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Vaorescuola-Come nasce un insegnante

La formazione iniziale dei docenti: una ricerca a livello europeo Come nasce un insegnante La rete Eurydice ha analizzato la figura dei docenti della scuola medi...

09/12/2002
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La formazione iniziale dei docenti:
una ricerca a livello europeo

Come nasce un insegnante

La rete Eurydice
ha analizzato
la figura dei docenti
della scuola media inferiore,
laddove si ritiene
che si siano verificati
i maggiori cambiamenti

Gabriella Giorgetti

Negli anni recenti i compiti e le responsabilità attribuite ai docenti hanno subìto una profonda trasformazione. Non solo devono essere competenti nei contenuti e nelle modalità d'insegnamento delle diverse discipline, ma devono aggiornarsi rispetto ai continui cambiamenti nel campo delle nuove tecnologie, rispondere a bisogni formativi sempre più differenziati e affrontare le nuove responsabilità causate dalla maggiore autonomia scolastica. Per capire come i diversi paesi europei stiano rispondendo alla formazione di un nuovo profilo docente, Eurydice (rete d'informazione sull'educazione in Europa) ha analizzato la situazione della formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria inferiore (1) in 30 paesi europei. Alla base di tale scelta la considerazione che la secondaria inferiore, scuola ponte tra la primaria e il post-obbligo, è indubbiamente il settore scolastico in cui si sono verificate le maggiori modifiche del profilo docente in seguito a vari fattori quali: la scolarizzazione di massa, la presenza sempre crescente di un'utenza eterogenea, con bisogni formativi assai differenziati, e l'obiettivo di far loro acquisire tutte quelle conoscenze e competenze che si pensa debbano essere in possesso d'ogni cittadino.

Formazione teorica e tirocinio
In tutti i paesi, gli sforzi rivolti a rafforzare lo status dei docenti si sono inevitabilmente diretti al miglioramento delle qualifiche richieste e all'allungamento del periodo di studio, che attualmente è della durata di 4 o 5 anni, ad eccezione del Belgio, Austria (nel caso dei docenti dell'Hauptschule (2)) e Islanda, in cui in corsi durano tre anni. Nella quasi totalità dei casi si tratta di percorsi a livello universitario.
Per quanto riguarda il maggior equilibrio possibile tre due competenze ugualmente richieste - la conoscenza accademica e le competenze professionali - sembra diventare predominante a livello europeo il modello concomitante, in cui la formazione dei docenti è caratterizzata da corsi che combinano la formazione generale e teorica con il tirocinio. Solamente la Spagna, la Francia, l'Italia e la Bulgaria mantengono un modello di tipo consecutivo, in cui la formazione universitaria generale assicura poi l'ammissione ad una formazione specifica. Inoltre, il modello concomitante dà maggior spazio al tirocinio, spesso superiore al 30%. Se si considerano entrambi i modelli, nella metà dei paesi esaminati il tirocinio occupa solo il 25% del periodo di formazione. Fanno eccezione il Belgio francofono, la Germania e Malta dove il tirocinio supera il 50% di tutto il periodo di formazione.

La selezione
La maggior parte dei paesi europei regola l'ammissione alla formazione iniziale dei docenti con il numero chiuso. In teoria il numero esatto di posti disponibili è determinato tendendo presente l'equilibrio ottimale tra offerta e domanda d'insegnamento, in pratica pesa anche la capacità di attrazione da parte degli istituti di formazione. In generale il numero di posti disponibili è determinato a livello centrale; solo in pochi paesi, come la Spagna, le decisioni sono prese a livello decentrato. I criteri di selezione sono definiti autonomamente dagli istituti di formazione o in accordo con le autorità centrali. Quest'ultima modalità è sempre più presente nei diversi paesi, ritenendo che definire una certa uniformità dei criteri sia uno strumento per garantire la qualità del percorso formativo e del servizio.
L'ammissione agli istituti di formazione è legata, nella maggior parte dei paesi, al possesso dei titoli di studio richiesti; solo in pochi casi si fa riferimento anche a competenze interpersonali o motivazioni a lavorare con gli adolescenti, malgrado questi fattori costituiscano un contributo essenziale per il successo del percorso formativo e la prevenzione del fenomeno degli abbandoni scolastici nei periodi iniziali della carriera. Comunque, in alcuni paesi gli istituti di formazione tengono conto dei risultati delle interviste come parte dei processi di selezione.

Le competenze minime
Per quanto riguarda il contenuto dei piani di studio e del tempo dedicato a particolari materie, le maggiori differenze tra i pesi europei, e all'interno di un singolo paese, si trovano in relazione a due caratteristiche essenziali: la quota di spazio data al tirocinio e le competenze minime richieste in cinque aree oramai ritenute essenziali per l'insegnamento e continuamente monitorate nelle politiche educative in tutta Europa. Tali aree sono: l'uso delle tecnologie informatiche e comunicative per rafforzare l'attività d'insegnamento, le competenze professionali a livello gestionale ed amministrativo, il sostegno agli alunni portatori di handicap e agli alunni provenienti da famiglie migranti e infine la capacità di comunicazione con gli alunni e di gestione del loro comportamento. Mentre la formazione sulle nuove tecnologie e sull'insegnamento ad alunni portatori di handicap è presente quasi ovunque, solamente in pochi paesi si ritiene necessaria una formazione sugli altri argomenti, che, invece, sono essenziali per lo svolgimento di un lavoro complesso in cui ai docenti è sempre più richiesto di saper gestire situazioni di tipo conflittuale.

La mobilità
In una situazione in cui i decisori delle politiche formative, in molti paesi europei, sono preoccupati della scarsità attuale o futura di docenti, la formazione iniziale può incidere sulla flessibilità lavorativa attraverso il numero di materie insegnate dai singoli docenti e i livelli educativi in cui si può insegnare.
In tutti i paesi, tranne quattro, gli insegnanti sono specializzati all'insegnamento di una o due materie; in Danimarca, Svezia ed Islanda, dove l'istruzione obbligatoria è impartita in uno stesso istituto, gli insegnanti formati per l'educazione secondaria inferiore hanno una preparazione semispecialistica o, nel caso dell'Islanda, perfino generalistica. Anche per quanto riguarda la possibilità di insegnare in settori diversi da quello della secondaria inferiore, le soluzione trovate nei paesi esaminati sono differenti: in alcuni casi (Danimarca, Svezia, Olanda e Ungheria) i docenti formati per la scuola secondaria inferiore possono essere insegnare solo nella scuola primaria; negli altri paesi possono, in genere, insegnare nella scuola secondaria superiore e possibilmente anche a livello primario. In dati casi, Spagna e Finlandia, è possibile anche il passaggio all'istruzione superiore.

Il docente formatore
A causa della carenza di insegnanti molti paesi europei stanno studiando possibili mezzi per attrarre persone competenti alla professione docente. La decisione di abbandonare la carriera docente è generalmente attribuita ai salari troppo bassi, ma è decisiva anche la mancanza degli strumenti di sostegno necessari ad acquisire una piena professionalità. Per questi motivi in alcuni paesi sono state introdotte misure di sostegno sotto la forma di periodo di qualificazione sul posto di lavoro: uno stage che il candidato docente deve sostenere per diventare pienamente qualificato (docenti prequalificati), o forme di sostegno ai nuovi docenti, già considerati professionisti. Questi due tipi di soluzione, generalmente, durano un anno e prevedono la presenza di un docente tutor, cui, in alcuni casi, sono offerti una formazione particolare, compensi economici o una riduzione delle ore d'insegnamento.
Sebbene lo status dei docenti prequalificati sia differente da quello degli altri insegnanti, essi sono pienamente responsabili delle materie che insegnano nelle classi, anche se tale responsabilità può essere conferita progressivamente e condivisa con il tutor. Generalmente il numero di ore d'insegnamento è ridotto per dare ancora spazio alla formazione di tipo teorico. La qualità della prestazione durante il periodo di prova è oggetto di valutazione finale, in cui sono coinvolti il tutor e, talvolta, il capo d'istituto. In alcuni casi il tirocinante deve fare una relazione orale dell'esperienza vissuta o preparare una relazione di autovalutazione.

L'aiuto alla professione
Nel caso dei neodocenti già pienamente titolati all'insegnamento, esistono forme di tutoraggio (insegnanti, capo d'istituto o perfino consiglieri educativi) per facilitarne l'ingresso nella professione. Il sostegno spesso viene fornito dopo aver osservato le modalità d'insegnamento nelle classi o attraverso un confronto con il tutor sulle difficoltà incontrate.
Generalmente l'orario di lezione è uguale a quello degli altri docenti e la valutazione finale è a carico dei docenti tutor che redigono un rapporto finale.
Sebbene il sostegno al lavoro dei docenti all'inizio della loro attività non costituisca una politica molto diffusa nei paesi europei, negli ultimi anni si sta assistendo ad un maggior impegno verso la formazione in servizio.