Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Notizie dalle Regioni » Piemonte » Precari scuola: alchimie su "salvaprecari" e supplenze in Piemonte

Precari scuola: alchimie su "salvaprecari" e supplenze in Piemonte

Lettera aperta del Coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori precari della conoscenza FLC CGIL Piemonte al Ministro Profumo e al Presidente della Regione Cota.

23/12/2011
Decrease text size Increase  text size

A cura della FLC CGIL Piemonte

La legge ed il buonsenso hanno prevalso sulla propaganda politica. Come avevamo previsto, nei fatti il Presidente Cota è stato clamorosamente smentito dall'applicazione della Convenzione Regione/Miur sui 577 posti regionali del "salvaprecari": inesistente la "continuità educativa" e inapplicabili le "assunzioni territoriali".

Le scuole nomineranno regolarmente dalle graduatorie previste dalla normativa nazionale e si tratterà soprattutto di contratti a tempo determinato (CCNL Scuola) fino al 30 giugno 2012.
Resta il grave problema di coloro che (ci auguriamo pochi), percettori di indennità di disoccupazione e disoccupati, rischiano di lavorare senza contratto di lavoro in una condizione personale e giuridica inaccettabile, anche per le scuole che li dovranno individuare. Per questo la FLC Piemonte ha richiesto un incontro urgente al Direttore Scolastico Regionale dott. de Sanctis, che è stato convocato per il 27 dicembre.

Dopo tutte le 577 nomine previste, a verifica consuntiva, la Regione, in base alla Convenzione nazionale, dovrà addirittura garantire con nuovi posti che il 10% dei nominati "non abbia mai lavorato nelle scuole piemontesi" (pena il rischio di eventuali ricorsi).

A seguito di tutto ciò il Coordinamento dei Precari piemontesi della FLC CGIL ha deciso di inviare una lettera aperta al Ministro Profumo ed al Presidente Cota.
______________________

Lettera aperta

Torino, lì 23 dicembre 2011

Caro Ministro Profumo, caro Presidente Cota,
davvero i precari e le scuole del Piemonte devono esservi grati del "regalo di Natale" rappresentato dall’accordo del 12 dicembre, che – a quanto si legge sui giornali - li "salva" dai tagli attivando progetti regionali "finalizzati all'integrazione e al potenziamento dei servizi di istruzione"?

Consentiteci – da lavoratori precari della scuola, ben consapevoli della difficile situazione in cui versiamo e dell'importanza di 577 posti di lavoro in più! - di dissentire.

Vorremmo provare a mettere in chiaro alcune questioni.

Quelli che vengono offerti ai precari scuola che hanno perso il posto a causa dei tagli della Gelmini – tagli che hanno massacrato la scuola pubblica e su cui Lei, signor Ministro, non ha dato finora alcun segno di ripensamento – non sono esattamente posti di lavoro.
Il Suo, caro Governatore, è un gioco di prestigio: Lei riesce magicamente a fare di un individuo, contemporaneamente, un disoccupato e un lavoratore. Un disoccupato percepisce un sussidio; non lavora, quindi non ha un contratto. Un lavoratore non percepisce un sussidio, ma un salario; lavora, quindi ha diritto a un contratto. La nuova specie da Lei creata percepisce contemporaneamente un sussidio, dall’INPS, e un pezzetto di salario, dalla Regione. Ma non ha un contratto, perché è un disoccupato. Però lavora, ma in quanto disoccupato non matura ferie, tredicesima, TFR, contributi previdenziali. È pagato, però. E allo scadere del sussidio, avrà un bel contratto a tempo determinato come tutti gli altri. E pazienza se quando sarà di nuovo disoccupato, entro pochi mesi, non avrà maturato il diritto a un nuovo sussidio.
Ma cosa pretendiamo? Siamo così esosi da pretendere contemporaneamente lavoro e diritti? Non capiamo che con questo meccanismo si creano posti in più? Ma posti di cosa? Posti di lavoro? Evidentemente abbiamo concezioni diverse di cosa sia un lavoro. I posti di lavoro si creano stanziando fondi, non tappando i buchi con personale sottoprecario, sottopagato, senza tutele e destinato alla fame.

C'è poi un'altra questione. Voi vi impegnate a perseguire la "continuità dei processi educativi" dando la priorità nell'assegnazione dei posti regionali al personale già in servizio in Piemonte nello scorso triennio. Non a caso evitate accuratamente di parlare di "continuità didattica". Che significa?
In che senso un supplente che ha già lavorato in zona sarebbe un vantaggio per un alunno? Forse perché conosce già la strada e non corre il rischio di arrivare in ritardo? O forse stiamo strumentalizzando spudoratamente il bene degli studenti per introdurre un principio di discriminazione su base territoriale contrario alle leggi e alla costituzione?
Se proprio Le stanno a cuore gli alunni, caro Ministro, e vuole evitare che cambino insegnante anche più volte in un solo anno scolastico, Le suggeriamo noi il modo. Assuma i lavoratori a tempo indeterminato: così non li vincolerà alla regione, ma alla singola scuola, dando a loro e ai loro alunni la possibilità di concludere insieme un intero ciclo di studi.
Invece, su questo fronte, tutto tace. Che sarà del promesso piano triennale per le immissioni in ruolo?
Una cosa è chiara: con la nuova stretta sulle pensioni, il turn over sarà ridotto – e così anche le nostre prospettive. Come sia possibile conciliare la permanenza al lavoro degli anziani con l'esigenza di fare largo alle generazioni successive e "svecchiare" la scuola, ce lo dovete proprio spiegare.

Coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori precari della conoscenza FLC CGIL Piemonte