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Unità-La riforma perde pezzi: forse rinviata la sperimentazione nelle materne

05.09.2002 La riforma perde pezzi: forse rinviata la sperimentazione nelle materne di Adriana Comaschi e Mariagrazia Gerina La sperimentazione perde pezzi. Partirà a breve, secondo gli annunci ...

06/09/2002
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l'Unità

05.09.2002
La riforma perde pezzi: forse rinviata la sperimentazione nelle materne
di Adriana Comaschi e Mariagrazia Gerina

La sperimentazione perde pezzi. Partirà a breve, secondo gli annunci di viale Trastevere, ma senza l'anticipo alle materne: rinviato - ancora ufficiosamente - al prossimo anno. Troppi i problemi pratici - vedi le figure professionali da reclutare per badare ai piccoli al di sotto dei tre anni -, troppe le contrarietà sollevate dai Comuni, che, su richiesta del ministero, stanno preparando un documento con tutte le condizioni necessarie a far partire in un futuro imprecisato la sperimentazione nella scuola materna. Martedì prossimo, il 10 settembre, la Commissione Scuola dell'Anci si riunirà per la prima volta e lo stesso giorno dovrebbe riunirsi il Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione per dare parere definitivo sulla sperimentazione. Dal momento che il parere del Cnpi è necessario ma non vincolante, Moratti ha già annunciato che non aspetterà un minuto di più e appena ricevuto il parere, renderà noto l'elenco delle 200 scuole. Senza attendere i criteri che l'Anci si è impegnato a indicare? L'annuncio ha scatenato un caso diplomatico tra il ministero e i Comuni. E alla fine da quella lista sembra proprio che saranno escluse le scuole materne.
In pubblico la Moratti però non si perde d'animo e continua a contare. "Settecento, ottocento... anzi mille". Cresce nei discorsi del ministro il numero delle scuole che muoiono dalla voglia di sperimentare la sua riforma. Ieri, davanti alla platea di Alleanza Nazionale riunita per la Festa del Tricolore di Mirabello, è salito a mille. Ma cosa c'è dietro quel numero? Telefonate fatte nel cuore dell'agosto - la stessa sottosegretaria Aprea si è scomodata per sentire le 'scuole amiche' -, pressioni esercitate su direttori generali e presidi, sindaci di centro-destra mobilitati per reclutare adesioni. "Aderire a cosa?", si chiedono gli insegnanti al rientro dalle vacanze. A loro, ai collegi docenti, spetta l'ultima parola. Ma su cosa esattamente devono pronunciarsi? I documenti, pubblicati su internet negli ultimi giorni, sono ancora soltanto una bozza che cambia di giorno in giorno. Anche alle scuole elementari si pone qualche problema. Il ministro ha già annunciato che non si riaprono le iscrizioni. E dunque, come si farà a sperimentare l'anticipo? La soluzione che si prospetta è selezionare per la sperimentazione solo negli istituti che riuniscono scuola materna e scuola elementare in modo tale da poter reclutare gli alunni precoci all'interno della stessa scuola.
L'ultimo orientamento che viene da viale Trastevere è sperimentare il possibile, sperimentare qualcosa, pur di non aggiungere un altro flop alla lunga lista che Moratti ha collezionato negli ultimi mesi. La corsa a cercare candidati comunque continua. E se pubblicamente, il ministro segna una tacca sul numero mille, a parte convoca i direttori scolastici regionali per chiedere i numeri effettivi: "Troppo pochi, non basta. Dovete trovarne di più", si sono sentiti dire nell'ultima riunione convocata alcuni giorni fa a viale Trastevere. Una delle regioni più in difficoltà sembra essere la Toscana: "Finora ho trovato solo nove scuole", ammette il responsabile dell'ufficio scolastico regionale, Michele Paradisi. L'ostacolo principale - spiega - è la contrarietà degli enti locali. "Non si può preparare una sperimentazione alla vigilia dell'anno scolastico", ribadisce Daniela Lastri, assessore fiorentino all'istruzione. Nella città di Firenze finora non è stato possibile trovare nemmeno una scuola disposta ad attuare la sperimentazione.
Se la cavano un po' meglio, per il momento, gli altri direttori regionali. Il Piemonte, con 23 scuole, la Sicilia con una quarantina di candidati, il Lazio con altrettanti, la Puglia, in bilico, con appena 18 scuole papabili. Numeri che servono appena ad esorcizzare la paura di essere rimossi dall'incarico, in nome dello spoil system, qualora il ministero non li giudicasse abbastanza solleciti.
L'ultima parola sulla sperimentazione spetta ai docenti. La Lombardia che vanta cinquanta candidati, per esempio, da ieri deve fare i conti da con una bocciatura eccellente. La scuola un tempo diretta da Valentina Aprea era stato uno dei primi contatti attivati da viale Trastevere. Durante l'estate, la preside aveva dato il suo assenso, ma ieri il collegio docenti si è riunito ed ha decretato a maggioranza che l'istituto comprensivo di Basiglio, in provincia di Milano, non parteciperà alla sperimentazione.
Non mancano le pressioni. Nell'Istituto comprensivo di Cantù, in provincia di Como, gli insegnanti avevano già votato per il no alla sperimentazione, ma ieri il preside li ha riconvocati: "Rischiamo di perdere il prestigio e posti di lavoro", ha ripetuto aggiungendo che anche il sindaco aveva fatto pressioni per il sì. Ed è stato lui a vincere il braccio di ferro. Nel circolo didattico Corridoni di Milano, la vicepreside, contattata come tutti gli altri a cavallo del ferragosto, non si è presa la responsabilità di cestinare la proposta arrivata insieme a un questionario dalla direzione regionale. Il no però è stato deciso all'unanimità ieri dal collegio docenti. Man mano che nei prossimi giorni i collegi si riuniranno, arriveranno conferme e bocciature sulle scrivanie dei direttori regionali che attendono con il fiato sospeso, mentre la Moratti continua a contare fino a mille.

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