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Unità-Forza Italia propone la galera per i giornalisti

05.2003 Forza Italia propone la galera per i giornalisti di Federica Fantozzi Un colpo di mano di Forza Italia nei lavori della commissione Giustizia a Montecitorio reintroduce il carcere fino a...

08/05/2003
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l'Unità

05.2003
Forza Italia propone la galera per i giornalisti
di Federica Fantozzi

Un colpo di mano di Forza Italia nei lavori della commissione Giustizia a Montecitorio reintroduce il carcere fino a tre anni per i giornalisti rei di diffamazione. Riuscendo a scavare un fossato fra i due principali partiti del centrodestra e ad imbarazzare l'intera maggioranza. Costringendo lo stesso Berlusconi - proprio nel giorno in cui se l'era presa con i media "corresponsabili" di "aver amplificato un'ingiuria" con un "agguato" ai suoi danni - a smentire i suoi: "Pensare di dare tre anni a un giornalista per una dichiarazione è una norma fuori dal mondo che non appartiene alla logica liberale della CdL".

Questi i fatti. Ieri una semivuota Commissione ha riproposto il carcere per i giornalisti condannati per diffamazione a mezzo stampa. A sorpresa: assente il presidente Gaetano Pecorella (Fi), il suo sostituto Nino Mormino ha presentato un emendamento mai discusso prima. Contenuto: modificare il testo base, dove la pena detentiva (oggi prevista) era stata eliminata e sostituita da una multa e della sospensione temporanea dall'esercizio della professione. L'emendamento è passato con i voti forzisti, contrario non solo l'Ulivo ma anche An. E il relatore Gianfranco Anedda si è subito dimesso per protesta di fronte allo stravolgimento del suo testo che si muoveva lungo la duplice direttrice della depenalizzazione e di rettifiche più efficaci.

Immediate anche le reazioni dell'opposizione, dell'Ordine dei giornalisti e della Fnsi che avevano partecipato alla difficile trattativa sfociata appunto nel testo Anedda. Ma anche all'interno della maggioranza monta il malumore. La Lega parla di "norma illiberale. Da Bruxelles il ministro Castelli fa sapere: "Prendo le distanze". Gelido il centrista Volontè: "Una cosa gravissima, spero sia solo frutto di un colpo di sole". A dissipare l'imbarazzo non basta il comunicato con cui Pecorella sconfessa il collega di partito: "È stato un incidente di percorso in una materia difficile". Poi getta acqua sul fuoco: "È nei principi fondamentali della CdL il rispetto della libera manifestazione del pensiero". Invita Anedda ("che ha tutta la mia stima") a ritirare le dimissioni e annuncia che chiederà a Casini di rinviare l'esame del provvedimento in aula - previsto per lunedì prossimo - in vista di un "ulteriore approfondimento". Si allinea il capogruppo azzurro in Commissione Vitali: "Quell'emendamento non rappresenta la posizione ufficiale di Fi e sarà modificato". Idem il portavoce Bondi, che minimizza: "Episodio derivato da un eccessivo tecnicismo di carattere giuridico".

Non è così. E le polemiche non si placano. Una vicenda "gravissima e sconcertante" per il Ds Giuseppe Giulietti: "È una provocazione, la negazione di quanto fin qui deciso. Anedda aveva con grande fatica costruito una base di discussione positiva". L'esponente della Quercia rammenta le dichiarazioni del premier sul Tg2 che ha mandato in onda le immagini della sua contestazione a Milano. E sottolinea: "Hanno scelto il giorno peggiore per varare questa norma. C'è il legittimo sospetto che si sia tentato un nuovo colpo di manganello...". Dello stesso tenore il commento di Villetti (Sdi): "Quell'emendamento va ben oltre la necessaria tutela dell'onorabilità personale, è una misura repressiva". Ugo Intini: "Idea semplicemente vergognosa". Critici i Verdi, che però erano assenti in Commissione. Mantini della Margherita: "Blitz inaccettabile, vogliono mettere il bavaglio alla libertà di informazione". Armando Cossutta (Pdci) denuncia il "rischio di regime".

Furiosi gli organi di categoria. Il segretario della Fnsi Serventi Longhi esprime solidarietà ad Anedda: "Un episodio di gravità inaudita". Il presidente della Fnsi Siddi lancia un appello alle "coscienze libere" contro questa "svolta illiberale". Osserva il cdr del Giornale: "Che sia la CdL a riscoprire le manette per i cronisti, dopo le querele miliardarie di cui è stato vittima il nostro Giornale ci sembra un'iniziativa liberticida". Ferrara ironizza: "Chi lo ha proposto beve troppo".

In serata si fa vivo Mormino, avvocato penalista e difensore storico dei fratelli Madonia che già si era segnalato per il tentativo (fallito) di allargare le maglie dell'indulto ai "picciotti" mafiosi. Stavolta argomenta che la posizione di Berlusconi è certo "condivisibile", ma "l'emendamento parte da una constatazione puramente tecnica". Poi, insieme al sottosegretario alla Giustizia Santelli chiama in causa l'opposizione: la norma sarebbe passata con una "maggioranza trasversale" e il centrosinistra avrebe presentato emendamenti analoghi nei contenuti. Il Dl Fanfani smentisce di aver votato sì. La Ds Anna Finocchiaro: "Chi dice che abbiamo votato a favore mente sapendo di mentire. Abbiamo votato contro o ci siamo astenuti".