Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: Napolitano: «Ricercatori, molla della comunità scientifica»

Unità: Napolitano: «Ricercatori, molla della comunità scientifica»

Il presidente della Repubblica si ferma, a Napoli, a parlare con i docenti. I quali ascoltano ma replicano: «Saremo pure la molla della comunità scientifica come ci ha detto Napolitano, ma se la molla non viene oliata...».

15/11/2009
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Marcella Ciarnelli
In uno dei luoghi simbolo della ricerca, l’Accademia Pontaniana di Napoli, il presidente della Repubblica non ha mancato di fare un cenno sulla cronaca stringente di queste ore che riguarda proprio i possibili tagli. Si è augurato Napolitano che “gli studi e la ricerca possono continuare a Napoli e in Italia con il necessario sostegno pubblico”.
MENO INVESTIMENTI Che, invece, sembra venir meno proprio dove ce n’è più bisogno, nell’investimento sulle intelligenze dei giovani che sono il futuro di tutti. Con i ricercatori, in mattinata, il presidente si era intrattenuto, non tanto tempo quanto loro avrebbero voluto, al termine della visita alla Stazione zoologica Anton Dohrn, un centro di eccellenza nel campo della ricerca scientifica. A loro Napolitano ha espresso il suo compiacimento, definendo i ricercatori «molla della comunità scientifica» e dicendosi particolarmente compiaciuto che tra loro ci siano molte donne. «Saremo pure la molla della comunità scientifica come ci ha detto il Presidente Napolitano, ma se la molla non viene oliata...», è stato l’amaro commento delle appena apprezzate giovani ricercatrici che vedono a rischio, come tanti altri, il loro impegno, i loro studi, il loro lavoro futuro davanti ai tagli che sono stati ventilati anche se il ministro sembra voler mettere la marcia indietro su una misura che si rivelerebbe devastante.
CACCIOPPOLI L’omaggio al mondo della scienza Napolitano lo ha fatto poi commemorando il matematico Renato Caccioppoli a cinquant’anni dalla sua tragica e voluta morte, la cui genialità non gli consentì di trovare la forza di misurarsi con la normalità della vita. È stato quello del presidente un omaggio ai cervelli che caratterizzarono un’epoca florida della cultura napoletana e italiana ma anche, attraverso essi, un omaggio alla sua città. «Bisogna leggerla bene questa Napoli, come sapeva leggerla Renato Caccioppoli, nella sua realtà operaia e popolare non meno che nella sua vita intellettuale », ha detto il presidente invitando a «riflettere su Napoli, quella di oggi come quella di allora, ad averne rispetto e ad amarla ».