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Università, le classifiche opinabili sugli atenei

Guido Trombetti

16/07/2019
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la Repubblica

Nello scegliere l’università i ragazzi, e le loro famiglie, adoperano i più disparati criteri. Certamente la fama degli atenei. Ma anche le esperienze spicciole narrate da amici e parenti.

Certamente incidono i costi necessari a frequentarne uno lontano piuttosto che uno vicino. Ma anche il fascino di nuove esperienze di vita. Come conta la qualità delle strutture e dei servizi. E, ma invero poco, la qualità del corpo docente. Infine incombe sulle scelte la foresta di classifiche in circolazione. Ce ne sono in giro molte. Alcune serie. Altre meno. I parametri scelti per stilarle variano. E con essi i risultati. Per cui l’unico valore che si può riconoscere è quello di una indicazione di massima. Il gruppo delle grandi star è stabile. Harvard, Stanford, Cambridge, Mit… Più o meno una decina di università (dotate spesso di finanziamenti stratosferici).

Poi poche centinaia di università eccellenti. Alcune centinaia buone.
Infine il mare delle mediocri.
Soltanto qualche mese fa alcuni dei più importanti quotidiani italiani hanno titolato "Classifica di Shangai.
Molto bene la Federico II" e ancora "In testa La Sapienza per ingegneria aerospaziale (16esima al mondo) e poi la Federico II (24esima ) prima dei politecnici di Torino e Milano".
L’Institut for Higher Education di Shangai, istituzione tra le più accreditate in circolazione, fonda la sua analisi sui risultati della ricerca. La classifica tranne per i primissimi posti è declinata a gruppi. Che so, la tale università è tra 100 e 200.
La Federico II era collocata tra le prime 75 al mondo nell’Ingegneria civile, tra le prime 100 nella Fisica e nell’Agraria ... e nel complesso in una posizione tra 200 e 300. A livello nazionale all’ottavo posto. Niente male.

Pochi giorni orsono ecco le classifiche Censis. Con le università campane collocate, con l’ eccezione di Salerno, agli ultimi posti.
La differenza con i risultati di Shangai dipende dal fatto che la ricerca, e quindi il corpo docente, nelle classifiche Censis non intervengono.
Ma si può dimenticare la ricerca, un aspetto di importanza fondamentale, nel valutare un ateneo? Senza di essa sarebbe un liceo. Gli indicatori utilizzati sono infatti : 1) Servizi erogati (pasti, alloggi...); 2) Borse di studio; 3) Strutture (posti aule, biblioteche, laboratori); 4) Comunicazione e servizi digitali; 5) Internazionalizzazione; 6) Occupabilità ( cioè laureati occupati ad un anno dalla laurea).
Non voglio qui entrare nel merito della affidabilità dei dati (certificati da chi e come? ) . Non voglio negare la rilevanza di alcuni almeno dei parametri considerati. Ma certamente almeno tre degli indicatori utilizzati (borse, servizi, e in larga parte l’occupabilità) sono legati a dati di contesto territoriali. Sui quali i singoli atenei poco o nulla possono incidere.

Mi metto a giocare con i numeri. Trasporto l’Orientale, ultimo tra gli atenei medi, in Trentino. E gli assegno i punteggi per servizi, borse e occupabilità dell’università di Trento. Ebbene L’ Orientale, fa un balzo in avanti di sei posizioni.

Non voglio certamente negare che nella crisi generale che attanaglia il Mezzogiorno anche le università possano essere in affanno al confronto con alcuni atenei del centro-nord. Che a determinati servizi, come i siti web, oggi sia indispensabile dedicare la massima cura.
Voglio soltanto ricordare che la qualità, come la bellezza, è impossibile da misurare con il calibro di precisione. E che dei numeri decimali ricavati utilizzando alcuni parametri sono totalmente inadeguati a descrivere la complessità che caratterizza il mondo della formazione universitaria. E più in generale il mondo della cultura.

E torno all’Orientale. C’è qualcuno che può negare che sia un vero e proprio gioiello, un unicum nel panorama culturale italiano? Con lingue e dialetti che si studiano soltanto lì?

Qualcuno può pensare che l’Italia possa fare a meno del complesso delle sue competenze? I cittadini sanno che, addirittura, in occasioni di visite di delegazioni orientali il Quirinale ha chiesto sostegno a questo prestigioso ateneo?

A me pare allucinante esporre un giudizio sommario derivato da medie e statistiche di discutibili indicatori.
In conclusione un ragazzo per iscriversi all’università deve affidarsi a Shangai o al Censis? O fare la media dei risultati delle svariate classifiche in giro? Internazionali o casarecce.

Ad un ragazzo che cerchi di orientarsi appare una gran confusione!
Come apparve al marchese d’Auge dalla torre del suo castello: "Sulle rive del vicino rivo erano accampati un Unno o due; poco distante un Gallo immergeva audacemente i piedi nella fresca corrente. Si disegnavano all’orizzonte le sagome sfatte di qualche diritto Romano, gran Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo. I normanni bevevan calvados".