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Unità-Appello ai cittadini

Appello ai cittadini di Furio Colombo Silvio Berlusconi non accetta manifestazioni di dissenso contro di lui. Lo fa con queste parole: "Ho dato incarico all'Avvocatura dello Stato di perseguire p...

14/05/2003
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l'Unità

Appello ai cittadini
di Furio Colombo

Silvio Berlusconi non accetta manifestazioni di dissenso contro di lui. Lo fa con queste parole: "Ho dato incarico all'Avvocatura dello Stato di perseguire penalmente tutti coloro che insulteranno la presidenza del Consiglio". Vi sono tre gravi errori in questa frase e ci permettiamo di farglieli notare.

1.Nessuno ha mai sentito insultare la presidenza del Consiglio. La presidenza del Consiglio non ha processi, non ha conflitti di interesse, non è in perenne fuga dalla giustizia, non cerca immunità e impunità. La presidenza del Consiglio è una importante carica dello Stato che è stata di volta in volta ricoperta da personaggi di grande statura, di grande abilità o di modesto valore. Ma la carica istituzionale non ha imputazioni, non va ai processi e non possiede televisioni, dunque non è in discussione.
2.Le persone che a Milano (Piero Ricca) e a Bari hanno - come si usa dire - contestato Silvio Berlusconi non hanno detto una sola parola a carico della istituzione.D'altra parte sarebbe insensato. Molti italiani e ormai, come ci dice la stampa internazionale, molti europei sono preoccupati delle responsabilità civili e penali di una singola persona, del suo potere privato che si sparge a blob sul potere pubblico, e del suo uso del potere pubblico per coprire la sua responsabilità privata.
3.La dichiarazione di Berlusconi viola comunque l'art. 21 della Costituzione Italiana che recita "tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto, e ogni altro mezzo di diffusione". Ma Berlusconi viola anche il pudore "dando mandato" alla presidenza del Consiglio e all'avvocatura dello Stato di perseguire penalmente "chi osa", il che vuol dire usare i soldi dello Stato, dunque quelli di tutti i contribuenti, per perseguire (perseguitare) chi tiene testa al leader del regime, fondatore di Forza Italia, di cui ha detto Norberto Bobbio (a Maurizio Viroli, nella "Intervista sulla Repubblica", Laterza 2003) "non è una forza liberale e neppure conservatrice è un partito eversivo".

L'affermazione di Berlusconi rivela uno stato di emergenza. Questa emergenza non è certo dovuta agli undici cittadini di Bari più uno di Milano. Nasce dalle parole appena citate di Berlusconi e da quelle dette in uno stato di eccitazione sempre più intenso dal giorno delle cosiddette dichiarazioni spontanee al processo di Milano in cui è imputato di corruzione dei giudici. In meno di una settimana Berlusconi ha insultato Ciampi ("E' ipocrita chi dice di abbassare i toni"), ha "maledetto i comunisti, dichiarando che l'Italia rischia di perdere la sua libertà se essi tornano a governare", ha insultato malamente la storica canzone "Bandiera rossa" definendola una "cattiva" (che vuole dire: guardatevi bene dal ricordarla!), si è fatto intervistare per interposta cassetta come Osama Bin Laden, ha provocato l'esclamazione del giornale inglese "The Independent": "Gli europei restano a bocca aperta. Non tanto per Berlusconi, quanto per come è scesa in basso l'Italia".

Come si vede l'attacco non è a un gruppo, a un partito o a interessi che si oppongono ai suoi. L'attacco è ai cittadini. Il loro dissenso, non importa quanto individuale, occasionale, sporadico, non sarà tollerato. La sola protezione resta la Costituzione. Tocca ai cittadini, che rischiano di essere espropriati della libertà, di rispondere. Tocca ai cittadini senza immunità, senza toni alti e toni bassi, senza prudenze e strategie che non hanno. Tocca ai cittadini che sono titolari della libertà ricevuta in dono da coloro che sono morti nella lotta al fascismo e nella resistenza. Ognuno di noi, in ogni momento e occasione della vita, in ogni circostanza anche fortuita, dovrà rispondere. I cittadini, noi, voi, sono il grande nemico che lui vuole perseguire: sono la libera opinione pubblica. Non è la prima volta che tocca all'opinione pubblica farsi avanti, schierarsi e far sapere: noi non giochiamo al gioco del suo regime.

Si intende che ci sono rischi. Il suo regime è ridicolo perché non ha un solo punto di valore, non contiene una sola piccola, dignitosa proposta che si possa condividere. E' un regime reso anche più ridicolo dai tanti servi che si prestano al gioco, negando persino il proprio nome e cognome e identità di un minuto prima. Ma è un gioco pericoloso. Con una certa audace sincerità Berlusconi ci sta presentando una sua bozza di leggi speciali. Se non siamo l'Italia opportunista, spaventata e divisa che ha fatto spazio al fascismo, questo è il momento, per ciascuno di noi, insieme e da soli e in ogni circostanza e nonostante il rischio, di dire di no. La nostra libertà dipende da quanti di noi sono decisi a difenderla.