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Unità-I tagli del governo affondano la scuola. E Berlusconi non esclude una "manovra bis

I tagli del governo affondano la scuola. E Berlusconi non esclude una "manovra bis" di Bianca Di Giovanni Giornata decisiva per la legge Finanziaria: il Parlamento non esiste più ed in questo "b...

26/10/2002
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l'Unità

I tagli del governo affondano la scuola. E Berlusconi non esclude una "manovra bis"
di Bianca Di Giovanni

Giornata decisiva per la legge Finanziaria: il Parlamento non esiste più ed in questo "buco nero" scompare anche la Finanziaria. Di fatto in Commissione Bilancio non viene approvato neanche un emendamento "sostanziale" al testo presentato dal governo.

Così, via a tagli a raffica sulla scuola: quasi 34mila insegnanti in meno in tre anni e 26.700 del personale ausiliario. Come ha ordinato il capo (pardon: il premier) i nodi si affronteranno in aula. Non si sa ancora se aula della Camera o del Senato. A questo punto molti membri della Commissione (anche della maggioranza) si chiedono: che ci stiamo a fare qui? Tutto l'Ulivo chiede conto al presidente Giancarlo Giorgetti (Lega Nord). "Non è mai accaduto che anche su questioni di non grandissimo significato - dichiara Michele Ventura, capogruppo dei ds in Commissione - il quale non va oltre il profondo imbarazzo per non conoscere ancora a 25 giorni dalla sua presentazione gli oerinetamenti del governo sulla Finanziaria.

L'incontro sul Mezzogiorno con Gianfranco Micciché è al calor bianco: il viceministro esordisce affermando di sapere ancora poco sul maxi-emendamento. Le opposizioni discutono se non sia il caso di abbandonare la Commissione. Rifondazione lo fa subito dopo una valanga di insulti rivolti dal viceministro dell'Economia all'Ulivo (tacciato di aver truffato il Sud con leggi non coperte o fuori bilancio). L'Ulivo decide di "mantenere un presidio democratico" e alla fine Ventura e Roberto Barbieri, responsabile del Mezzogiorno dei Ds diffondono una nota in cui chiedono al presidente del consiglio di valutare le dimissioni di Micciché.

Intanto si "lavora" nelle stanze del ministero del Tesoro dove si sta mettendo a punto il maxi-emendamento, diventato di fatto la vera finanziaria. Oggetto ancora quasi completamente sconosciuto, che comparirà per mezza giornata a Montecitorio o a Palazzo madama e dopo un rapido voto sarà fatta. Per lo meno di qui a tre mesi. Per la prima volta ieri infatti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha escluso l'eventualità di una manovra-bis. "Mi auguro che non si debba ricorrervi - ha dichiarato a Bruxelles - In base alle nostre attuali previsioni dovrebbe bastare quella attuale". Sulle modifiche che il governo intende apportare si conoscerà di più la prossima settimana, quando si incontreranno le parti sociali. Sul Mezzogiorno Micciché ha precisato ai cronisti (non ai deputati) che l'articolo 37 (la trasformazione del 50% degli incentivi in mutui) non scomparirà dal testo (come chiede Confindustria). Solo poche ore prima a Bari aveva detto che si studiava un congelamento della norma per il 2003.

A oggi non si sa quale sia la verità. In ogni caso quell'articolo è oggetto di una trattativa con le parti. Confindustria ha già avuto due incontri al Tesoro, i sindacati sono convocati martedì. Il viceministro ha chiarito (si fa per dire) che il "principio del 50% a fondo perduto e 50% prestiti rimarrà immutato e non si tocca. Quello che potrebbe cambiare - ha aggiunto - nella formulazione dell' articolo 37 è la sua applicazione o meno ad alcune leggi di incentivazione". Ancora non è ufficiale, però se la legge 488 uscirà dall'applicazione dell'articolo 37. Verranno reintrodotti, ma modificati, altri due strumenti ideati dall'Ulivo: il bonus occupazione e il credito d'imposta per gli investimenti. Il primo sarà previsto solo nelle aree meridionali.