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Unità-Allarme Wto, la scuola privata è un affare da 2000 miliardi di $. Pagheranno gli studenti

15.05.2003 Allarme Wto, la scuola privata è un affare da 2000 miliardi di $. Pagheranno gli studenti di Raffaella De Santis Due giornate come atto di protesta civile in vista del vertice de...

16/05/2003
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l'Unità

15.05.2003
Allarme Wto, la scuola privata è un affare da 2000 miliardi di $. Pagheranno gli studenti
di Raffaella De Santis

Due giornate come atto di protesta civile in vista del vertice del Wto previsto per settembre a Cancun. Le manifestazioni del 17 e 18 maggio sono le prime tappe di una mobilitazione che ha come altri appuntamenti il G8 di giugno a Evian in Francia e il contro vertice di Riva del Garda di inizio settembre. Per il movimento sarà un modo per testare il polso della piazza dopo le grandi manifestazioni contro la guerra all'Iraq.

Sanità, istruzione, servizi sociali, ambiente, cultura e trasporti. Ma anche poste, telecomunicazioni, acqua, energia, audiovisivi, nettezza urbana, banche, assicurazioni, commercio all'ingrosso e al dettaglio, editoria, trasporti. In una parola sola 'servizi': un vero e proprio tesoro che vale da solo il 60% della produzione e dell'occupazione nel mondo.

Ma vediamoli settore per settore questi bocconi che stanno per finire in pasto ai gruppi privati. La sanità rappresenta un mercato potenziale di 3.500 miliardi di dollari a livello mondiale. L'istruzione una volta privatizzata consentirebbe guadagni valutati intorno ai 2.000 miliardi di dollari, mentre ill valore totale dell'industria idrica è stimato intorno agli 800 miliardi di dollari l'anno. Attualmente solo il 5% dell'acqua è nelle mani del settore privato, ma i negoziati previsti dal nuovo Round del Wto nell'ambito del GATS (General Agreement on Trade in Services) mirano a una più estesa privatizzazione delle risorse idriche.

"A ogni Round del Wto si cerca di andare un po' più avanti sulla linea della politica di liberalizzazione", ci spiega Antonio Tricarico, direttore della campagna per la riforma della Banca Mondiale. "Nel 1994 '#8211; aggiunge '#8211; con la conferenza di Marrakech e la fondazione del Wto fu creata un'istituzione che man mano si allargò a sempre nuovi settori: dall'agricoltura ai servizi, dai servizi ai diritti di proprietà individuale".

"La spinta al guadagno è una delle ragioni che portano i colossi del settore idrico a chiedere al Wto di rimuovere le barriere al commercio", fa notare Monica Di Sisto del Cipsi (Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale). Nel business dell'acqua oggi sono due le multinazionali che dominano il mercato e sono francesi. Si tratta della Suez e della Vivendi Universal che nel 2001 hanno guadagnato commerciando acqua ben 12,2 miliardi. Da sole le multinazionali francesi detengono il 40% del mercato idrico mondiale. Il pericolo non è assolutamente da sottovalutare. Uno studio della provincia di Como rivela infatti che se tutti i servizi idrici italiani diventassero Spa il prezzo dell'acqua diventerebbe quattro volte maggiore.

I convegni, gli incontri, i seminari che si terranno il 17 e il 18 maggio in più di 100 piazze italiane vogliono dire "no" alla politica neoliberista dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e discutere di alternative concrete. "Questo mondo non è in vendita" è il titolo della campagna lanciata contro la politica del Wto con la quale il movimento reagisce si organizza in vista del vertice di Cancun.

Dalle trattative del nuovo Round negoziale in Messico anche i servizi essenziali potrebbero uscire trasformati in merci .E contro il rischio della trasformazione in beni privati del patrimonio di tutti il Comitato italiano per il Contratto mondiale dell'Acqua ha organizzato per maggio al Castello di Ferrara un seminario dal titolo "Acqua bene comune dell'umanità". Un'iniziativa per promuovere una politica dell'acqua di tipo no-profit sull'esempio di paesi in cui la distribuzione delle risorse idriche segue percorsi diversi dalla commercializzazione.

"Se a Cancun passerà il programma del Wto, l'umanità avrà fatto un passo indietro grave" ha detto Vittorio Agnoletto mettendo in guardia sui rischi della politica dei GATS. Rischi che purtroppo messi alla prova dei fatti sono stati drammaticamente confermati. Come in Bolivia dove nel 1999 la gestione del sistema idrico di Cochabamba, la terza città del Paese per numero di abitanti, il sistema idrico fu dato in concessione a un consorzio privato internazionale. Le tariffe aumentarono in pochissimo tempo del 200% e si arrivò a una rivolta sociale di massa repressa duramente dal Governo del Paese.

Ma torniamo alle altre fette della torta. Tra i settori più remunerativi c'è sicuramente la sanità, un mercato che potrebbe fruttare un potenziale di 3.500 miliardi di dollari a livello mondiale e che nella rincorsa alla aziendalizzazione dei servizi rappresenta un bottino appetibile soprattutto per le compagnie di assicurazione.

Dalla liberalizzazione dell'istruzione si calcola invece un guadagno nell'ordine dei 2000 miliardi di dollari a livello mondiale. A questo punto non è difficile immaginare che anche nei paesi in cui l'istruzione è statale i governi tenderanno a far quadrare i conti accelerando la privatizzazione delle istituzioni scolastiche e introducendo nuove tasse. Una strada che porterà ad avvicinare sempre più istruzione e impresa (Moratti docet).

In vista del vertice di Cancun, in cui l'Italia come presidente di turno dell'Unione Europea avrà un ruolo essenziale, le due giornate di maggio mettono in chiaro le richieste del movimento: eliminare in ambito di negoziato GATS la liberalizzazione dei servizi essenziali e proibire il riconoscimento della brevettazione e i diritti di proprietà individuale. E se a Seattle la conferenza fallì nessuno vieta di pensare che anche le trattative di Cancun possano prendere un'altra direzione.