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Unità-Cinque milioni di firme per i diritti. Lunedì parte la campagna

06.07.2002 Cinque milioni di firme per i diritti. Lunedì parte la campagna di red Cgil, il giorno dopo. In via del Corso s'è riunita la segreteria. Non è stata una riunione lunghissima, sol...

06/07/2002
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l'Unità

06.07.2002
Cinque milioni di firme per i diritti. Lunedì parte la campagna
di red

Cgil, il giorno dopo. In via del Corso s'è riunita la segreteria. Non è stata una riunione lunghissima, solo il tempo di fare il punto sulla situazione, fissare l'agenda. E lunedì già si ricomincia. Il primo appuntamento è per il direttivo della Cgil (si concluderà il giorno dopo, martedì).

Doveva essere questa l'occasione per il passaggio di consegne fra Cofferati ed Epifani. Ma, come sanno tutti, il ricambio al "vertice" è slitatto di due mesi e mezzo. Ed ovviamente anche l'ordine del giorno del direttivo è cambiato. La relazione sarà comunque affidata a Guglielmo Epifani. Cosa proporrà? Si deciderà come sostenere la proposta di legge - d'iniziativa popolare - per l'estensione dei diritti sindacali. L'obiettivo, è noto, è quello di raccogliere cinque milioni di firme entro l'autunno, quando la Cgil indirrà lo sciopero generale contro l'intesa siglata ieri da Cisl, Uil e Confindustria.

Insomma, lunedì parte la campagna per la raccolta di firme. E ancora: il direttivo rilancerà gli scioperi articolati che un po' ovunque stanno fermando le attività produttive. Nei prossimi giorni, l'11 luglio, per l'esattezza, sarà la volta dell'Emilia Romagna. Una di quelle regioni-simbolo, dove un punto percentuale in più o in meno di adesione è in grado di determinare il successo, o meno, di un'iniziativa.

E' probabile, dunque, che sull'Emilia si concentri una forte spinta organizzativa. Cambiando magari un po' la scaletta prevista e organizzando una grande manifestazione di piazza. E già si sa che il comizio conclusivo sarà affidato a Guglielmo Epifani.

Insomma, il giorno dopo la Cgil non sembra proprio isolata. Forte anche dei successi, Mirafiori prima di tutto, degli scioperi spontanei organizzati pochi minuti dopo la firma del patto. Quelle sedici pagine - più tre di allegati - dove di certo c'è solo la riduzione dei diritti dei lavoratori, la violazione dell'articolo 18.

Non è più una novità, e l'hanno scritto un po' tutti i commentatori, infatti, che il "resto" di quello che Epifani ha definito il "patto per Forza Italia", navighi nella nebbia: i vantaggi, insomma, che l'intesa dovrebbe recare all'occupazione, allo sviluppo e alla sua qualità e soprattutto alle tasche di chi percepisce redditi medio bassi per i quali è stata annunciata la "più grande riduzione" di tasse mai vista (5,5 miliardi di euro) in realtà sono una semplice restituzione di tasse già prevista da precedenti accordi e leggi finanziarie