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Formazione 2005: incontro al MIUR

Si è tenuto nel pomeriggio di ieri, 17 marzo, un incontro di informazione tra le organizzazioni sindacali e l’amministrazione sulla bozza di Direttiva 2005 per la formazione del personale.

18/03/2005
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Si è tenuto nel pomeriggio di ieri, 17 marzo, un incontro di informazione tra le organizzazioni sindacali e l’amministrazione sulla bozza di Direttiva 2005 per la formazione del personale. L’incontro ha proseguito l’esame del testo della bozza avviato il 2 marzo.

Nonostante l’amministrazione abbia sfumato alcuni passaggi contestati dalle organizzazioni sindacali restano, nella genericità dell’impianto della direttiva , irrisolti tutti nodi politici che la FLC aveva ed ha sollevato.

In particolare:

* alla diminuzione costante delle risorse individuate dal bilancio si accompagna l’assenza della individuazione quantitativa delle risorse destinate alla formazione da “specifiche norme di legge o da norme comunitarie” (comma 2 art.61 del CCNL)
* l’ esclusione di somme che andrebbero invece acquisite almeno nel loro ammontare complessivo determina, come è facilmente comprensibile, il mancato rispetto della ripartizione delle quote tra i vari livelli di attività (art. 64 del CCNL) con un peso, sospettiamo, tutto spostato verso il centro
* l’assenza dell’entità delle specifiche risorse a disposizione della formazione quale sostegno ai processi di riforma in corso (lettera f, comma 3, legge 53/ 03).
* L’ apertura delle iniziative territoriali di formazione al personale delle scuole paritarie aggrava il quadro di riduzione delle risorse oltre a distogliere quelle che il contratto di comparto ha acquisito per il personale della scuola a favore di altri comparti contrattuali privati e in assenza, per di più, di qualsiasi limite o regola per tale partecipazione

Il risultato della mancata e corretta individuazione dei fondi , alcuni dei quali espressamente finalizzati, ricade sulla direttiva che nell’ eloquio mescola un minestrone di obiettivi cui non corrispondono risorse certe né distinti livelli di responsabilità peraltro contrattualmente definiti.

In particolare

* allo stato avanzato dei lavori per la formazione del personale ATA acquisita nell’intesa del luglio 2004, frutto del lavoro intenso e responsabile delle organizzazioni sindacali, non corrisponde neppure l’individuazione delle risorse che l’amministrazione centrale intende impegnare.
* In tutti i passaggi in cui si richiamano gli obiettivi formativi connessi alla legge 53 (dall’inglese all’informatica, alle indicazioni nazionali…) non si rintracciano gli specifici finanziamenti di legge e si scaricano quindi i costi (mai quantificati) sui fondi ordinari.
* L’amministrazione centrale è tenuta alla formazione su specifici istituti contrattuali, in particolare per il personale delle scuole in aree a rischio, a forte processo immigratorio, frequentate da nomadi (art.68 del CCNL) e per gli insegnanti che operano nei centri territoriali permanenti, nei corsi serali, nelle scuole in ospedale e negli istituti penitenziari (art 69 del CCNL) oltre alla formazione in ingresso.

In sostanza l’amministrazione scolastica con questa bozza di direttiva gioca un ruolo elusivo delle proprie responsabilità nei confronti del personale presentando un elenco indistinto di temi, alcuni dei quali sono prioritariamente di propria competenza, nel tentativo, neppure nascosto, di condizionare la contrattazione territoriale e di scippare le poche risorse regionale a favore delle attività che pure è tenuta a fornire.

Una strategia sulla formazione del personale precisa, che invece di compiere responsabilmente scelte mirate su obiettivi certi e quantificati punta a contribuire alla progressiva dequalificazione della scuola pubblica perseguita dall’attuale Governo.
Solo così acquista senso la serie di iniziative generiche e confuse nei livelli di responsabilità, alcune delle quali alquanto discutibili, l’assenza del rispetto delle prerogative della contrattazione regionale, il rinvigorito centralismo amministrativo poco conforme ai principi di efficacia ed efficienza, di trasparenza e correttezza cui l’amministrazione dovrebbe attenersi.

Roma, 18 marzo 2005