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ISPESL: parere di merito sulla proposta di regolamento di cui all'art. 13 del DPR 4 dicembre 2002, n. 303

Parere di merito sulla proposta di regolamento di cui all’art. 13 del DPR 4 dicembre 2002, n. 303.

08/06/2005
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All’ On. Ministro della Salute

All’On. Ministro dell’Economia e delle Finanze

All’On Ministro della Funzione Pubblica

Al Presidente dell’Ispesl

Al Direttore Generale dell’Ispesl

Ai membri del CdA dell’Ispesl

Ai membri del Comitato Scientifico dell’Ispesl

A tutto il Personale dell’Ispesl

Loro sedi

Prot. n. 255

Roma, 8 giugno 2005

Oggetto: Parere di merito sulla proposta di regolamento di cui all’art. 13 del DPR 4 dicembre 2002, n. 303.

La vera vittima di questo regolamento è l’attività di ricerca dell’Ispesl così come era prevista dal DPR 303/2002. L’istituto viene trasformato, prendendo a pretesto il DL 165/1999, in un’occasione per la moltiplicazione di incarichi amministrativi, che finiscono per distogliere risorse dalle attività di ricerca verso attività meramente amministrative e marginali rispetto ai principali compiti e funzioni dell’Ispesl così come sono definiti dal DPR303/2002.

Gli strumenti di controllo amministrativo proposti dal DL 165/1999 dovrebbero essere funzionali al pieno raggiungimento dei compiti istituzionali, che questo regolamento invece neanche ripropone (si veda l’articolo 2 del citato DPR 303 del 2002).

Si prevede al contrario la costituzione di ben 14 uffici di diretta collaborazione con il Presidente e con il Direttore Generale e con il CdA, con annessi incarichi dirigenziali e relativi costi. Tali incarichi costituiscono per lo più duplicati di funzioni tecnico scientifiche o amministrative presenti in altre strutture o delle inutili ed inappropriate funzioni costruite ad hoc.

Pletorico è tutto l’impianto amministrativo dirigenziale così come pletorico è il numero degli uffici di diretta collaborazione con gli organi statutari. Questa O.S. è del parere che le risorse dell’Ispesl vadano destinate allo svolgimento delle attività di ricerca ed alle altre funzioni istituzionali e non a finanziare il moltiplicarsi di carriere gestionali ed amministrative che graverebbero inutilmente sulla spesa pubblica.

La tendenza all’incremento della spesa gestionale e amministrativa a danno di quella per la ricerca è uno degli elementi centrali che caratterizzano questo regolamento. Già si è passati per le sole spese della gestione dei consigli, comitati ed emolumenti agli organi, da uno 0.89% del totale delle risorse del 1998 ad un 1.49% del 2003 con un incremento del 40 %. La spesa per gli incarichi dirigenziali e la gestione amministrative con il regolamento proposto è destinata ad un drammatico aumento a discapito delle risorse da destinare alle funzioni di ricerca e istituzionali.

Per quanto riguarda le attività tecnico-scientifiche dell’Istituto si assiste inoltre ad un vero e proprio capovolgimento dei ruoli. I Dipartimenti Centrali vengono letteralmente posti ai margini delle attività di eccellenza dell’Ispesl, che verrebbero invece svolte da nuove strutture a ciò destinate (Centri di ricerca, Coordinamenti Tecnico Scientifici, Dipartimento Processi Organizzativi etc.). Il ruolo dei Direttori dei Dipartimenti Centrali risulta inoltre subalterno sia agli organi statutari che al Direttore Generale del DPO per quanto riguarda in particolare le attività di consulenza e di formazione. Anche i Dipartimenti Periferici muterebbero radicalmente le loro funzioni, trasformandosi da centri Tecnico Scientifici a non meglio specificati centri Tecnico-Amministrativi. Si creano ben 8 nuove inutili strutture di coordinamento che rientrano nella moltiplicazione di funzioni amministrativo-gestionali di questo regolamento.

Si assiste inoltre alla creazione di una struttura che mescola confusamente funzioni amministrative e tecnico scientifiche: il Dipartimento Processi Organizzativi. Il DPO oltre a costituire una sorta di piccola replica della struttura dell’intero Ispesl, rende di fatto subalterni ad esso i Dipartimenti Centrali creando inevitabili conflitti di competenza. L’artefice di questa proposta sembra disinteressarsi dell’organizzazione complessiva dell’Istituto e del raggiungimento di quegli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità di cui alla lettera e) dell’art. 2 del Regolamento proposto.

E’ invece auspicabile che il Regolamento costituisca l’occasione per rilanciare il ruolo dei Dipartimento Centrali e non per affossarli.

Per il personale dei ruoli tecnici e scientifici non è prevista nessuna forma democratica di partecipazione ai processi organizzativi e decisionali: i ricercatori e i tecnologi verrebbero mortificati nella loro libertà di ricerca e considerati più come oggetti passivi, che come forza trainante per il rilancio dell’Ispesl.

In questo Regolamento si riscontrano eccessive duplicazioni di funzioni e loro intrecci, l’impegno di risorse per incarichi inutili ai fini istituzionali e l’emarginazione del personale tecnico-scientifico che tra l’altro viene sottoposto a rinnovi biennali degli incarichi, da subordinare al parere del CdA, in contrasto con la durata triennale della programmazione delle attività di ricerca.

Per quanto riguarda gli organi statutari, mentre si prevede un ruolo assolutamente residuale del Comitato Scientifico, il CdA assume la prerogativa di conferire incarichi dirigenziali e di stabilire gli importi delle relative indennità di carica, attuando un meccanismo autoreferenziale.

L’impianto complessivo della proposta di Regolamento disegna un Ispesl marcato da un alto tasso di dirigismo burocratico che lo ingessa nelle sue articolazioni più vitali e non lo rende neppure confrontabile col modello di un moderno istituto di ricerca proiettato in un contesto europeo ed internazionale.

Da ultimo si segnala in particolare agli Onorevoli Ministri dell’Economia e delle Finanze e della Funzione Pubblica, la necessità di verificare preventivamente il costo finanziario dell’attuazione del citato Regolamento stante le innumerevoli indennità di direzione e dirigenziali in esso previste e le stesse indennità previste per gli Organi Statutari, per i Consigli e Comitati, le cui spese si sono come si è detto notevolmente incrementate.

Il Regolamento proposto dal CdA, qualora fosse attuato, avvallerebbe un’operazione che smantellerebbe il DPR 303/2002. Al tempo stesso evidenzierebbe un chiaro disinteresse per il rilancio di un settore così importante come quello della sicurezza e della salute sul lavoro.

In ordine a tutto quanto evidenziato la scrivente O.S. esprime parere sfavorevole sulla proposta di Regolamento presentata dall’amministrazione ed il proprio allarme per il futuro dell’attività di ricerca all’Ispesl.

Distinti saluti.

Marco Broccati
Vice Segretario Generale FLC Cgil