Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Scuola, un impegno senza se e senza ma

Unità-Scuola, un impegno senza se e senza ma

Scuola, un impegno senza se e senza ma di Marina Boscaino Tante volte, soprattutto negli ultimi mesi, si è ripetuto che - insieme alla sanità - la scuola è l'ambito della vita pubblica che ...

24/08/2003
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Scuola, un impegno senza se e senza ma
di Marina Boscaino

Tante volte, soprattutto negli ultimi mesi, si è ripetuto che - insieme alla sanità - la scuola è l'ambito della vita pubblica che coinvolge più direttamente tutti coloro che vivono in una nazione. Ciò che siamo e ciò che saremo, la direzione che la storia del nostro Paese prenderà in futuro, è fortemente condizionata da quella che sarà la politica scolastica, da quanto la scuola pubblica sarà potenziata e sostenuta, da quanto si riterrà opportuno fortificare il suo ruolo di garante dello sviluppo democratico della nazione e di strumento di pari opportunità per ciascun individuo, indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche. "Una scuola pubblica più debole può facilmente arrendersi alla logica del mercato e persino a una visione cinica della vita": con queste parole, durante la manifestazione della Cgil del 23 marzo del 2002, Sergio Cofferati stigmatizzava il "disegno di indebolire, impoverire e rendere marginale il ruolo della scuola pubblica in questo paese". È passato un anno e mezzo da quella memorabile giornata; da allora il Governo Berlusconi e il Ministro Moratti hanno confermato in maniera inequivocabile i sospetti e le paure di chi individui nel rafforzamento della scuola pubblica il principale strumento di crescita morale e civile del Paese. L'approvazione della legge delega n.53 del 28 marzo scorso per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, ha sancito definitivamente da parte del Governo una politica scolastica che viaggia in senso opposto all'affermazione di quei principi egualitari che hanno segnato lo sviluppo della scuola pubblica dal dopoguerra ad oggi. I tagli di risorse destinate all'istruzione non sono solo tra i maggiori operati da questo Governo; sono anche quelli la cui rilevanza per il futuro sociale ed economico del nostro paese risulta più penalizzante. Tali tagli, assai più che molti provvedimenti analoghi in altri settori, hanno degli effetti irreversibili; una volta che la qualità della formazione e dell'istruzione subisce un peggioramento, una o più generazioni sono irreversibilmente colpite dagli effetti negativi. Gli effetti negativi in termini di minore patrimonio culturale e sociale ed anche di minore produttività del sistema economico sono per così dire incorporati per sempre nelle generazioni che questi provvedimenti stanno colpendo.
I numeri in Parlamento e la spregiudicatezza di questo Governo possono dare facilmente l'impressione che l'andamento ineluttabile degli eventi non possa essere contrastato. La stanchezza per le lotte portate avanti durante lo scorso anno scolastico dalla gran parte degli insegnanti, unita alla rassegnazione o all'indifferenza di coloro che interpretano il proprio lavoro come un semplice contributo impiegatizio, lascerebbero intendere che il caldo torrido dell'estate e la bonaccia di questi ultimi giorni di agosto abbia portato ad un abbassamento del livello di attenzione sui gravissimi problemi della scuola. Ma la scuola sta per ricominciare. E con essa dovrà riprendere a manifestarsi "senza se e senza ma" l'impegno quotidiano di chi abbia a cuore il destino della scuola pubblica e di coloro che la frequentano o vi lavorano. L'impegno a difesa di conquiste storiche di civiltà che questo Governo minaccia di impoverire attraverso una politica scolastica miope e attenta solo alla salvaguardia delle scuole private e di coloro che le scelgono. L'impegno per il mantenimento del tempo pieno, per il sostegno all'handicap, contro la diminuzione di posti di lavoro, contro l'abbassamento dell'obbligo scolastico, contro la scelta precoce e la divaricazione classista tra formazione professionale e istruzione, contro l'ingerenza di questo Governo a minaccia della libertà di insegnamento, sancita dalla nostra Costituzione. Contro i privilegi per i "diplomifici" di ogni genere. Contro la mistificazione di un anticipo scolastico che, oltre che discutibile nella sostanza, crea aspettative nelle famiglie alle quali scuole e Comuni non potranno far fronte, anche grazie ai tagli previsti con l'ultima Finanziaria. Per il 26 settembre è già prevista una mobilitazione del mondo della scuola su questi ed altri temi sui cui contenuti e modalità ci sarà modo di intervenire prossimamente. Sarà possibile contare sulla partecipazione e l'impegno dell'opposizione a difesa della scuola pubblica? Sarà condivisa nei fatti questa lotta che è veramente comune, ma che ha visto il mondo della scuola certamente un po' abbandonato, un po' dimenticato, durante i mesi, gli anni della discutibile gestione Moratti? Molti di noi ritengono che senza una presenza e un intervento più costante a difesa della scuola pubblica da parte dell'opposizione la lotta possa perdere di efficacia. Intanto proviamo a leggere il Secondo libro bianco sulla scuola (Edizione speciale "Aprile", Edit. Coop, 2,60 Euro) che contiene una serie di interventi politici e tecnici a difesa della scuola pubblica e contro il progetto di smantellamento che il Governo Berlusconi sta portando avanti. In poche pagine, oltre ad un commento sulla delega e ad un dossier della Cgil scuola su "tutti i tagli euro per euro", il Secondo libro bianco sulla scuola porta alla luce contributi di diversa natura convergenti su una documentata condanna alla politica scolastica del Governo, sia dal punto di vista strettamente tecnico che più ampiamente politico. È ormai arrivato il momento di smettere di relegare le problematiche della scuola pubblica ad un ruolo marginale. La mancanza di spettacolarità di tali problematiche, che condiziona le scelte del sistema dell'informazione - colpevolmente lontano e colpevolmente superficiale nei suoi interventi a proposito - non può essere condivisa dal mondo politico, che nella scuola pubblica e nella sua difesa può e deve individuare un elemento vincente nella ricerca di consenso e di partecipazione. Se e dove questo sforzo c'è stato, esso è apparso poco visibile. La speranza è che questo utile libro ben pensato sia l'inizio di un nuovo atteggiamento.