruzione, l'immagine dell'Italia patisce adesso di essere stata ridotta al governo della Lega.

Il presidente della Repubblica ha visto il pericolo e lo ha detto in modo chiaro.

E allora arriva la seconda parte del discorso che, se fosse condotto fuori da questo contesto, sarebbe soltanto pericoloso e insensato. Invece è un disegno coerente in cui si delinea con progressiva chiarezza l'intenzione di rovesciare questa Repubblica e sostituirla con un'altra.

Sarà un mostro a due teste: da una parte il volto di Bossi, le sue farneticazioni pagane, l'acqua sacra del fiume Po e la guardia padana pronta a trasformarsi nella polizia di Borghezio, di Gentilini, di Calderoli, di Cè, tutti personaggi motivati dall'esaltazione del loro vuoto di cultura e di storia, e dal loro pieno di risentimento e di vendetta. Dall'altra il volto del vero autore del disastro che è adesso l'Italia, Silvio Berlusconi. Come ha appena notato il quotidiano The Guardian "Berlusconi dimostra di essere peggiore dei suoi ex protettori".

Infatti, dopo avere scatenato il peggio della Lega Nord e del suo credo parafascista e secessionista, dirà che è lui, Silvio Berlusconi in persona, la garanzia. Ricordate come ha svolto la funzione di ministro degli Esteri? Ricordate la sua famosa riforma della Farnesina che avrebbe "rivoltato come un calzino"? Ricordate le sue conversazioni affettuose con il suo promoter televisivo Bruno Vespa a cui ha confidato: "Sono troppo bravo"?

Bene. Si proporrà come garanzia. Il progetto richiede infatti di spingere via il Presidente Ciampi, di occupare il Quirinale e di dare al nuovo occupante del Quirinale poteri che finora in Italia non esistono.
Si può fare con una maggioranza che ubbidisce granitica e clientelare a tutte le iniziative di un solo capo. I padri della Costituzione americana si erano posti il problema di un simile uso della maggioranza, che priva la minoranza e il Paese di ogni garanzia. L'avevano definita "dittatura" (come si legge nei 'Federalist Papers', firmati da James Madison, John Jay e Alexander Hamilton).
Non che non ci siano stati presentimenti, in Italia e in Europa, di ciò che sta per accadere. Il 'Dizionario dei Fascismi' (Di Pierre Milza, Serge Berstein, Nicola Tranfaglia e Brunello Mantelli) ha listato la Lega Nord tra i nuovi movimenti fascisti, e ha accuratamente motivato quella scelta. E lo stesso ha fatto, appena pochi giorni fa, il Financial Times, dove la faccia di Bossi compariva accanto a quella di Jorge Haider e di Jean Marie Le Pen come una di quelle che l'Europa dovrebbe temere.

Altrove questi personaggi sono stati esclusi dai governi o drasticamente ridimensionati dagli elettori. Anche da noi sono stati ridimensioanti dagli elettori (poco più del 3 per cento del voto popolare) ma sono il grimaldello di cui si serve Berlusconi per arrivare al Quirinale.

Berlusconi dirà che la riforma - devolution e presidenzialismo - è una sola, e che da una parte si liberano le squadre della secessione, dall'altra c'è lui che può fare il garante. Lo farà dal Quirinale e con poteri eccezionali. In altre parole, sta creando una pericolosa Jugoslavia per assumersi il compito, la funzione, i poteri del maresciallo Tito. O così o la balcanizzazione - con il suo tremendo rischio di sangue, di cui ha così lucidamente parlato Adriano Sofri su La Repubblica del 6 dicembre. Sofri ha fatto notare la follia della "polizia armata di parte". È uno dei cuori malati della devolution appena votata da tutta la maggioranza, con la sola nobile eccezione del senatore di An Domenico Fisichella, unico a rifiutare di sottomettersi al progetto che spacca l'Italia.

Adriano Sofri ha posto la questione con drammatica chiarezza e non si vede chi, tra coloro che hanno votato l'ossessione secessionista di Bossi, sarebbe in grado di confutarlo. Ha scritto: "Votare una modifica costituzionale che introduce la 'polizia locale' senza tenere conto di qualche specie di impresa etnica ("la pulizia etnica", ndr) è una strana distrazione. Una polizia locale armata è materiale infiammabile in un Paese con la febbre".

Con il richiamo tragico alla Jugoslavia e alla balcanizzazione dell'Italia, Sofri ha indicato il punto di pericolo e ci dice, per esperienza e senza giri di parole, che quel pericolo è grave.

Presentandosi in televisione in una edizione di Excalibur preparata apposta per lui, Bossi in persona ha descritto il pericolo: "La polizia di Stato si occupa di ordine pubblico, quella regionale di sicurezza". Esattamente come in Bosnia e in Serbia. Chi ha messo su in poche ore campi di concentramento, razzie di famiglie e esecuzioni di quartiere, se non la polizia locale?

Fa impressione il parlare senza sapere, senza avere neppure affrontato il problema. Come avviene altrove? Negli Stati Uniti, il Paese federalista fin dall'origine (sia pure seguendo un progetto di costruzione della democrazia basata sul rispetto delle minoranze, del tutto estranea a Bossi) sono le leggi federali a decidere quale polizia fa che cosa. Si tratta di classificare gli eventi e i reati. Vi sono reati federali, reati di competenza della polizia degli Stati locali (che negli Usa, proprio negli Usa, hanno come competenza quasi solo il traffico stradale) e reati di cui deve occuparsi la polizia municipale.

In rapporto con i compiti della polizia e la definizione dei reati c'è, da un lato, la creazione di tribunali a cui rispondono le singole polizie (municipali, statali, federali). Solo la Corte Suprema è unica. E dall'altro, la creazione di una polizia, come lo FBI. che ha uno spazio di intervento vastissimo e autorità di "sequestro" delle indagini delle polizie locali in casi controversi in cui solo i giudici possono dire l'ultima parola. Ma tutto ciò non basta - secondo l'esperienza americana - a equilibrare il federalismo e a garantire i cittadini.

Vita politica, esperienza legale e tensioni sociali hanno indotto gli Stati Uniti a creare un tessuto nazionale (federale) di leggi che si sovrappone a tutte le altre leggi al solo scopo di proteggere le minoranze dal sopruso possibile delle autorità locali. Segno che il pericolo di cui parla Sofri, che questo giornale ha dichiarato fin dal principio, e contro il quale tutta l'opposizione italiana si è battuta, è vero, provato e fondato.

La più importante di queste leggi anti-Borghezio, anti-Gentilini, anti-Lega Nord, è il "Civil Right Bill". Agenti di un FBI italiano - se esistesse - si sarebbero immediatamente presentati a casa di Gentilini (o in municipio) per notificargli il reato (grave, quanto alle conseguenze) di avere violato i diritti civili degli immigrati legali le cui case sono state distrutte dal sindaco leghista di Treviso.

L'America ha sempre visto il pericolo di secessione, ma lo ha ribaltato contro la prepotenza dei poteri locali. Lo hanno fatto sia Eisenhower, presidente repubblicano nei confronti del governatore Faubus dell'Arkansas, sia Kennedy, presidente democratico nei confronti del governatore Wallace dell'Alabama. In tutti e due i casi è stata usata la stessa semplice frase: abbandonate subito il comportamento razzista o il vostro Stato non farà più parte dell'Unione.

Bossi, Castelli e Borghezio saranno interessati a sapere che i due presidenti degli Stati Uniti, di fronte a un abbozzo di resistenza dei due governatori razzisti, hanno inviato un ultimatum drammatico. Se una bambina nera (nel primo caso) se uno studente universitario nero (nel secondo) non avranno via libera alle rispettive scuole, in esecuzione della sentenza di tribunali federali, il governo centrale farà eseguire l'ordine dai Marines. È una storia che ha una sua morale, grave e urgente.

Dice che coloro che hanno giocato in modo leggero e incosciente con la folle devolution di Bossi e della Lega, non hanno dedicato neppure un momento a cercare di sapere quanto sia delicato, complicato, carico di rischi il rapporto fra Stati locali e Stato federale, nei grandi Paesi democratici, quanto essenziale e urgente sia la protezione dei cittadini di fronte al possibile arbitrio dei poteri locali, e quanto questa preoccupazione sia a carico dello Stato Federale.

Questa costruzione, fatta di interventi calcolati fino ai minimi dettagli, deve essere realizzata prima di buttar lì con leggerezza l'idea di autorizzare la formazione di una polizia di luogo e di parte.

Dunque il voto della maggioranza del Senato, segnato solo dalla chiara dissociazione del sen. Fisichella, e dal no ostinato di tutta l'opposizione, è un voto di incompetenza, incoscienza e vergogna. Il solo scopo è stato di assecondare uno dei peggiori gruppi di estrema destra, la Lega Nord, l'unico in Europa a far parte di un governo

Ma adesso sappiamo il perché senza dover ricorrere a ipotesi dietriste. La ragione è che Berlusconi vuole cacciare il presidente Ciampi, che evidentemente ostacola questo modo di governare. Intende andare subito al Quirinale. Gli servono le guardie padane.