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Università del Sannio, impennata delle tasse di iscrizione

Per CGIL e FLC scelta miope e "politica". Invito al Rettore ad un confronto pubblico con il coinvolgimento di tutta la comunità universitaria

30/05/2011
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Pubblichiamo di seguito la nota congiunta della CGIL e della FLC CGIL di Benevento sulle tasse universitarie all'Università del Sannio e sulle scelte politiche della dirigenza.

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CGIL CdLT - FLC CGIL
Benevento

Università del Sannio: un’altra politica anche sulle tasse universitarie era possibile
Tasse universitarie più basse al Sannio: si doveva!

Secondo il Rettore Bencardino basta ingentilire i termini per cambiare la sostanza dei provvedimenti assunti. Nelle sue intenzioni sarebbe bastato definire come “riorganizzazione della contribuzione studentesca per l’anno accademico 2010/2011” lo spropositato aumento delle tasse universitarie perché non fosse esplicitata la scelta gravemente impopolare compiuta dal Senato Accademico dell’Università degli Studi del Sannio.

Una scelta che dimostra la scarsa capacità di leggere la realtà del tessuto sociale e produttivo in cui è inserito l’Ateneo sannita. Una scelta fuori dai tempi, che non è in grado di registrare la drammatica crisi economica della nostra società. Una scelta improvvida e miope, che si è sciaguratamente ritorta contro gli studenti e le loro famiglie.

Fa la stessa operazione la Gelmini quando definisce “essenzializzazione” della scuola pubblica il taglio di 8 miliardi che determinano 140.000 posti di lavoro in meno nel triennio 2009-2011, meno tempo scuola, più alunni per classe...

Entrambe non erano scelte inevitabili come vogliono far credere: sono scelte politiche.

Il Governo poteva non dare i soldi all’Alitalia, rinunciare a qualche bombardiere da guerra e investire in “conoscenza” come hanno fatto tanti altri Paesi vicini e lontani all’Italia.

Il Governo dell’Università del Sannio poteva unirsi a docenti, ricercatori, studenti e CGIL nel contrastare i tagli alle risorse operati dalla Gelmini e non sostenerla, come ha fatto il Rettore Bencardino dichiarando pubblicamente alla Ministra di aver “collaborato per portare avanti la riforma, anche cercando di contenere le pressioni che venivano dal basso, dagli studenti, dai colleghi ricercatori” al momento dell’ormai famosa conferenza stampa per presentare l’«accordo di programma» tra il Ministero, la Campania e i sette atenei della Regione, che nulla di nuovo ha portato agli Atenei Campani, soprattutto in termini di risorse.

Era davvero difficile alla commissione di esperti, docenti e funzionari dell’Università del Sannio, prevedere che le nuove fasce di reddito avrebbero fatto schizzare nelle fasce alte tanti redditi che non si possono certo annoverare fra quelli di famiglie ricche?

Così scrive su “Il Quaderno” un lettore, firmandosi “studente arrabbiato”:

Al momento dell'iscrizione non erano ancora note le fasce di contribuzione ma mi è stato assicurato che il passaggio da I.C.E.E. ad I.S.E.E. non avrebbe comportato variazioni di fascia. Come mai sono passato - senza nessuna variazione di reddito in famiglia - dalla terza all'ultima fascia. Ho provato a rivolgermi al servizio di consulenza fiscale agli studenti che, fino all'anno scorso, era attivo presso l'Ateneo, ma mi hanno detto che il servizio è stato soppresso. Mi chiedo il perché. Era così efficiente! Ancora una volta ci è stato tolto uno dei pochi servizi efficienti offerti dall'Ateneo.

Difficile confrontarsi con quanto si faceva nelle altre Università campane: hanno un numero maggiore di fasce (fino a 16 la Federico II) e il reddito massimo è per tutti più alto (€ 35.500 II Università)?

Non sembra che sia “un incremento proporzionale e contenuto” come recita la delibera del Senato Accademico con cui si sono introdotte queste modifiche, non sembra che si siano neanche salvaguardate le fasce economiche più deboli perché anche chi è inserito nelle fasce di reddito più basse paga più che in tutti gli altri Atenei campani.

La delibera del Senato continua dicendo che proprio il “debole tessuto socio-economico del territorio sannita, dal quale proviene la maggioranza degli studenti, è il principale fattore preso in considerazione nella determinazione dei limiti di reddito I.S.E.E. per ciascuna fascia”.

E se non ne tenevano conto che sarebbe successo?.

Non è vero che le tasse universitarie del Sannio erano le più basse d’Italia; al contrario già non lo erano prima dell’ultimo rincaro, ma oggi rischiano di essere le più care in assoluto.

Con le iscrizioni già in calo per questo anno non ci si è posti il dubbio di rischiare il tracollo di immatricolazioni per il prossimo anno?

O forse è proprio questo l’obiettivo che si vuole perseguire: la contrazione degli iscritti per poter regalare l’autonomia, così faticosamente conquistata, a favore di qualche altro ateneo campano.

Non potrà risultare tardivo un intervento di correzione realizzato solo il prossimo anno?

Solo adesso il Rettore si è accorto che il finanziamento dell’Università del Sannio è basso?

Ha provveduto a comunicarlo a quei politici venuti a promettere fondi integrativi in ragione della buona amministrazione dell’Università del Sannio?

Quali spese taglieremo per il prossimo anno?

Forse le assunzioni del personale a tempo determinato (ancora assunzioni precarie…) che l’Università ha realizzato proprio utilizzando le tasse degli studenti?

Forse non si sarebbero dovuto aumentare le indennità a tutte le cariche dell’Ateneo che, tra l’altro, hanno portato l’indennità del Rettore da € 50.000 a € 62.000?

Forse è stata improvvida la chiusura dei centri di ricerca RCost e Tedass che hanno consentito l’accesso a notevoli finanziamenti, oltre che uno essere strumento per aiutare il cambiamento del nostro territorio, dando una prospettiva ai nostri giovani laureati?

Per sciogliere tutti questi dubbi ed altri ancora (fondazioni, consorzi, accordi di programma…) la CGIL invita il Rettore Bencardino ad un confronto pubblico con il coinvolgimento di tutta la comunità universitaria.

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Scheda di comparazione tasse universitarie Atenei Campani e altri

Anno Accademico 2010-2011

Università Campane

 

minimo

Sannio

Massimo

fasce

ISEE

tassa*

ISEE

tassa*

ISEE

tassa*

Sannio

5

€ 4.000

€ 558

€ 25.000

€ 1.518

€ 25.000

€ 1.518

Federico II

16

€ 8.071

€ 402

€ 26,142

€ 943

€ 35.001

€ 1.183

Seconda Università

12

€ 7.500

€ 581

€ 26.500

€ 1.408

€ 35.500

€ 1.763

Parthenope

9

€ 6.042

€ 399

€ 25.894

€ 933

€ 25.894

€ 933

Orientale

3

€ 10.000

€ 502

10-28000

< € 972

€ 28.000

€ 972

Salerno

7

€ 4.500

€ 390

€ 25.000

€ 647

€ 32.001

€ 1.076

Altre Università

 

Roma Sapienza

34

€ 6.000

€ 515

€ 27.000

€ 781

€ 99.000

€ 2.071

Firenze

9

€ 17.500

€ 318

€ 25.000

€ 768

€ 75.000

€ 2.018

Venezia

8

€ 8.000

€ 379

€ 28.500

€ 1.009

€ 40.000

€ 1.666

Torino

26

€ 11.000

€ 554

€ 25.000

€ 1.028

€ 85.000

€ 2.368

* nel calcolo sono stati incluse le tasse regionali tutte più alte nelle altre regioni e imposta bollo

Lazio € 118

Toscana € 98

Veneto € 107

Piemonte € 110 + € 3 Tasse per diritti SIAE + € 12 contributo iniziative sportive CUS

Presso l’Università del Molise ti puoi iscrivere con qualunque reddito a Giurisprudenza con € 876, a Ingegneria con € 923 e a Medicina con € 1.159.

Presso l’Università di Foggia pagando al massimo € 1.048 ti puoi iscrivere a tutte le facoltà (ingegneria, medicina), cifra che diminuisce al ridursi del reddito ISEE inferiore a € 29.000.

A Cassino con reddito fino a € 5.000 si paga € 320 nella fascia massima € 27.000 con € 1.026 puoi iscriverti a Economia o Giurisprudenza; per Ingegneria si devono aggiungere € 35.

Nell’Università della Basilicata con un reddito di € 4.000 ci si iscrive con € 341 con € 25.000 si pagano € 668 e con un reddito di € 48.500 si pagano € 1.469

Federico II: in caso di presenza nel nucleo familiare di più studenti iscritti ad università statali per il conseguimento della prima laurea e della prima laurea magistrale, lo studente è collocato nella fascia immediatamente precedente a quella di pertinenza.

Palermo sistema in cui l’ISEE si incrocia con i componenti del nucleo familiare; una famiglia con 4 persone con un reddito di € 31.150 paga una tassa di € 547 di cui 85 come tassa regionale; con lo stesso reddito se la famiglia è di 6 persone la tassa scende a € 472