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Unità-Angius: il governo sta per fallire

Angius: il governo sta per fallire ROMA Senatore Angius, il presidente della Camera ha esortato la maggioranza a governare davvero e l'opposizione a fare proposte costruttive, lamentandosi di non...

25/08/2003
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l'Unità

Angius: il governo sta per fallire

ROMA Senatore Angius, il presidente della Camera ha esortato la maggioranza a governare davvero e l'opposizione a fare proposte costruttive, lamentandosi di non vedere alcun dialogo fra i poli. C'è questa situazione di stallo?
"Direi di sì. Capisco i giudizi cauti e prudenti di Casini sulla situazione politica, e sono abbastanza condivisibili. Ma la verità è che la situazione si sta evolvendo con rapidità verso il peggio. Siamo di fronte al fallimento del governo, il premier racconta penose bugie con la disperata arroganza di chi rifiuta la verità anche a se stesso. La maggioranza che lo sostiene pensa di usare le riforme istituzionali per colpire l'opposizione e concentrare ancora di più i poteri sul capo del governo. Si può discutere allora su queste basi? Io, francamente, penso di no".
Ma una riflessione sull'anti-berlusconismo dell'opposizione sarebbe utile o no? Sandro Viola su Repubblica si stupisce di tutta la "gente normale" che la sera s'incontra e parla male di Berlusconi...
"Ma Berlusconi ha la straordinaria capacità di attirare le critiche. Innanzitutto per la elementare ragione che è incapace di governare, tanto meno un grande Paese come l'Italia. Pensava che fosse come dirigere un'azienda e che fare politica fosse la stessa cosa che fare l'imprenditore, ma non è così. C'è un limite di fondo nella sua azione. Se sia una questione caratteriale, lo lasciamo stabilire agli studiosi della materia. Mi limito a una considerazione dal punto di vista politico: il centrodestra è in affanno, è in grave difficoltà nei rapporti con il Paese. Come si dimostra quando un Presidente del Consiglio non ha la forza di affrontare situazioni che possono risultare sgradevoli".
Per esempio, l'assenza all'Arena di Verona per evitare eventuali fischi?
"Questo vuol dire che non è più un premier, perché ha paura. Cosa si dovrebbe pensare di uno che si dà alla fuga? È una situazione imbarazzante, piuttosto penosa. Un leader politico affronta le situazioni anche più difficili e più ostili, difende le sue idee, si prende i fischi e si prende gli applausi come capita a chiunque. È una vocazione non democratica quella di chi pretende di ricevere solo consensi".
I cosiddetti "quattro saggi" sono stati delegittimati anche da Berlusconi, il quale ha espresso il dubbio che la denominazione fosse "impropria". Che valore ha il documento da loro prodotto?
"Io non sono a conoscenza di nessun documento. Ho sentito delle frasi oltremodo generiche pronunciate da alcuni di loro. Ma mi sembra che da questo rifugio alpino siano uscite le solite litanie, piuttosto confuse e contraddittorie. La verità è che non c'è alcuna condizione politica per un serio confronto sulle riforme. E dunque ho la sensazione che se non si determinano queste condizioni - e parlo anzitutto di rispetto verso l'opposizione e di un autentico interesse nazionale, che viene accantonato se non dileggiato per tutelare interessi particolaristici esclusivamente della maggioranza - non se ne verrà a capo".
La maggioranza però sembra avere tutte le intenzioni di portare avanti il suo progetto e di portarlo nella sede parlamentare molto presto.
"Non so se i loro passi siano veloci o lenti. So che sono andati nel famoso rifugio alpino. E che, a parte alcune confuse affermazioni, l'Italia ignora in cosa consistano queste riforme istituzionali. Ma, mi chiedo se una persona seria possa credere a un confronto o un'intesa su come modificare l'ordinamento dello Stato mentre la maggioranza e il governo usano le commissioni d'inchiesta Mitrokhin e Telekom Serbia addirittura contro le persone. Contro Prodi, contro Fassino, senza avere uno straccio di prova...".
Sta dicendo che il credito alle rivelazioni di Marini, comprese le ultime di questi giorni, è un macigno a bloccare la strada del confronto sulle riforme?
"Le ultime rivelazioni di Marini, a mio parere, pongono solo un problema: quello dell'esistenza della commissione Telekom Serbia. Perché non è accettabile che un provocatore come Marini, che credo dia segni di squilibrio mentale, arrivi ad essere ascoltato. Ma non è lui che mi indigna, bensì chi lo manovra e lo induce a fare simili affermazioni. E la questione, a dirla tutta, non è neppure solo questa. Come può esserci un confronto sul cambiamento della forma di governo e contemporaneamente discutere della legge Gasparri? Di cosa stiamo parlando se non dei poteri di Berlusconi? Si tratta di questioni inconciliabili in radice".
Vorrebbe includere la Gasparri nel pacchetto di riforme istituzionali?
Anche se la maggioranza ha dimostrato di non voler trattare su questo?
"Il punto è infatti che non siamo in una situazione asettica, dove tutto è tranquillo. Al contrario, mancano le condizioni primarie per qualsiasi serio confronto istituzionale. Noi saremmo interessati a farlo, a rafforzare il bipolarismo, a fare il federalismo solidale, a stabilire norme di garanzia e di controllo per le opposizioni. Ci interesserebbero vere riforme e non un loro uso strumentale".
Allora alla riapertura delle Camere cosa accadrà?
"Penso che si solleverà un gran polverone su queste riforme. La verità è che la maggioranza non sarà in grado di avanzare nessun disegno coordinato. E alla ripresa autunnale sarano ben altri i problemi che incombono sul nostro Paese, sui quali non a caso c'è il silenzio".
Anche lei crede che la questione riforme sia un diversivo?
"Voglio augurarmi di no, ma lo temo. C'è una situazione economica e industriale disastrosa, e gli italiano lo sanno. È sceso il Pil, e sarà grasso che cola se l'anno prossimo aumenta dello 0,8%; l'inflazione è data al 2,8%; il commercio estero ha subito un crollo; la competitività del sistema Italia è in discesa; l'aumento di prezzi e tariffe è alle stelle; si annunciano tagli al sistema sociale e aumento della pressione fiscale. Questa è l'Italia vera. Questi sono gli italiani, queste sono le famiglie. Di fronte a questo disastro i Ds devono concentrare il tiro sui grandi problemi del Paese".
Lasciando per un attimo da parte le magagne di Berlusconi, cosa può fare allora l'opposizione per presentarsi al Paese come una credibile alternativa di governo?
"Credo che in autunno dovremmo lavorare per rilanciare il ruolo e la funzione dell'Ulivo. Riorganizzare l'insieme delle forze di tutta l'opposizione costruendo un nuovo centrosinistra. Sapendo che dovremo cercare strade nuove e non ripercorrere quelle del passato. In breve: l'anti-berlusconismo va benissimo, ma noi non siamo solo quello. Dobbiamo dare alla gente il senso che stiamo lavorando per un'Italia migliore".