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Unità-La Lega ribelle? Un ricordo

08.2003 La Lega ribelle? Un ricordo. I ds: "Bossi è parte integrante di questo sistema di potere" di Vittorio Locatelli Da "fedele maggiordomo" a "pittbul senza guinzaglio". Dal centrosinistra ...

17/08/2003
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l'Unità

08.2003
La Lega ribelle? Un ricordo. I ds: "Bossi è parte integrante di questo sistema di potere"
di Vittorio Locatelli

Da "fedele maggiordomo" a "pittbul senza guinzaglio". Dal centrosinistra si sprecano le definizioni per l'esternatore di Ferragosto. Umberto Bossi è andato all'assalto e le parole più feroci le ha riservate agli "alleati" dell'Udc, con Pierferdinando Casini al centro del mirino.

"Basta!", ha replicato il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione, nessuno può giocare a "chi è più amico di Berlusconi". L'esponente dell'Udc invita Bossi "a ritrovare spirito di coalizione e voglia di dialogo. Casini non pensa al dopo Berlusconi". Buttiglione sostiene che "la coalizione viene prima messa in crisi da atti della Lega e noi siamo bersaglio di una sistematica aggressione. Poi, quando ci difendiamo, ci attaccano perché vorremmo cacciare qualcuno dal governo. Vorrei dire a Bossi: basta". Immediata la replica a Buttiglione del coordinatore delle segeterie del Carroccio, Roberto Calderoli: "La Lega è e resta al governo per fare le riforme che tu stesso hai sottoscritto come programma della Cdl. In caso contrario si va al voto".
Il coordinatore di An Ignazio La Russa si compiace "che Bossi punti sulla compattezza del governo, sulla maggioranza che lo sostiene e sulla loro durata", ma sull'Udc pensa che "sbagli nell'immaginare che il presidente della Camera abbia in animo di indebolire il governo". No da An alla proposta sui dazi che per il vice ministro alle Attività Produttive, Adolfo Urso, "è una strada sbagliata, controproducente e irrealizzabile" e inoltre le politiche commerciali "appartengono all'Ue e devono trovare l'accordo di tutti i paesi membri". Il Nuovo Psi, con il vicesegretario Danilo Robilotta dice a Bossi "che la sua devolution è inutile, dannosa e non ci ha permesso di spiegare i guasti della riforma ulivista del Titolo V" e invita Berlusconi a "liberarsi dell'abbraccio di Bossi, che cerca di spingere premier e coalizione su posizioni antisistema". Il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi getta acqua sul fuoco e chiede alla coalizione "coesione, impegno unitario, comunicazione ai cittadini dei risultati del governo e impegno per il futuro". Le risse tra Lega e Udc per Bondi sono solo "scaramucce estive".
Dal centrosinistra il coordinatore della segreteria dei Ds, Vannino Chiti dice che le osservazioni del ministro delle Riforme "come leader politico lasciano il tempo che trovano: le sue aggressioni e le sue minacce nascondono in realtà la mancanza di una prospettiva politica e hanno portato la Lega in un vicolo cieco". Per Chiti "la Lega oggi è perfettamente allineata a difendere un sistema di potere che presenta aspetti degenerativi da far invidia ai momenti più bui della prima Repubblica". E quello che Bossi dice come ministro "non si può far passare sotto silenzio: sono gravi le sue parole contro l'autonomia della magistratura e il Csm" e quindi "non si può fare solo dell'ironia sulle sue minacce per riforme che non si fanno e che lui è incapace di fare. Sono inammissibili, poi, i riferimenti espliciti o le semplici allusioni alla secessione. Un governo ed una maggioranza seria lo avrebbero già dimissionato".
Il capogruppo della Margherita alla Camera, Pierluigi Castagnetti sostiene che Bossi "continua ad attaccare i suoi alleati dell'Udc, per conto di Berlusconi. È già finita la brevissima pausa estiva, riprendono i reciproci insulti nella Cdl". Inoltre per Castagnetti, "i toni di Bossi contro la magistratura intaccano i pilastri della Costituzione". Per il parlamentare della Margherita Giuseppe Fioroni Berlusconi dovrebbe "sostituire" Bossi al ministero delle Riforme, ma non lo farà perché "è difficile trovare contemporaneamente un docile maggiordomo e un fedele mastino che si accontenti di poco ed esegua fedelmente". Il segretario dell'Udeur Clemente Mastella definisce Bossi "un pitbull feroce che padroni improvvidi o senza scrupoli hanno lasciato liberi senza guinzaglio o museruola. Solo un governo allo sbando e privo di una vera e convinta maggioranza può tollerare le sue sparate". La proposta sui dazi, per il senatore del Pdci, Gianfranco Pagliarulo, è "il fallimento della prospettiva neoliberale su cui il governo aveva proclamato di volersi muovere". Ma per il senatore "Bossi è il megafono di Tremonti: davanti all'incapacità del governo, la colpa è degli altri, in questo caso della Cina".
Per il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio "la richiesta dei dazi medievali è una coltellata al semestre di presidenza italiano. Tra poco chiederanno l'uscita dell'Italia dalla Ue e dall'Onu. Evidentemente di fronte allo sfascio di questo governo Bossi sente puzza di elezioni e esibisce il suo repertorio più estremistico". E un altro Verde, il deputato Paolo Cento, sostiene che "le parole di Bossi prefigurano anche per i prossimi mesi un asse privilegiato con Berlusconi, con l'obiettivo di mettere fuori gioco la parte moderata e cattolica".
Sui dazi doganali a Bossi replica anche il presidente di Legambiente, Ermete Realacci: "Al ministro che chiede di erigere barriere commerciali a tutela delle nostre imprese, vorremmo ricordare che queste barriere esistono già", dice, e spiega che l'Europa ha realizzato un costosissimo sistema di misure a sostegno delle sue produzioni che penalizzano i prodotti provenienti dall'estero, e soprattutto dai Paesi in via di Sviluppo. Secondo Realacci Bossi è portavoce di un "Occidente che mentre proclama ideali di libero mercato sottopone i prodotti dei paesi poveri a gabelle odiose. È l'assurda logica dettata dal Wto".